Galleria delle Dee
Incontrare le Dee/gli Dei attraverso storia, mito, immagini e racconti



gorgone   LE DEE FURIOSE
Aspetti dell'Ombra nella storia e nel mito; le ferite nell'immagine divina femminile
Testo di Anna Pirera

(Seconda parte, Vai alla prima parte, o vai all'Introduzione)

Le Storie della Dea che raccontano il trauma

Se quasi tutta la mitologia mostra tracce dei profondi cambiamenti che portarono dalle pacifiche civiltà neolitiche della Dea alle civiltà patriarcali storiche di cui abbiamo traccia attraverso al scrittura, alcune figure in particolare recano i segni evidenti delle violenze che accompagnarono tale passaggio.Ne ho scelte qui alcune, per dare tridimensionalità a questa storia.
Un aspetto interessante dei racconti che le riguardano è Il senso di colpa.

La Dea , si dice, è stata distrutta perché era cattiva. La violenza nei suoi confronti era giustificata. 
La Grande Madre è terribile, divoratrice (e così appare ancora a Freud e Hilmannn), e l’eroe non ha altra scelta che opporsi a Lei. La storia degli eroi nei racconti delle loro gesta in questo è spesso simile, da Gilgamesh che si oppone a Inanna in poi. Si formano così i ‘nuovi miti’, con protagonisti gli dei solari, luminosi e vittoriosi. La lotta per il Potere ha portato, in tempi più o meno lunghi, ad un cambiamento essenziale nella struttura del pantheon divino.

Un bell’esempio di questi ‘nuovi miti’ lo troviamo in un racconto indiano(1).
La Grande Dea (Maha-Devi), originariamente una e unica, diede un tempo origine a tre dei: Bramaha, Vishnu e Shiva, per il suo piacere. Ma, invaghitasi di essi, Ella volle fare l’amore con loro – come nei molti racconti della Dea e del Figlio che diventano amanti – e minacciò di ucciderli se non avessero acconsentito.
Solo che la percezione del mondo era cambiata: il desiderio della Dea, un tempo legge ed energia che dava origine alla vita nel mondo, è ora percepito come volontà incestuosa, e la Dea stessa viene vista come madre mostruosa.
Nella storia, dopo aver incenerito Bramaha e Vishnu, la Dea si rivolge a Shiva, il quale riesce ad ingannarla chiedendole prima i suoi poteri, per poter essere un consorte degno alla sua altezza. Ella gliene fa dono e lui li usa subito per incenerirla. Dalle sue ossa bruciate i tre Dei creano infine le loro consorti: Saraswati, Lakshmi e Kali, la Dea che combatte i demoni e protegge i villaggi e la cui furia – la furia omicida della Dea - diventa infine ‘buona’.


Tiamat

tiamat e marduk

Nell’antica Mesopotamia troviamo la figura di Tiamat, la Grande Madre Oceano, che sopravvive all’ondata di invasioni delle tribù di adoratori degli dei maschi, ma trasformata in demone – dragone, con corpo di serpente e ali.
Il mito, condiviso in varie versioni da sumeri, babilonesi e assiri,  racconta che all’origine tutto era governato da Tiamat, Dea che dell’acqua salata, madre di tutti gli Dei. Ella si congiungeva con Apsu, acqua dolce, in perenne amore(2).
Tiamat diede origine alla prima stirpe di Dei, ma I suoi figli erano così rumor­osi che Apsu ne fu incollerito. Così ebbe origine la battaglia dei giovani Dei con Apsu, che vi perse la vita. Tiamat, addololrata e furiosa per la morte di Apsu, volle punire I suoi uccisori, ma fu sconfitta dal giovane dio Marduk, Dio del sole.

