Hermes
- Mercurio: il fanciullo divino dell’Olimpo e dello Zodiaco.
di
Manuela
Caregnato
Hermes (che i romani chiamarono Mercurio) è il giovane dio
greco messaggero degli dei, da cui prende il nome (e tutto il simbolismo)
il pianeta Mercurio.
Protettore dei mercanti, del commercio, degli atleti ed anche dei ladri,
il mito ci racconta di una figura divina molto diversa dalle altre, e
decisamente più divertente.
Numerosi sono i racconti dove spiccano l’arguzia ed il notevole
senso dell’umorismo di Hermes, qualità che lo resero particolarmente
amato anche dallo stesso padre, Zeus. In altri racconti risulta una figura
secondaria, ma al contempo cruciale nei momenti più importanti.
Astrologicamente, Mercurio rappresenta le facoltà intellettive,
la curiosità di conoscenza, la comunicazione e il suo regno è
la mente, il pensiero.
È la funzione intellettiva, che ha a che fare con la razionalità
ed in sé stessa è essenzialmente amorale.
Da ciò derivano l'astuzia, il calcolo, l'opportunismo, ma anche
il senso dell'umorismo, ed un distacco dalle cose e dai sentimenti che
favorisce lo spirito critico.
Le sue sedi all'interno dello zodiaco
sono nel segno dei Gemelli, della Vergine
e dello Scorpione (dove è esaltato).
In esse leggiamo i vari passaggi che cogliamo nel mito, dalla superficialità
dell'aria, alla capacità di sintesi
della terra, alla profondità dell'acqua.
Di seguito riportiamo i racconti più importanti, ed i collegamenti
ai relativi simboli astrologici.
Le caratteristiche
Occhi vispi e curiosi, il dio nasce già fanciullo e tale
rimane, poiché Mercurio ha a che vedere con la freschezza,
l’incoscienza, la giocosità e tutte le caratteristiche, più
o meno buone, di quella fase della vita che chiamiamo giovinezza.
Egli indossa sandali alati, un cappello a falda larga (che può
renderlo invisibile) e una verga d'oro con serpenti intrecciati (con cui
può addormentare o risvegliare gli umani).
E' dunque una specie di folletto, dotato di poteri un po' magici.
La nascita
La sua nascita è frutto di uno dei tanti amori extraconiugali del
prolifico Dio degli Dei, che innamoratosi della ninfa Maia, le fece numerose
visite notturne, come narra il quarto inno omerico …
" lui, il rapido messaggero degli dei, nato da Maia,
che in amore si diede a Zeus, la ninfa dalle trecce stupende.
Era onesta e stava lontana dalla compagnia degli dei,
abitava in grotta ombrosa, dove spesso di notte
il Cronide veniva a trovare la ninfa dalle trecce stupende,
mentre Era s'abbandonava al dolce sonno"
L’invenzione della lira
E’ al mondo solo da poche ore e subito dà prova della sua
vivacità e inquietudine: la madre lo lascia dentro la culla ed
esce, e lui si alza immediatamente e comincia a guardarsi intorno, dando
subito prova della tipica curiosità mercuriale.
Esce e la prima cosa che incontra è una tartaruga, con cui subito
inizia a dialogare, e a chiedere di tutto (dove vai, perché vai
così piano, perché ti porti la casa appresso, ecc.). Poi
la uccide e con il guscio ne fa una cassa armonica, la copre di pelle
di bue, aggiunge due bracci fatti con corna d'ariete, tende su tutto delle
corde fatte di budella di pecore ed ecco inventata la lira, probabilmente
il primo strumento musicale.
Hermes è curioso, comunicativo, sa subito trarre profitto dalle
situazioni, ma come risulta evidente dal racconto, l’etica non è
il suo forte, e neppure la sensibilità.
Infatti Mercurio è un pianeta d’aria, e come tale si incarica
di comunicare, di interagire, stabilire contatti, ma non di “sentire”,
qualità che appartiene all’elemento acqua.
Il furto delle mucche di Apollo
Con l’inquietudine che lo caratterizza, Hermes fa una passeggiata
e arriva su un altopiano sotto il quale c’è una radura dove
pascolano le mucche di suo fratello Apollo. Subito gli viene in mente
di giocargli uno scherzetto: fascia tutti gli zoccoli delle mucche, le
fa camminare all’indietro e le chiude in una grotta cancellandone
tutte le impronte con le frasche. Si chiude nella grotta anche lui e inizia
a ridere pensando alla faccia di Apollo quando si sarebbe accorto.
