ERESKIGAL Vedremo solo alcuni dei vari aspetti di Ereskigal fra cui quanto la rende prototipo – come Lilith e le Lilith appena descritte – della rabbia verso il femminile(1) e quanto la accomuna alla più tarda Gorgone Medusa. Abbiamo visto il racconto di come Ereskigal, precedentemente Dea dei cereali e abitante del mondo superno, Grande Ciclo della natura e del grano, di vita, morte e trasformazione, sia stata violentata dal futuro marito, vicenda in seguito alla quale entrambi furono banditi e relegati nel mondo sotterraneo(2). Ella ha serpenti sul capo e occhi che raggelano la vita – simile alle Gorgoni e a Demetra Nera - trasmette potenza e suscita terrore. Poi Ereskigal fissò su Inanna l’occhio della morte. La percosse. Inanna fu mutata in cadavere Ereshkigal uccide, spietata, Inanna, sua sorella, secondo la legge degli Inferi che non distingue, non discrimina, che vuole morte per chiunque li raggiunga. Con Lilith condivide due caratteristiche: anch’essa genera per lo più ‘mostri ‘(3) e anch’essa mostra un’ira che ha le caratteristiche dell’invidia per le donne che abitano i mondi ‘luminosi’ dei nuovi Dei. Ella infatti non si mostra antagonista nei confronti del maschile: è circondata da maschi, fra cui il suo consorte, genera figli maschi e ha servitori maschi(4). Con la Gorgone Medusa, che vedremo poi, Ereshkigal condivide ‘gli occhi della morte’, quello sguardo di verità che spietatamente attraversa la materia, toglie ogni maschera, è obiettivo nel senso che non traccia confini e giudizi, ma raggiunge l’anima nella sua essenza, spaventoso e pietrificante nella sua freddezza che annulla ogni relazione, ogni emozione, ogni affetto. Quello sguardo depersonalizzante che tante donne rivolgono verso sé stesse, quello sguardo che origina la morte nella forma della depressione. La sua furia, per quanto primordiale, si appoggia sulla legge, è fredda, non paga della sua azione né affamata di altro uccidere. Come un laser contatta il suo oggetto, che viene attraversato dal suo sguardo e dalla sua parola di morte, e passa oltre, perché da oltre viene la sua origine, la disperazione che la costringe alla solitudine e al dolore.
Testo originale di Anna Pirera 2008-2009 Inserito nel sito www.ilcerchiodellaluna.it nell'Ottobre2009 Note: 1 - Per la descrizione di Ereshkigal, mi sono basata principalmente sulla ricerca della Brynton Perera nel suo La Grande Dea. 2 - Naturalmente nell’ambito della nuova cultura patriarcale, che guardava con timore e sospetto al mondo sotterraneo e assegnava gli dei dominatori al cielo. 3 - Fa eccezione il dio Nanna-Sinn, la Luna, luce per illuminare le tenebre e misura del tempo. 4 - Un fatto curioso che accade nel mito è che sarà Inanna, la sorella ‘luminosa’ ad esprimere la rabbia nei confronti del maschile quando condannerò il marito Damuzi – reo di non essersi curato della sua sorte, di essersi installato sul suo trono e di aver sminuito, da bravo narcisista, il dolore della sua compagna - alla morte con le stesse modalità che Ereshkigal aveva usato con lei (gli occhi della morte e la parola dell’ira). La Brynton Perera osserva (op. cit., pag. 167) come accada spesso che le energie ‘furiose’, quando vengono risvegliate in pazienti in cui non fluivano in modo naturale, si rivolgono indomite contro un familiare o il terapeuta. |
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Aditi, |
Cailleach |
Hathor, |
Oestara, Reitia, |
Ade Apollo Ares Attis |
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