“ Tiamat è l’acqua, l’elemento proprio degli inizi, la madre degli dei, colei che possiede le tavole del fato. … Tiamat domina cielo, terra e mondo sotterra­neo, mentre Apsu, il suo consorte, simbolizza l’aspetto fecondatore della ter­ra… Tiamat sopravvive alla morte di Apsu, e, quando viene vinta dal sole pariarcale Marduk, dal suo corpo vengono formate la volta superiore del cielo e quella inferiore del mondo sotterraneo. Anche dopo la sua sconfitta, essa rimane il Grande Cerchio che tutto contiene.”(3)

Il resoconto della loro lotta è emblematico:

Tiamat e Marduk si lanciarono l’una contro l’altro,
iniziando il combattimento.
Il Signore aprì la sua rete e la legò.
Tiamat aprì la bocca per tagliarla. […]
lui le gettò contro il vento cattivo per impedirle di chiudere la bocca.
Venti violenti allargarono il suo ventre.
Il suo stomaco si gonfiò, la sua bocca restò aperta […]
Lanciò una freccia che le trafisse lo stomaco,
le ruppe le viscere, le aprì il cuore.
La sormontò e le tolse la vita, gettò a terra la sua salma,
le spaccò la testa, le tagliò le vene. […]
Quando i suoi padri videro ciò furono felici e giubilarono.
(4)

Questo scenario altamente psicodrammatico mostra come l’equilibrio tra il Dio e la Dea sia ormai spezzato: la Divinità Maschile ha perso infatti quell’interconnessione con la Madre che ne faceva una figura completa di Sposo, Figlio e Padre-di-altri-Figli e la Divinità Femminile è stata trafitta, mostrificata, arginata, allontanata… Un tragico avvio del processo che porterà alla sua completa estirpazione dai recinti di buona parte del Sacro”(5)
In ricordo e rievocazione di questi eventi, nelle cerimonie primaverili babilonesi  è una colomba, antico simbolo della Dea, ad esser tagliata in due dall’uomo che impersona  Marduk.
Marduk infine, sconfitta Tiamat, si proclama lui stesso creatore delle erbe, delle terre, dei fiumi, degli animali, degli uccelli e del genere umano(6).


ERESKIGAL
Ereshkigal originariamente era Dea dei cereali, del Grande Circolo della vita, in seguito ‘trasformata’ in regina degli Inferi.
Ella compare nel mito della discesa di Inanna dei Sumeri, la cui prima versione a noi nota risale al terzo millennio a.C.

Anche la sua vicenda è significativa:

La mente del dio della guerra sanguinosa,
la mente del dio dei malanni e della pestilenza,
la mente del dio dei turbini e delle tempeste,
concepì ben presto un piano
che placasse i suoi torbidi desideri
pensò alle nozze.
E afferrando saldamente i capelli sulla testa di Ereshkigal,
la tirò giù dal trono
la buttò sul pavimento
minacciando di tagliarle lal testa
se non avesse consentito ad essere sua sposa.
E le chiese di sedere lui sul trono
E lei di stargli accanto
E le chiese di porre nelle sue mani le tavole del destino
Che erano state solo sue.
E le chiese di diventare il sovrano
Della terra dell’Irkalla,
E che lei sarebbe stata la sua consorte devota.
A terra sulla fredda pietra
Vedendo tutto intorno i demoni guerrieri
Non disposti a darle nessun aiuto,
vedendo la spada do mesu. Hasurru e supalu
vicina alla sua gola
Ereshkigal capì che la sola scelta era la morte.
E accettò le richieste.(7)I primi giorni…
Quando il cielo si fu allontanato dalla terrra,
e la terra  fu separata dal cielo

Quando Ereshkigal fu portata via, nel kur(8),
a cui fu data come premio(9)

A Ereshkigal, grande Dea e Sovrana assisa sul trono, non resta che sottomettersi al ‘Dio della guerra’. Ella accetta di definirsi solo in rapporto al maschile – come consorte -  e si trasforma nella furiosa Dea degli Inferi, sofferente e irata generatrice di mostri.


