Andre Maris
Si riteneva che le anime dei morti talvolta
uscissero dalle sinuose gallerie delle caverne e dai crepacci. Mari in genere assume la forma di un uccello nella sua dimora infera: vola fuori dalle grotte come avvoltoio o corvo. Nella grande caverna di Supelegor, sul monte Itizine, compare sotto forma di avvoltoio insieme al suo seguito. Le leggende dipingono Mari come una profetessa o un oracolo: I fedeli la invocavano nei pressi delle entrate delle grotte, dove sarebbe apparsa se la si fosse chiamata tre volte. Le sue grotte contengono un focolare o un forno per il pane, dal momento che si ciba di pane il venerdì. Compare all'ingresso di grotte tessendo il filo con una spoletta d'oro o pettinandosi i capelli con un pettine d'oro. Nella sua grotta di Annoto crea matasse di filo d'oro usando corna di montone come spoletta. Le dimore di Mari sono riccamente decorate con oro e pietre preziose, ma si dice che se i ladri ne rubano il tesoro e lo portano via, questo si trasforma in carbone o in legno fradicio. Queste legggende attribuisono alla Dea il potere di vanificare l'avidità umana e di trasformare magicamente le sostanze, un potere che possiedono anche i goblin, suoi avatar, che possono incrementare o diminuire le ricchezze. Mari regge anche il codice giuridico: Lei stessa è la promulgatrice delle leggi, domina sulla vita comunitaria e vigila severamente affinché i suoi comandamenti vengano rispettati. Condanna la bugia, il furto, la tracotanza e la vanagloria, lo spergiuro e la mancanza di rispetto per le persone, le case e le proprietà. In questa dimensione, garantisce un alto livello di condotta morale. Mari domina sui fenomeni naturali: la grandine, i venti, la siccità, i fulmini e le tempeste. Crea tempeste a e causa la siccità per castigare i disobbedienti e i malvagi. Appare mentre attraversa il cielo su un carro sotto forma di una donna che emette fiamme o che è avvolta nel fuoco. Talvolta cavalca una scopa o viaggia sulla groppa di un montone. In quanto incarnazione del fulmine, è spesso vista come una sfera (o un fascio) di fuoco, o come una falce o un bastone di fuoco. Il folclore narra che scaglia le sue saette dal fondo delle caverne. Scongiuri e offerte possono placare la Dea, e i baschi nel loro sincretismo religioso hanno anche celebrato messe cattoliche e compiuto esorcismi nei pressi delle bocche di alcune caverne. Se compiaciuta, protegge i suoi fedeli rinchiudendo i venti e le tempeste nel mondo infero. Mari è associata con la luna.
A tutt'oggi, le genti della provincia di Azcoitia la rappresentano come
una donna con la testa avvolta nella luna piena. Questa credenza offre
un collegamento fra la dea Mari e la dea greca Ecate-Artemide, che è
anch'essa un'incarnazione della luna. Il folclore basco, che ci racconta
della potenza di Mari sui fenomeni celesti, può suggerire informazioni
riguardo a Ecate-Artemide, importante Dea dell'europa antica, che le
fonti archeologiche non potrebbero offrire. la prole di Mari Tra gli altri consimili sono da annoverare
le Laminak, che compaioni in foma umana, ma con i piedi di gallina,
anatra o oca. Le Laminak elfiche si possono comparare con le Laumas
baltiche: si tratta in entrambi i casi di estensioni dei poteri della
Dea. Le Laminak sono le controparti femminili dei Miade. Aumentano e
diminuiscono la ricchezza, assistono le donne laboriose e vigilano sul
comportamento e sulla sessualità maschile. Le loro attività
di costruttrici di tombe locali testimonia più di ogni altra
cosa della loro profonda antichità e del loro legame con l'europa
neolitica.
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Aditi, |
Cailleach |
Hathor, |
Oestara, Reitia, |
Ade Apollo Ares Attis |
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