ADITI
Ricerca di Manuela
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Aditi: La madre-spazio/tempo
Dea del cielo infinito della mitologia induista,
il suo nome significa letteralmente “libera da ogni legame”,
o “priva di limiti”.
Nei Veda Aditi è la 'Dea-Madre' ed il suo simbolo terrestre è
l’infinito e sconfinato spazio.
Aditi è dunque la madre-spazio/tempo, creatrice di vita, da cui
ebbe origine tutto ciò che esiste.
Per la sua natura creativa viene considerata una Dea Madre, ma più
precisamente Lei è l’energia che precede la creazione.
Infatti diede alla luce gli dei e le dee che a loro volta portarono tutto
ciò che esiste sul piano della coscienza, dando così luogo
alla realtà.
I Veda concordano nel ritenerla la dea del passato e del futuro, la settima
dimensione del cosmo, la luce celestiale che permea ogni cosa,
e la coscienza di tutto ciò che esiste.
Lei è l’incarnazione femminile di tutto ciò che trascende
la misurazione: l’infinito, il cosmo, la creazione continua, la
divinità stessa.
Sempre secondo le scritture vediche, per quanto femminile al di là
di ogni dubbio, essa era anche padre e figlio.
Non aveva madre e non è mai nata, poichè essa esisteva da
sempre.
L’archetipo
Come suggerisce il suo stesso nome,
Aditi è l’archetipo per eccellenza della libertà più
assoluta e sconfinata.
Libertà dai legami, dagli attaccamenti, dal dolore, dai condizionamenti,
e anche dalla forma.
Lei personifica l’idea dell’immensità del cielo, l’inafferrabilità
dell’etere, l’assoluto e infinito potenziale creativo, libero
da ogni costrizione.
E’ forse il più completo archetipo aquariano cui si possa
pensare, poiché lei rappresenta il mondo delle infinite possibilità
della mente, del pensiero e dell’astrazione che precede la forma.
Infatti il governatore del segno dell’aquario è Urano. Questo
pianeta rappresenta un’energia preposta ad introdurre “il
nuovo” nella nostra vita sia su un piano collettivo che individuale.
Il suo compito è farci superare i nostri limiti, e per questo viene
definito il “grande liberatore” dello zodiaco.
Allo stesso modo Aditi offre un concetto di libertà che è
infinita e superiore, perché trascende ogni forma, ogni concetto
preesistente, ogni pregiudizio, e tutti i parametri di ciò che
siamo soliti definire “la realtà”, per portarci in
una dimensione che è nuova, che è priva di limiti, poiché
si tratta della libertà totale di creare ciò che prima non
esisteva.
Aditi ci ricorda che la libertà è un bene prezioso, un valore
assoluto, ma ancor di più ci ricorda che l’infinito è
dentro ognuno di noi,
anzi è ciò da cui prende origine la vita.
La creazione
Secondo alcuni miti, Aditi è
la genitrice del potente Vishnu, secondo altri di Indra, secondo altri
ancora del dio solare Mithra e della dea lunare Varuna.
Quasi tutte le fonti però concordano sul fatto che nel suo aspetto
di Dea del cielo essa creò le multiple divinità che portano
il suo nome, le Aditie.
Aditi infatti partorì dodici Aditie, una al mese, e in tal modo
segnò i limiti del tempo, fino ad allora privo di suddivisioni.
Si diceva anche che essa ebbe prima sette figli, poi mise al mondo un
grande uovo, che salì in cielo dove divenne il sole.
Un’altra versione ancora afferma che ebbe un figlio solo, ma talmente
splendido che la sua semplice presenza feriva gli occhi di Aditi:
essa allora suddivise l’unico figlio in dodici figli, cui affidò
il compito di reggere l’ordine della natura.
Le Adityas
Le Adityas o Aditie sono i figli di Aditi e sono figure divine variamente
interpretate, il cui capo è Varuna, e più tardi il Sole.
Non ci sono importanti testimonianze scritte circa le Aditie.
E’ evidente però la loro connessione con i dodici mesi dell’anno,
poiché le aditie sono dodici, e come tali simboleggiano anche i
segni dello zodiaco.
La versione secondo cui partorì sette figli e poi il sole fa pensare
ai sette pianeti su cui si basò l’astrologia antica per interi
millenni, prima della scoperta di Urano.
Da qui il suo attributo primario di reggente dello spazio e del tempo,
cui diede un ordine che prima non esisteva.
La Dea cielo
Aditi è il cosiddetto “prototipo” della creazione,
poiché prima di Lei non c’è nulla, quindi è
l’idea originale da cui prende forma ogni cosa.
Lei è la forma pensiero che precede la realtà.
La mitologia ci ha abituato a considerare il cielo un’energia maschile,
che feconda l’energia femminile madre Terra dando luogo alla nascita
della vita.
Anche nella mitologia greca troviamo Urano, dio del cielo, padre di tutte
le stirpi di dei dell’Olimpo.
Urano come Aditi è il numero uno, prima di lui non c’è
niente e nessuno, fino a quando lui si accoppia con Gaia dando origine
alla prima stirpe di Titani.
Urano però rifiuta i suoi figli ricacciandoli nel ventre di Gaia,
perché non coincidono con la perfezione del suo ideale, proprio
come un’utopia che poi trasposta nella realtà finisce per
deludere.
Invece Aditi è la Dea del cielo femminile, materna e paterna al
contempo, completa in sé stessa, sebbene fu anche sposa di Kasyapa
o Brahma.
Aditi è la componente dell'Androgino, o Uomo Archetipico o Protologos.
Nei Veda, viene descritta come la permutazione di Mulaprakriti nel mondo
manifestato, la Radice del Sè Mentale che è anche la Radice
del Sè fisico.
Aditi rappresenta dunque la perfezione divina che diventa realtà.
Inserito nel sito www.ilcerchiodellaluna.it
nel gennaio 2008
Fonti:
wikipedia
www.pantheon.org/articles/a/aditi.html
Immagine: K. Waldherr
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