Pachamama o Mama Pacha, è la
Dea Terra dei popoli andini del Sudamerica, tuttora venerata dalle genti
che ancor’oggi si riconoscono nella cultura Inca.
Prima di continuare la lettura, ti invitiamo a firmare un'importante
petizione per salvaguardare il polmone verde di Pachamama, la foresta
amazzonica, ancora una volta minacciata dagli interessi commerciali
di speculatori privi di scrupoli. Vai alla pag:
Salviamo l'Amazzonia!!
Letteralmente Pacha Mama significa in lingua quechua “madre spazio
tempo” o "madre universo", tuttuno con madre Terra.
Le cime dei monti sono i suoi seni, i fiumi il suo latte di vita e i
campi sono il suo fertile grembo.
Pachamama dunque è la generosa Dea della fertilità e dell’agricoltura,
madre nutriente che dà la vita, ma altrettanto può mostrare
il suo lato crudele quando produce terremoti per ricordare ai suoi figli
che devono sempre onorarla.
Pachamama ci riporta ad un tipo di spiritualità della terra immanente,
panteistica (dal greco pan: tutto) dove tutto è sacro e divino,
la terra è sacra e così gli esseri viventi, in contrapposizione
alla spiritualità di tipo trascendente che domina nelle culture
di stampo patriarcale.
Pacha-Mama è la dea Terra di una religione che in sé stessa
non può definirsi di stampo matriarcale, tantè che i sacerdoti
sono uomini, tuttavia si rileva un’attitudine, presente anche
presso altri popoli che praticano una religiosità di tipo immanente
e non trascendente, a rapportarsi con la terra in un modo meno aggressivo,
più rispettoso, sicuramente più sacro, di quanto facciano
i popoli con religioni di stampo patriarcale, spesso accompagnate da
un razionalismo e utilitarismo che pone il rispetto per l’ambiente
e per gli animali tra gli ultimi valori.
Si nota inoltre che presso questi popoli cosiddetti “sottosviluppati”
ad un maggior rispetto per la terra si affianca anche un ruolo di maggior
preminenza sociale che viene assegnato agli anziani, nonché un
atteggiamento di maggior attenzione nei confronti delle donne, dei bambini
e di tutte le categorie socialmente più deboli.
IL MITO
Pachamama aveva uno sposo (che era anche suo fratello), Pachakamac,
e dalla loro unione nacquero due gemelli, un maschio e una femmina.
Come in altri miti andini, il padre morì oppure, secondo altre
leggende sparì in mare e rimase prigioniero di un incantesimo
in un'isola del litorale.
Pachamama rimase vedova e sola con i suoi figli. Sulla Terra regnava
l'oscurità.
In lontananza videro una luce che seguirono salendo montagne, attraversando
lagune e combattendo contro mostri.
Infine arrivarono in una grotta conosciuta come Waconpahuin, abitata
da un uomo chiamato Wakon. Questi aveva sul fuoco una patata e una pentola
di pietra. Chiese ai due figli di Pachamama di andare a prendere l'acqua.
I due tardarono e Wakon tentò di sedurre Pachamama. Vistosi rifiutato
la uccise, divorò il suo corpo e mise i resti in una pentola.
I due gemelli tornarono e chiesero della madre. Wakon non raccontò
nulla e disse loro che sarebbe tornata a momenti, ma i giorni passavano
e la madre non tornava.
Huaychau, uccello che annunciava l'alba, ebbe compassione dei due gemelli
e raccontò la verità sulla loro madre, mettendoli in guardia
del pericolo che correvano rimanendo con Wakon. I bambini allora legarono
i capelli di Wakon ad una grossa pietra mentre questi stava dormendo
e scapparono in fretta e furia.
Incontrarono una volpe, Añas, che dopo aver chiesto loro il motivo
del loro fuggire, li nascose nella sua tana.
Nel frattempo Wakon si liberò e si mise in cerca dei gemelli.
Incontrò dapprima vari animali a cui chiese se avevano visto
due gemelli, ma nessuno seppe aiutarlo.
Incontrò, infine, Añas. Questa gli disse che i bambini
erano in cima ad una montagna e che avrebbe potuto, una volta in cima,
imitare la voce della madre in modo che i bambini uscissero allo scoperto.
Wakon si mise a correre affannosamente verso la cima e non si accorse
della trappola che nel frattempo l'astuta volpe Añas gli aveva
teso. Wakon cadde da un burrone e, morendo, causò un violento
terremoto.