IN GRECIA
zeus


Anche se le prime invasioni elleniche eoliche e ioniche  sembrano siano state meno rovinose delle successive achee e doriche, nella mitologia greca, restano diverse tracce di un arrivo non certo ‘pacifico’ degli invasori, portatori della cultura degli dei maschi.
I molti ‘amori’ di Zeus, come la propensione endemica degli Dei greci in generale nei confronti dello stupro, ne sono un esempio evidente.
E’ da sottolineare peraltro che il tema dello stupro compare nel mondo Greco in contesto mitologico e in contesto bellico, mentre sembra marginale in campo giuridico, fatto che conferma dello stupro il valore di atto di degradazione e umiliazione sociale, appartenente al mondo della lotta per il potere, assai più che di violenza e/o vendetta privata(10).

Fra le prime ‘vittime’ di Zeus figurano proprio sua madre, la Grande Madre Rea, e Maia, altro volto della Madre Terra.
Le sue vicende con Io, nelle varie versioni, raccontano il destino delle sacerdotesse della Dea della Luna violentate dagli ‘zeus’ invasori e in seguito costrette alla fuga, disonorate(11).

In un mito riportato nell’Iliade, si narra di una congiura organizzata da Era – anch’ella originariamente la grande Dea -  ai danni del consorte Zeus. Liberatosi dai lacci con cui era stato legato, Zeus si vendica di Era con modalità che ricordano, anche se la conclusione qui non è tragica, quelle viste nei miti babilonesi.
Era viene da Zeus appesa al cielo con due bracciali ai polsi e ad ogni caviglia le viene legata un’incudine, mentre gli dei non osano accorrere alle sue grida strazianti per tale tortura(12).

Anche la vicenda che porta Perseo a decapitare Medusa, è probabilmente l’eco dell’epoca in cui gli invasori Elleni occuparono i principali templi della Dea, strapparono alle sacerdotesse le sacre maschere stile ‘gorgone’ e si impadronirono dei cavalli sacri(13).

Nei miti le Amazzoni, eroine guerriere, vengono invariabilmente sconfitte in battaglia da eroi trionfanti. Un esempio significativo della ‘temperatura’ di tali momenti si ha nel racconto della fine di Pentesilea, regina delle Amazzoni che era corsa in soccorso di Priamo con le sue guerriere durante la guerra di Troia (Troia apparteneva probabilmente alla vasta civiltà della Dea e l’Iliade rappre­senta anche il racconto di un caso in cui le popolazioni patriarcali ebbero la meglio sulle precedenti civiltà) . Pentesilea fu uccisa e in seguito stuprata da Achille invaghitosi di lei, “nel tentativo di piegare la sua anima adirata.(14)

Un ultimo esempio: Apollo che uccide il Pitone a Delfi e si impadronisce dell’oracolo e del tempio della Madre Terra cretese e in seguito tenta anche di violare Dafne, il cui nome, ‘Daphoene’ significa ‘la sanguinaria’, cioè ancora una volta la Dea nel suo volto di portatrice di morte, come era incarnata dalle sue sacerdotesse(15).


Altre testimonianze, altre culture:

India
La Dea Usas, Dea dell’alba, viene aggredita e percossa da Indra, re dei Deva, nella mitologia vedica, e in seguito la figura di Usas la bellissima viene affiancata dal suo doppio, il demone maligno Busyansta. Osserva Calasso come “ciò avvenne nella civiltà degli Arya, nel luogo e nella lingua, l’avestico, in cui per la prima volta si provò a spaccare il cosmo in due, spartendolo fra Creazione Buona e Creazione Cattiva.(16)

Messico
La civiltà tolteca, originariamente matriarcale, viene sostituita da una patriarcale, quella dei popoli Nahua, Chicomecouatl sembra essere stata una tipica rappresentazione della Dea antica madre terra: Ella poi  viene tirata giù dal cielo primordiale e lacerata in modo analogo alla Tiamat babilonese. Smembrata, diviene l’origine di ogni cibo e mezzo di alimentazione, ma il suo dare nutrimento è legato la sua fame terribile di cuori umani, che chiede continuamente sacrifici per essere placata.