Non contento, gli viene in mente di fare uno scherzo a tutti gli dei,
e così ruba il cinto magico di Afrodite
e la folgore di Zeus e poi divertito osserva gli Dei che litigano tra
loro.
Quindi ritorna a casa, la porta si è chiusa ma lui si trasforma
in fluido (la capacità di trasformazione, il principio di alchimia
mercuriale) ed entra infilandosi nella culla,
come un bambino innocente.
Ma la vigile mamma subodora l'imbroglio e gli predice un sacco di botte
da parte di Apollo. Lui, sgranando gli occhi, finge di non sapere nulla.
Intanto Apollo, accortosi della sparizione della mandria, ma fuorviato
dal trucco di Hermes, si arrovella per venire a capo dell'enigma, finché
non viene messo sulla traccia giusta da un vecchio contadino che ha visto
passare il piccolo Hermes con le bestie. Apollo si precipita alla grotta
di Maia, ma Hermes ha nascosto tanto bene i capi di bestiame che Apollo
non riesce a produrre le prove del reato. Infine Apollo, esasperato dalla
sceneggiata del fratello, strappa Hermes dalla culla e lo porta sull'Olimpo,
dove al cospetto di Zeus rinnova furente le sue accuse contro il neonato
fanciullo che insiste a protestarsi innocente.
La scena ha del comico e infatti Zeus sbotta in una sonora risata, ma
impone a quel piccolo manigoldo di restituire ad Apollo la mandria. Siccome
davanti all'onnipotente Zeus non si può mentire, Hermes porta Apollo
al nascondiglio dei buoi, ma astutamente fa come per caso intravedere
la cetra ad Apollo, il quale ne rimane talmente entusiasta che in cambio
di essa lascia ad Hermes la mandria. Anzi, va ancora più in là,
e gli promette eterna amicizia. Prima però, per precauzione, gli
fa promettere con un solenne giuramento che mai più gli avrebbe
rubato qualcosa di suo. Con Hermes non si sa mai, meglio andare sul sicuro!
In questo divertente racconto mitologico si colgono numerosi simboli
e funzioni del pianeta: Hermes prima di tutto non si lascia sfuggire le
occasioni, le coglie al volo, con una rapidità sorprendente, ed
ha una notevole capacità di negoziazione, come dimostra lo scambio
con Apollo.
Appare evidente come la destrezza mercuriale, il furto,
non è qualcosa che nasce da una reale progettazione, ma da uno
sfruttamento dell’occasione, specie se non c’è dietro
una grande struttura etica.
Leggiamo poi la funzione dell’adattamento, perché
nel mitologico furto agli dei c’è la metafora di prendere
qualcosa da ognuno di loro, che è una capacità tipicamente
mercuriale: l’adattarsi alle circostanze.
Anche la bugia, specie quella legata la divertimento,
non tanto alla falsità (che è più plutoniana) è
una cosa tipicamente mercuriale.
Il prendere in giro, prendersi gioco, degli altri, di sé stessi
e un po’ anche della vita. La capacità di sdrammatizzare,
quella cosa che tante volte aiuta a risolvere i problemi, semplicemente
osservandoli da un’altra angolatura, da una prospettiva più
distaccata, per scoprire che si può prendersi un po’ meno
sul serio, si può persino ridere di noi, e giocare, come fanno
i bambini, per i quali tutta la vita è gioco.
Dio degli oratori
Per volgere un'occasione a proprio profitto, occorre spesso avere una
facile parlantina. Perciò, Hermes è anche il patrono degli
araldi, imbonitori e oratori e aiuta sotto questo profilo mercanti e innamorati,
magari non sempre sinceri!
È Hermes che a Pandora "infuse in petto l'eloquio brillante,
le menzogne e gli astuti discorsi, giusta il volere di Zeus dal cupo fragore
e infine le diede voce l'Araldo divino" (Esiodo, Le opere e i giorni,
77 e ss.).
Hermes ha anche qualcosa di magico: possiede la cappa che lo rende invisibile,
la bacchetta magica che addormenta o risveglia gli uomini, nonché
i calzari alati.
Egli giunge come uno spirito: improvvisamente è presente. "È
entrato Hermes" si soleva dire quando in una riunione calava un improvviso
silenzio.
In considerazione delle sue qualità magiche da un lato e della
sua destrezza dall'altro, si finì per ascrivere ad Hermes l'invenzione
dell'alfabeto, dei pesi e delle misure.
Non c'è dubbio che una delle più importanti funzioni
mercuriali è la comunicazione, dunque l'oratoria, ma anche la scrittura,
il linguaggio ed ogni forma di comunicazione verbale e non, senza trascurare
il gusto per il pettegolezzo!