I gemelli rimasero con Añas che li alimentava con il suo sangue.
Nauseati chiesero se potevano andare a raccogliere qualche patata. Trovarono
un'"oca" (Oxalis Tuberosa, un tubero simile alla patata) assomigliante
ad una bambola, con cui giocarono finchè si ruppe un pezzo. Allora
i bambini smisero di giocare e si addormentarono.
Nel sonno la femmina sognò di lanciare il suo cappello in aria
e che questo rimanesse sospeso senza ricadere. La stessa cosa accadeva,
nel sogno, ai suoi vestiti. Una volta sveglia raccontò il sogno
al fratello. Mentre i bambini si domandavano il significato del sogno,
videro in cielo una corda lunghissima. Incuriositi si arrampicarono
e salirono.
Alla cima della corda videro il loro padre, Pachakamac, impietosito
per le loro disavventure. Riuniti al loro padre, vennero trasformati
nel sole e nella luna.
Per quello che riguarda Pachamama, essa rimase sempre in basso, assumendo
la forma di un imponente nevaio chiamato, anche oggi, La Viuda (la vedova).
IL PANTHEON INCA
Nella concezione inca il mondo è suddiviso
in tre livelli: Hanan Pacha: il mondo di sopra ove
risiedevano le divinità , Kay Pacha: il mondo
di qui , Uku Pacha o Urin Pacha: il mondo di sotto,
ove risiedevano le anime dei morti e dei bimbi mai nati.
Questo è il modo in cui essi fecero convergere l’idea di
spazio e di tempo.
Nella loro cultura era molto sentito il legame con gli astri, la natura
e tutti i suoi elementi, che prendevano vita nelle loro divinità.
La religione del popolo
Nella visione dualistica degli Incas Inti era la divinità
maschile e alta, che aveva una controparte femminile e bassa, Pachamama.
l culto di Inti era in realtà riservato ad una ristretta èlite,
mentre il culto di Pachamama era più legato al mondo rurale e,
quindi al popolo e alla grande maggioranza degli andini, che avevano
nei suoi confronti un rapporto di profonda reciprocità e devozione.In
suo onore si celebravano riti giornalieri per
garantire che la quantità di cibo disponibile fosse sufficiente.
Durante la semina e il raccolto, le donne lavoravano nei campi parlando
a bassa voce con Mamapacha, e versando ogni tanto sulla sua superficie
del cibo fatto con il grano, come offerta di ringraziamento.
La religione dell'èlite
Wiraqucha era la divinità suprema creatrice del Sole,
della Luna e delle stelle, il dio che aveva plasmato i primi uomini
nell'argilla.
Nonostante la potenza attribuita a questo Dio, la sua immagine lo vedeva
sempre raffigurato nei panni di un piccolo bambino di circa 8/10 anni.
Wiraqucha aveva un figlio di nome Inti.
Wiraqucha aveva anche una figlia, Mama Quilla sorella
e sposa di Inti, che generò Mama Ocllo e diede
vita al primo Inca.
Inti ebbe un figlio di nome Pachakamaq (che in lingua
quechua significa creatore dell'Universo, pacha=terra kamaq= creatore),
che era il Dio del cielo o Dio della luna, il quale presiedeva alla
crescita degli uomini, dei cereali e degli uccelli.
L'immagine di Pachakamac era così simile a quella dell'uomo che
gli Inca non ritenevano importante erigere statue o dedicare imponenti
templi in suo onore, ma a lui erano dovuti sacrifici umani.
Pachakamac aveva come sposa Pachamama, Dea della terra.
Su Wiraqucha esistono anche altri miti, tra cui:
-Genera prima il cielo e la terra e poi gli uomini. In seguito a colpe
non ben specificate di questi ultimi, trasforma gli uomini in statue
di pietra.
-Emerge dal Lago Titicaca e crea a Tiahuanacoil cielo, il sole le stelle
e gli uomini. Scolpisce poi dalle pietre gli uomini e li destina nelle
terre che a loro assegna.
-Wiraqucha avrebbe avuto un figlio molto cattivo chiamato Taguapica
che faceva tutto l'opposto di suo padre. Se Wiraqucha creava uomini
buoni, Taguapica li rendeva cattivi...Se il padre faceva pianure , le
trasformava in montagne e viceversa. Seccava le fonti d'acqua create
dal padre. Dopo molte simili vicissitudini, Wiraqucha arrivò
al mare, getto il suo mantello e scomparve tra le onde.
