Inno ad Artemide
Dea selvaggia
Signora degli animali
Dei boschi inesplorati
E delle paludi
Delle terre di nessuno
Ai confini
Del mondo abitato
Dove Natura
Regna sovrana
Con la sua legge
Spietata E feconda
Tu che vergine sei
E per sempre
Dei parti Assisti
L’esito felice
Perché innumeri
Siano abitate
Da umani e da fiere
Le pendici del monti
E le vaste pianure
Tu che ai confini
Dei territori segnati
Stabilisci
La tua incerta dimora
Accogli Chi ai margini vive
Per qualunque motivo
E consenti un incontro
Tra lontani
Impossibile
Al di fuori di te
Agli scambi
Concedi i tuoi auspici
Di cose e di devoti pensieri
E sul gioco perenne
Di preda e predatore
Veglia per sempre
Tu Che della caccia
Che ha sapore
Di morte e di vita
Sei la sovrana
Il tuo arco dorato
E le implacabili frecce
Accosti A quello del divino Fratello
Che riluce della luce del sole
Tu che le notti
E il chiarore di luna
Abiti, nascosta
E incontrastata
La Moira spietata
Ed un Padre invincibile
Ed un Fratello splendente
Ti condannarono, forse,
al sacrificio
delle unioni d’amore
delle nozze
e della gioia del parto
Ma ti inebri del grido
Della preda ferita
E dei canti di fanciulle
Innumerevoli
Che al tuo volto
Sacrificano
Il vergine fiore
Di te
Non dimentichiamo
Il nome che soccorre
Quando sperduti
Ci trovassimo
In terre senza nome
E la tua freccia
Sicura
Trafigga il nostro cuore
Quando l’ora sia giunta
E non abbandonarci
Alle angosce
Di una lunga agonia* |
ARTEMIDE DEA
Ricerca a cura di Martina
La nascita di Artemide e il suo
ruolo nell' Olimpo
Artemide, Dea della caccia e della luna nuova, è figlia
di Zeus (Dio del Cielo) e Latona (Ninfa) e sorella gemella di Apollo (Dio
del Sole).
La Dea Artemide, nata nell' isola di Delo prima di Apollo, aiutò
la madre a partorire il fratello.
Un giorno mentre era ancora una bimba di tre anni suo padre Zeus la prese
sulle ginocchia e le chiese quali doni avrebbe gradito.
Lei rispose: l'eterna verginità, l' eterna giovinezza, tanti nomi
quanti ne ha mio fratello Apollo, un arco e delle freccie come i suoi,
il compito di portare la luce, una tunica da caccia color zafferano con
un bordo rosso che mi giunga fino alle ginocchia, sessanta giovani Ninfe
oceanine, tutte della stessa età, come mie damigelle di onore,
venti Ninfe dei fiumi, perchè queste si curino dei miei calzari
e nutrano i miei cani quando io non sono impegnata nella caccia. Artemide
allungò la mano per accarezzare la barba di Zeus che sorrise con
orgoglio. Lei lo ringraziò, saltò giù dalle sue ginocchia
e poi scelse molte Ninfe di nove anni come Sue ancelle.
La Dea Artemide
è una delle dodici grandi divinità del Monte Olimpo insieme
al fratello Apollo. I Romani la identificavano come Diana. A volte Artemide
viene confusa con altre tre divinità che sono in realtà
diverse: Selene (Dea della luna piena), Ecate (Dea della luna calante)
e Siria (Dea della metamorfosi).
I sacri nomi di Artemide
La
Dea aveva diversi epiteti: Agrotera, Cinzia, Ecate, Febe, Cordaca, Ortosia,
Orthia, Ortigia, Stinfalia, Coritalia, Cariatide, Dafnia, Delia, Brauronia,
Elafebolia, Tauropolos, Apanchomene, Ilizia, Anahita, Leucofrine.
Il carattere di Artemide e le sue imprese
Artemide è la dea arcera che vive con le ninfe nel bosco,
simbolo di libertà, di sorellanza e di capacità di centrare
i propri obiettivi.
Dea degli animali selvatici, le donne la chiamano per alleviare i dolori
del parto. Tuttavia ha un carattere a tratti selvaggio e vendicativo e
numerose furone le vittime della sua collera.
1) Una delle sue prime imprese fu, col fratello
Apollo, di mettere a morte i figli di Niobe, compito datole dalla madre
Latona. Un giorno, infatti, Latona sentì dire a Niobe di essere
un' eroina superiore, e offesa da questa affermazione chiese ad Apollo
di ucciderne i figli maschi e ad Artemide di ucciderne le figlie femmine.
2) Orione aveva
cercato di violentare Artemide e cos&igrav che lo punse nel tallone e lo uccise. Per
aver reso tale servigio, la Dea trasformò lo scorpione e la sua
vittima, Orione, in costellazioni. E' per questo che la costellazione
di Orione fugge sempre da quella dello scorpione.