La Dea luna Coyolxauhqui degli Atzechi viene brutalmente decapitata dal fratello, il dio del sole, perché aveva osato ostacolare la cospirazione dei fratelli per uccidere la madre, la Dea della terra Coatlique(17).

... continua con la Terza Parte





Testo originale di Anna Pirera 2008-2009
Inserito nel sito www.ilcerchiodellaluna.it nell'Ottobre2009



Note:

1 - Purtroppo non ricodo dove ho letto questo racconto e non sono quindi in grado di specificarne la fonte.

2 - “Al tempo in cui in alto il cielo non era ancora stato nominato, e in basso la terra non era ancora stata nominata, Apsu, il primo genitore e Mumma Tiamat, la genitrice, mescolavano le loro acque” (Enuma Elish, versi 1 - 5).

3 - E. Neumann,op cit. pag. 215

4 - dall’antico testo dell’Enuma Elis,poema  di origine Sumera, giunto a noi in versione accadica del VII a:C:

5 - Selene Ballerini, Chi ha paura della Dea? In Re Nudo, aprile 2007

6 - R. Graves, op. cit., p. 28

7 - Tavoletta rinvenuta ad Amarna – Egitto, del 1.400 a.C

8 - Kur significa sia inferi che luogo deserto, desolato, selvaggio, straniero, come quello in cui viene a trovarsi Lilith.

9 - Da La discesa di Inanna, originale su tavolette di argilla sumere, nella traduzione di Augusto Sabbadeni del testo inglese di Kramer, in The sacred marriage rite.
La vicenda di Ereshkigal e del Dio della guerra compare in diverse versione, dalle più antiche ad altre più recenti. Le differenze nel racconto sono notevoli, soprattutto per quello che riguarda il rapporto fra i due, che in alcune versioni è più simile ad una lotta amorosa, che si conclude con un amplesso.

10 - Cfr  l’articolo di Annalisa Paradiso, Violenza sessuale, hybris e consenso nelle fonti greche.

11 - R. Graves, op cit., p. 171-172

12 - R. Graves, op cit., p. 44- 45. La vicenda echeggia qui probabilmente eventi accaduti all’epoca delle invasioni barbare doriche, le più sanguinose fra le ondate di invasioni che mutarono la civiltà greca. Nel mondo dorico, infatti, a differenza della situazione precedente, le donne non avevano alcun diritto o potere – escluso quello della profezia, forse l’unico sopravvissuto dei poteri sacerdotali femminili – ed erano considerate come oggetti di proprietà del marito.

13 - Ibid. p. 9

14 - Husain, op. cit., p.145

15 - Ibid.

16 - R. Calasso, Ka, p. 69

17 - Husain, la  Dea, p. 67

 





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Dee e Dei, in ordine alfabetico:

Aditi,
Afrodite
,
Al-Lat,
Al-Uzza,
Amazzoni,
Anahita,
Anna Perenna
,
Anat,
Anu/Ana
Arianrhod,
Arianna,

Artemide
,
Atena
,

Arpie,

Banshee,
Benzai-ten,
Bellona,
Blodeu wedd,
Baubo
,
Bastet
 
Babd
Brigid
,

Cailleach
Cerere,
Chere
,
Cibele
,
Coventina

Dakini
,
Demetra,
Durga

Ebe,
Ecate,
Eisante lechi,
Eostre,
Eresh kigal, Erinni,
Estia

Flora,
Freya,
Frigg,

Gaia,
Ganga

Genden wita,
Gorgoni,


Hathor,
Holle,

Inanna,
Iside,
Ishtar,

Kali,
Kore,
Kwan-Yin, Laima,
Lakshmi,
Lilith,

Macha,
Mafdet ,
Mama pacha,
Mari
Maria,
Maria Maddalena
,
Menat,
Medusa,
Morrigan
,

Ninfe,
Nut,

Oestara,
Oya,
Oshun
,

Pacha mama,
Pele,
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Reitia,
Radha,
Rangda,

Saraswati,
Sekhmet,
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Sophia,
Selene

Sequana

Themis

Ushas,

Valkirie,
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