Altri dei minori di questo complesso pantheon sono Apu
(dio delle montagne), Apocatequil ( dio del fulmine),
Catequil (dio dei tuoni), Cavillaca
(dea vergine mangiatrice di frutta, da cui nacque Coniraya, dea della
Luna), Chasca (dea dell'alba, del crepuscolo e del
pianeta Venere, protettrice delle vergini), Chasca
Coyllur (dea dei fiori), Mama Coca
( dea della salute e della gioia), Coniraya (divinità
lunare), Ekkeko (dio del cuore e della buona salute),
Kon (dio della pioggia e del vento venuto da sud),
Mama Allpa (dea della fertilità), Mama
Cocha ("madre Mare"), Mama Quilla
("madre Luna"), Mama Zara (dea del grano),
Pariacaca (dio dell'acqua nato dalla mitologia pre-Inca),
Supay (dio della morte), Urcaguary (dio dei
metalli), Apu Illapu (dio della pioggia e dei temporali).
Molto venerati dal popolo erano gli huaca (le forze) dei monti, dei
laghi, dei fiumi e degli alberi, ai quali si consacravano mucchi di
pietre e si offrivano bambini in sacrificio.
La struttura religiosa
La religione Inca era evidentemente il riflesso della struttura statale
ed infatti il dio Inti era l’immagine dell’imperatore, o
Sapa-Inca (capo degli Inca).
Quando gli inca conquistavano una terra facevano sempre costruire un
tempio a Inti. A Cusco il tempio più importente era il Coricancha,
dedicato appunto al Sole.
Certo è che sotto l'impero di Pachacuti
(nono imperatore, 1438-1471/1472, dell’impero di Cusco, il cui
nome in quechua significa “colui che riforma il mondo”,
tant’è che diede inizio a un’era di conquiste tali
per cui cuzco espanse il suo dominio dalla vallata a buona parte del
Sudamerica),
si affermo sempre di più il culto di Viracocha, trasformandosi
anche in vari miti da creatore in eroe civilizzatore.
La casta imperiale ed il clero dedicavano il loro culto a Wiraqucha,
mentre la religione del popolo era rivolta alle forze naturali e alla
terra.
Inti, potente Dio del sole, veniva celebrato con imponenti cerimonie
2 volte all'anno, in occasione del Raymi ( danza del sole ) durante
il quale veniva acceso un fuoco attraverso l'uso di uno specchio ustorio,
e tale fuoco era custodito esclusivamente dalle Vergini del Sole (Taita
Inti ). La festa si protraeva per otto giorni consecutivi.
Questa festa è celebrata ancora oggi dai popoli andini.
Altro dio importante dopo Inti e Wiraqucha fu Inti Illapa, il Tuono.
Egli viaggiava nella volta celeste con una saetta ed una mazza per generare
il fulmine ed il tuono. Egli attingeva l'acqua da versare sulla terra
dalla Via Lattea.
Al contrario di quanto si possa pensare, gli Inca durante i loro momenti
di devozione e celebrazione delle loro tante divinità, non praticavano
che in pochissimi casi il sacrificio umano, che era invece di animali.
L'uso del sacrificio umano era dedicato ai momenti in cui si verificavano
catastrofi e crisi nello stato, e la scelta del bambino da sacrificare
avveniva ovunque nel territorio. Il bambino doveva essere bellissimo
e privo di qualunque difetto fisico; veniva accompagnato in presenza
dell'imperatore e quindi condotto in montagna ove avveniva il sacrificio
eseguito con un colpo al cranio. Di questi sacrifici vi è la
testimonianza relativa al ritrovamento di una piccola mummia
L'anno degli Inca
L'anno degli Inca era composto da 12 mesi di 30 giorni, cominciando
in dicembre con la importante festa di Capac Raymi, e proseguiva con
una festa ogni mese. Le cerimonie spesso di lunga durata e molto complesse
dal punto di vista cerimoniale erano più delle volte in relazione
a questioni agricole ed alla salute, tanto degli stessi esseri umani
che delle coltivazioni e prodotti agricoli. La figura forse più
importante di sacerdote maschio era per gli Inca il Willaq uma che aveva
il potere di nominare nuovi sacerdoti e di insegnare loro la "
dottrina religiosa ". Oltre a questo, avevano anche funzioni di
Guaritori e stregoni che si dedicavano alla divinazione per conto di
terzi. Anche per le donne vi era la possibilità di diventare
Mamaconas, e questo era privilegio delle ragazze nobili e molto belle
che dopo anni di studio e lavoro, potevano imparare i segreti dell'arte