3) Atteone aveva inavvertitamente scorto Artemide mentre Ella, nuda, si
bagnava in una fonte. La Dea, infuriata, gli aizzò contro la muta
di cinquanta cani dello stesso Atteone, che ella aveva nel frattempo trasformato
in cervo; i cani, non riconoscendo il loro padrone nella nuove sembianze,
lo sbranarono(1).
Attributi
di Artemide
Vestita in una corta tunica, armata
di un arco d'argento, una faretra colma di frecce sulla spalla, vagava
per i boschi con il suo stuolo di ninfe ed i suoi cani. Veniva associata
a molti
animali selvatici, simboli delle sue qualità. Il cervo,
la daina, la lepre, la quaglia per la loro natura sfuggente. La leonessa
per la sua regalità e l'orso feroce per il suo aspetto distruttivo.
L'orso era anche degno simbolo del suo ruolo di protettrice dei piccoli.
Era anche associata al cavallo selvatico, libero come lei. Quale dea della
luna viene rappresentata con in mano una torcia e con il capo circondato
dalla luna e le stelle.
ARTEMIDE, LA SORELLANZA E LA NATURA
di Manuela Caregnato
Quale Dea della caccia
e della Luna, Artemide è la personificazione dello spirito femminile
indipendente.
Ella rientra nella categoria delle Dee vergini che, a differenza di altre,
non fu mai rapita o abusata e rappresenta un senso di integrità,
di completezza, il cui valore non dipende da "con chi" essa
sta, ma da ciò che essa "è" e "sa fare".
La sua abilità di arciera fa di lei l'archetipo di un femminile
che si pone un obiettivo e senza indugi lo raggiunge, dunque rappresenta
la capacità di realizzare i propri progetti, una volta messi a
fuoco.
Per quanto competitiva, Artemide non vede nelle altre donne delle rivali,
bensì delle sorelle. Infatti corre per i luoghi selvaggi sempre
accompagnata dalle sue ninfe, divinità minori dei boschi, delle
montagne e dei ruscelli. Per altro si arrabbia tantissimo e si attiva
per difendere le altre donne, quando queste sono in pericolo. Si tratta
dunque di un femminile che prova un senso di solidarietà con le
altre donne, la cui compagnia considera irrinunciabile e i cui diritti
difende a spada tratta. Per questa ragione è stata presa quale
simbolo da molti movimenti femministi.
Nei confronti degli uomini ha un atteggiamento cameratesco, ma senz'altro
non cade preda di innamoramenti e fascinazioni. Il gemello Apollo, dio
del sole, può essere visto come la sua controparte maschile: lui
il sole, lei la luna.
Il suo amore per la natura selvaggia, per i luoghi incontaminati e gli
animali liberi fanno di lei anche un modello di donna ecologista, impegnata
nella lotta per la salvaguardia dell'ambiente.
L'archetipo
Artemide non coincide con un tipo di donna che si realizza nella maternità,
bensì rappresenta un genere femminile che "si basta"
e che trova la
sua soddisfazione nell'essere pienamente sè stessa, libera e autosufficiente,
nel lottare per ciò in cui crede e nel contatto con la natura,
che rappresenta la parte più selvaggia di noi.
Tuttavia, avendo aiutato la madre a mettere al mondo suo fratello, è
considerata Dea del parto e protettrice delle partorienti, che la chiamano
in suo aiuto nel momento del bisogno.
Viene infatti rappresentata come Dea dalle cento mammelle, come si vede
in questa rappresentazione dell'Artemide Efesia.
IL RAPPORTO FRA I DIVERSI VOLTI DI
ARTEMIDE
di Patricia Monaghan**
Così come ce la mostra l'arte occidentale,
Artemide è la vergine dea lunare che vaga per boschi e foreste
acccompagnata dal suo corteo di ninfe, armata di arco e faretra, evitando
gli uomini e uccidendo qualsiasi uomo che abbia osato guardarla. Ma questa
versione a noi familiare non è che una delle tante identità
assunte da questa complessa dea greca: essa era infatti anche l'Artemide
di Efeso dalle molte mammelle, un simbolo semi-umano della fecondità
e l'Artemide guerriera, ritenuta protettrice delle amazzoni. E' problematico
comprendere se Artemide sia stata in origine una dea omnicomprensiva,
scissasi in seguito in due identità distinte, o se invece abbia
acquisito una natura così complessa assorbendo gli attributti che
in precedenza contraddistinguevano le dee minori, allorchè i suoi
fedeli ebbero in mano il dominio della grecia.