Dio della soglia
Accade in seguito che Zeus si rende conto che non può
seguire tutti i suoi regni e tutte le diatribe tra gli dei, e così
decide di concedere ad Hermes la possibilità di spaziare tra i
vari suoi regni. Per questo egli diventa re dei confini, che lui è
l’unico a poter superare. Allo stesso modo diventa Dio della soglia
e signore di tutte quelle fasi della vita in cui siamo ad un passaggio,
per esempio da bambino ad adulto, come se si fosse su un ponte.
A Hermes erano dedicate lungo le vie e sui crocicchi le Erme, colonne
quadrangolari portanti in cima la sua testa. In origine si trattava di
mucchi di sassi, ai quali ogni viandante ne aggiungeva uno; la colonna
al centro era in principio un simbolo fallico, ma piuttosto come segno
di potenza che di fecondità (per quanto Hermes s'interessasse ad
amori e amanti, non lo faceva sotto l'aspetto puramente sessuale, ma per
combinare i casi).
Ma quei mucchi di sassi avevano anche uno scopo pratico: indicavano la
giusta via e indicare la via è un altro dei compiti di Hermes.
È Hermes che accompagna Priamo attraverso le linee greche quando
questi si reca da Achille per implorarne la restituzione della salma di
Ettore.
È lui che dà utili informazioni ad Ulisse, quando questi
si precipita da Circe per vendicare i compagni.
È nuovamente lui che porta Era, Atena e Afrodite da Paride affinché
aggiudichi il pomo alla più bella.
Va detto che Hermes era anche un estimatore del bel sesso; infatti quando
Efesto intrappolò Afrodite ed Ares dopo averli colti in frangrante,
esponendoli alla pubblica gonia, tutti gli dei e le dee (specialmente
Era!) si dimostrarono indignati di fronte al divino tradimento, mentre
Hermes fu l’unico che, indicando Ares disse: Beato lui, quanto vorrei
essere al suo posto! Si racconta che Afrodite, apprezzando questo complimento,
si sia poi concessa ad Hermes e ne sarebbe nato l'Ermafrodito.
Nel divino incarico di indicatore delle vie e di messaggero cogliamo
la funzione mercuriale di comunicatore. Mercurio infatti mette in comunicazione
con l'altro da sè, ma fa da ponte anche tra l'Io ed altre istanze
quali il Super-Io e l'inconscio. Allo stesso modo mette in comunicazione
la nostra funzione razionale con quella intuitiva e creativa.
Guida delle anime
Hermes è però anche colui che accompagna le anime dei morti
all'Ade, meritandosi per questo l'epiteto di Psicopompo ("accompagnatore,
guida delle anime").
Anche in questo caso la sua funzione è doppia: riaccompagna quei
pochi che hanno avuto il permesso di ritornare alla luce, come Persefone
o Euridice.
Per la sua dimestichezza con gli Inferi è chiamato anche Ctonio.
Di fatto egli è l’unico cui
è concesso di scendere nel regno di Ade, per portare la parola
di Zeus e riportare le impressioni, poiché Zeus legiferava ma non
conosceva le reazioni a ciò. Per cui attraverso Hermes, Zeus acquisisce
molta più saggezza, perché integra alle sue capacità
anche la visione del dettaglio mercuriale.
Si crea dunque questo scambio tra i due mondi che rappresenta la vera
funzione mercuriale di interazione tra le diverse nostre parti.
La sua funzione di accompagnatore nel regno degli inferi, insieme a Persefone,
ne racchiude il simbolismo di psicopompo, ossia colui che ti accompagna
nel profondo per trovare ciò che in superficie non si trova.
I suoi figli
Dal momento che Hermes era uno sfruttatore delle occasioni propizie, non
deve meravigliare il fatto che generò numerosi figli senza mai
contrarre matrimonio. In genere i suoi figli gli somigliano: Autolico
è un ladro e spergiuro matricolato, che per di più rende
invisibile quanto tocca (ma, forse, non è che un'allusione alle
sue mani lunghe); Mirtillo per una notte d'amore è pronto a tradire
il suo padrone; Echione fa l'araldo degli Argonauti. Altri figli di un
certo rilievo sono Eudoro e Dafni.
Dall'incontro con Afrodite nacque invece l'Ermafrodito.
l mito di Ermafrodito propone la fusione degli opposti, tema tanto caro
al mercuriale segno dei Gemelli.