e fare giuramento di castità per servire il Dio Inti ( le vergini
del dio Sole ), oppure essere pronte a diventare mogli di nobili di
rango. Nonostante le numerose ricerche e gli studi fatti su questo popolo
e sulla sua cultura, purtroppo non si è potuto svelare a fondo
il segreto ed anche l'alone di mistero che da sempre ha accompagnato
gli Inca.Da ciò che è rimasto a testimonianza di questa
civiltà, le monumentali vestigia di templi come Le fortezze di
Sacsayhuaman, presso Cuzco e le città di Machu Picchu e Ollantaytambo
ne costituiscono gli esempi più noti, oltre ai quali vanno considerate
anche le enormi terrazze costruite per la coltivazione. Si pensi che
queste ciclopiche costruzioni erano eseguite senza l'ausilio di calcina
che saldasse gli enormi massi necessari alla loro costruzione.Basti
pensare che gli Inca furono i depositari di più di 3000 anni
di sviluppo culturale e tecnologico andino. Anche in campo medico gli
Inca eseguivano trapanazioni al cranio, ed usavano praticare la rimodellazione
delle ossa del cranio in bambini molto piccoli, così che la forma
delle loro teste diventava conica. La loro struttura gerarchica interna
al regno, basata sulla loro concezione " duale ", aveva due
Inca regnanti: un Inca hanan "sopra" e un Inca hurin "sotto.
I loro progetti espansionistici destano tutt'oggi delle perplessità:
vi sono testimonianze di spedizioni dirette in Polinesia, e soprattutto
nel periodo del sovrano Pachacutec che Insieme al figlio Tupac Inca
Yupanki conquistò il regno Chimú e alcune zone della Sierra
dell'Ecuador. Dopo di lui, Tupac Inca Yupanqui estese le sue conquiste
alla costa centromeridionale del Perú, il sud dell'Altopiano
Boliviano, il nordovest dell'Argentina il nord ef il centro del Cile
e poi nell'Ecuador, dove fondò una capitale secondaria, Quito.
Gli strumenti che ancora oggi non sono stati compresi e che non hanno
quindi svelato il metodo con cui venivano usati giornalmente dagli Inca
per la loro scrittura sono i Quipus, un sistema di fili annodati che
ancora impegna studiosi e scienziati.
RITO PER PACHA MAMA
Ogni gesto d'amore e rispetto nei confronti
della madre terra è un rito gradito a Pachamama.
Si possono fare canti per lei quando si svolgono le attività
agricole, oppure portare doni sotto forma di grano o riso o cristalli
da interrare
ai piedi di un albero a noi caro, quale segno di riconoscenza.
Oppure si può adottare un piccolo bosco prendendosene cura, o
una spiaggia, o ancora organizzare un incontro tra amiche per andare
a pulire un luogo di natura dall'immondizia, insegnando ai bambini a
fare lo stesso.
Ogni atto d'amore è gradito a Pachamama.
PREGHIERA A PACHA MAMA
"Terra, Dea divina,
Madre Natura, che generi ogni cosa e sempre fai riapparire il sole di
cui hai fatto dono alle genti; guardiana del cielo, del mare e di tutti
gli Dèi e le potenze; per il tuo influsso tutta la natura si
quieta e sprofonda nel sonno. E di nuovo quando ti aggrada tu mandi
innanzi la lieta luce del giorno e doni nutrimento alla vita con la
tua eterna promessa; e quando lo spirito dell'uomo trapassa è
a te che ritorna. A buon diritto invero tu sei detta Grande Madre degli
Dèi; Vittoria è il tuo nome divino.
Tu sei possente, Regina degli Dèi! O Dea io ti adoro come divina,
io invoco il tuo nome, degnati di concedermi ciò che ti chiedo,
in modo ch'io possa in cambio colmare di grazie la Tua divinità,
con la fede che ti è dovuta.."
Erbario inglese del XII secolo, British Museum.
Meditazione Guidata per Pachamama
Per rinnovare profondamente il nostro collegamento con le energie di Madre Terra, nutrire il senso di abbondanza nella vita e rendere più forte il nostro radicamento è utile contattare le energie di Pachamama.
Il Cerchio della Luna ha preparato una meditazione guidata che ti guiderà delicatamente ad un incontro con Pachamama. La meditazione è acquistabile
in formato mp3, a fronte di un contributo di 20 euro.
Per informazioni contatta la casella: info@ilcerchiodellaluna.it.
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