Comunque stiano le cose, Artemide, come Iside o Ishtar, finì per
rappresentare le mutevoli energie femminili. Da qui nasce la sua contradditorietà:
essa era la vergine dedita alla promisquità sessuale; era la cacciatrice
che proteggeva gli animali; era un'albero, un'orsa, la luna. Artemide
era l'immagine della donna, che, attraversando la propria vita, assume
via via ruoli diversi : un vero e proprio compendio delle potenzialità
femminili.
In uno dei suoi aspetti Artemide era una ninfa e governava su tutte le
ninfe, una forza elementare il cui regno erano i boschi, nei quali vige
un ordine tanto diverso da quello umano da apparire a noi come informe
e libero; ma questa libertà è quella della completa obbedienza
all'istinto, che gli animali possiedono ancora, a differenza degli esseri
umani.
Sotto questo aspetto Artemide era la 'Signora della Selvaggina', la forza
dell'istinto che assicura, attraverso la morte degli individui, la sopravvivenza
della specie.
Come Signora degli animali, era per i Greci l'invisibile guardiana degli
animali selvatici, colei che uccideva con le sue frecce acuminate chiunque
desse la caccia a bestie gravide o a cuccioli. Un altro istinto su cui
vegliava era quello della riproduzione, nelle sue manifestazioni del sesso
e del parto; essa seguitò a essere la protettrice delle partorienti
anche nella leggenda più tarda; quando la sua importanza come dea
era ormai oscurata da quella degli dei maschi, il mito descriveva ancora
Artemide come la gemella (nata prima) del sole (che in origine non era
considerato suo fratello), la quale avrebbe fatto da levatrice durante
la nascita di quest'ultimo. Artemide era la forza della creazione, colei
che le madri greche invocavano quando le doglie del parto avevano inizio,
trovando un sollievo nella credenza che essa le assistesse durante il
travaglio così come faceva per qualsiasi femmina animale in procinto
di partorire.
L'aspetto di ninfa dei boschi, dopotutto, non differisce poi molto da
quello più noto della Madre Artemide, il cui grandioso tempio nella
città di Efeso, legata al ricordo delle Amazzoni, era una delle
meraviglie del mondo antico. Lì si ergeva la sua famosa statua
massiccia, costituita da un possente busto privo di gambe da cui pendeva
un gran numero di mammelle, sovrastato da una testa che reggeva la corona
turrita della città. Questa Artemide era soltanto una visualizzazione
diversa della stessa energia rappresentata dalla ninfa boschiva: l'istinto
vitale, che spinge a produrre e riprodurre in continuazione, a divorare
e a morire. Vi è una forza nell'immagine di Artemide Efesia che
potrebbe anche venir percepita come terrificante, tanto appare immane
e disumana.
Dea più adorata della Grecia, Artemide era onorata con rituali
molto popolari, anche se vari, così come vari erano gli aspettti
della dea stessa. A Efeso, nel suo ricco tempio, Artemide era servita
da sacerdotesse caste, che prendevano il nome di Melisse, o api, e da
sacerdoti eunuchi. A Sparta era Korythalia, venerata con danze orgiastiche.
Le Amazzoni adoravano la madre della guerra, Astateia, con una danza circolare
durante la quale percuotevano gli scudi e battevano il suolo con i piedi
ricoperti da calzari atti alla guerra. Sembra, però, che le feste
più popolari in onore di Artemide fossero quelle celebrate durante
le notti di luna piena, in cui i fedeli si radunavano nel bosco sacro
alla Dea e si abbandonavano al suo potere, facendo baldoria e accoppiandosi
senza conoscersi. La dea preferita della Grecia era dunque la personificazione
della legge naturale, una legge così diversa da quelle della società,
tanto più antica, forse destinata a durare eternamente.
Meditazione Guidata per Artemide
In ogni tempo di inizi della vita, come nei momenti in cui sentiamo il bisogno contattare la nostra indipendenza, la nostra libertà e il nostro istinto, può essere importante incontrare le energie di Artemide.
Il Cerchio della Luna ha preparato una meditazione
guidata che ti guiderà delicatamente ad un incontro con la
Dea Artemide. La meditazione è acquistabile in formato mp3, a fronte
di un contributo di 19 euro.
Per informazioni contatta la casella: info@ilcerchiodellaluna.it.
Note:
1 - La vicenda di Atteone e Artemide, raccontata a Teatro dalla compagnia O Thiasos Teatronatura:
* - Inno
di "Omericchio" Inserito nel sito www.ilcerchiodellaluna.it
il 13 dicembre 2006
Non
è consentita la riproduzione senza il permesso dell'autore.
**
- Da: Le donne nei miti e nelle leggende. Dizionario delle Dee e delle Eroine,
Red Edizioni
Immagini:
Dalla rete, fra cui:
Artemis di Ellen Nelson Reed
https://www.allposters.com/-sp/Artemis-Posters_i819718_.htm
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