Conclusioni
Appare evidente dai racconti mitologici che lo riguardano, che Hermes
ha un che di estraneo alla cerchia degli dei olimpici.
Come dice Omero si alzò al mattino, appena nato e subito costruì
la lira con il guscio di una tartaruga. La stessa sera rubò i buoi
del divino fratello Apollo.
Egli è il Briccone divino, cui sono concesse cose che a nessun
altro verrebbero perdonate. Infatti gli altri Dei, Apollo compreso, lo
considerano una simpatica canaglia e non lo puniscono, riconoscendo in
lui più la voglia di scherzare che quella di fare danni.
Mercurio è maestro nella capacità d'improvvisare, e di adattarsi
all'ambiente circostante secondo la legge del vantaggio egocentrico, come
i bambini.
Nella sua prima sede, Gemelli, lo vediamo infatti incarnare
in toto il simbolismo del Puer, il piccolo che non cresce, dotato di ali
con cui si muove bene nell’aria ma quando scende a terra è
claudicante. E' un fanciullo versatile, vivace, molto astuto, dotato di
grande capacità di pensiero e di apprendimento rapidissimo, ma
la mancanza di terra rende difficile l'impatto con la realtà, che
è sempre deludente. La mente del Mercurio in Gemelli infatti è
rapida, acuta, sempre in movimento, ma ha difficoltà nel trattenere
le cose, nell’elaborazione e nella memorizzazione.
In Vergine invece è proprio questo che acquisisce,
poichè è costretto a scendere a terra.
Qui le sue potenzialità vengono raffinate, è costretto ad
approfondire, a far funzionare le cose insieme, come vuole la Vergine.
Se in Gemelli nulla può essere trattenuto, qui non si butta niente
e mercurio diventa selettivo al massimo, discriminante ed anzi addirittura
deve imparare a lasciare andare ciò che non serve davvero. Qui
nella sua sede in vergine acquisisce l’importantissima funzione
di mettere insieme la mente con il corpo per farli funzionare entrambe,
in armonia.
E' qui che acquisisce il Caduceo mercuriale, ossia la verga sacra attorno
a cui sono avvolti due serpenti, che ha il potere di addormentare o risvegliare
i mortali.
Il Caduceo è l'emblema dell'equilibrio tra istinto e ragione. E'
qui che assume le sue qualità di intermediario e realizza il compito
di messaggero tra gli dei e gli uomini.
Qui l'intelligenza si fa logica e il Puer assume le qualità di
saggezza del Senex (Saturno), da cui acquisisce consapevolezza e capacità
di approfondimento.
Il terzo passaggio di Mercurio è in Scorpione,
dove il pianeta si trova in esaltazione. Ed è qui che fa il grande
salto di qualità: dopo aver unito il sopra con il sotto, inizia
a prendere in considerazione che queste cose non sono separate.
Qui incontra Ade (Plutone), e scende
nelle profondità per poi risalire, assumendo la funzione di psicopompo,
ossia colui che coglie i contenuti dell'inconscio profondo per
portarli a galla, a livello di coscienza, affinchè possano essere
elaborati.
Il Mercurio in Scorpione infatti è un investigatore che scava per
scoprire la verità, senza mai fermarsi alla superficie delle apparenze.
Qui perde alcune caratteristiche che prima aveva, tra cui la capacità
di comunicare all’esterno, ed è più attratto dalla
comunicazione interiore.
Diventa uno stratega, un giocatore di scacchi che tende a indagare nell’altro
senza voler essere scoperto.
Acquisisce anche una memoria infallibile, purtroppo sintonizzata soprattutto
sui dolori, che non riesce a dimenticare, tantomeno a perdonare.
Queste sono le tre sedi principali di Mercurio: Gemelli, Vergine e Scorpione.
Al di là di esse, a seconda del segno in cui si troverà,
e della sua posizione all'interno del tema oroscopico, questo pianeta
ci informerà sul modo in cui la persona esprime le sue funzioni
intellettive, sul suo grado di adattabilità, sulla qualità
della sua comunicazione sia interiore che rivolta all'esterno, mentre
gli aspetti con gli altri pianeti metteranno in luce eventuali capacità
o blocchi che rendono più o meno agevoli le importanti funzioni
di questo pianeta che è al servizio del Sole, ovvero dell'Io.
Fonti :
Astrologia e mito, Sicuteri
Wikipedia
Immagini tratte dai siti:
www.bahrpr.com/images e www.antinopolis.org
Testo di Manuela Caregnato per https://www.ilcerchiodellaluna.it
Inserito nel sito nel maggio 2008
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