SEQUANA
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Il mito
I celti pensavano che la Dea terra
fosse più facilmente visibile nei fiumi che bagnavano la terra.
Così le loro dee terra andrebbero piuttosto definite come divinità
acquatiche. Sequana regnava sulla senna e le sue vallate; luogo particolarmente
a lei sacro era la sorgente del fiume. Durante le feste in suo onore si
portava una sua immagine lungo il fiume in una barca dalla forma di un’anatra
con un frutto nel becco.
Giunti al santuario, i devoti scagliavano nelle sorgenti offerte votive,
spesso statuette, e pregavano per la propria salute; molti di questi gigngilli
sono venuti alla luce durante gli scavi del 1964 alla sorgente della Senna.
I nomi di varie altre dee fiume celtiche sono noti: Sabrina per il Severn;
Clutoida per il Clyde ; Belisama per il Mersey, il fiume che porta anche
il suo nome. Devona per il Devon, Verbeia per il Wharfe, Matrona per il
Marna.
Nell’arte e nella statuaria queste dee venivano raffigurate pigramente
distese con lunghe vesti svolazzanti le cui pieghe ricordano le onde dei
fiumi. Spesso avevano in mano una cornucopia o della frutta o altri simboli
della fertilità apportata alla terra dalle loro acque.
In irlanda, dove son ricordati miti e nomi delle dee, si diceva che Boann,
Sinann e Banna erano state delle ragazzine curiose che cercando la saggezza
immortale si recarono a un pozzo alle foci dei rispettivi fiumi: il Boyne,
lo Shannon e il Bann. I pozzi, furibondi per esser stati disturbati, niente
affatto desiderosi di rivelare segreti, strariparono facendo affogare
le giovani indagatrici. Così, diceva la leggenda celtica irlandese,
si formarono i grandi fiumi della terra. E’ probabile che storie
analoghe sulle dee-fiume venissero narrate anche in britannia e gallia.
Il culto
In prossimità delle fonti del fiume Senna sono stati trovati santuari
dedicati alla Dea, con numerosi ex-voto (stampi di terracotta rappresentanti
arti con medicazioni di vario tipo, e soprattutto coppie di occhi di lamina
di bronzo), offerte in denaro contenute in vasi di terracotta, composizioni
di statuette lignee e raffigurazioni della Dea che manovra un'imbarcazione
conformata come un uccello acquatico e dotata di un'unico remo, da usarsi
in posizione eretta. I reperti sono raccolti in una sala apposita del
Museo Archeologico di Digione (Francia). Essi testimoniano la diffusione
e l'importanza, solidamente radicata in tutta l'area gallica, del culto
delle acque, le cui proprietà curative erano ben note ed apprezzate
anche nel mondo romano, senza però la connotazione religiosa propria
del mondo celtico. Santuari e piscine dedicate anche ad altre divinità
sono presenti in altre aree.
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© 2007
Inserito nel sito www.ilcerchiodellaluna.it
nel settembre 2007
Fonti: "il dizionazio delle Dee
e delle Eroine" di Patricia Monoghan e Wikipedia
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