Dee Madri di tradizioni meno note
Ricerca per https://www.ilcerchiodellaluna.it
Ogni tradizione ha venerato Madre Terra
attraverso le figure di Dee Madri cui hanno dato nomi differenti, che
per ovvie ragioni sono meno note della stessa Gaia.
Questa ricerca è dedicata alle Dee ALA, MA-EMMA, MAMAPACHA, PERCHTA,
TACOMA E TAILLTE'.
ALA, ALE, ANE
La divinità più popolare della
tribù Ibo della Nigeria è la madre terra Ala, creatrice
di tutto ciò che vive e regina dei morti che provvede alla lealtà
reciproca nella società e dà la legge.
Essa viene venerata ancora oggi. E’ la guardiana della moralità,
colei su cui si pronunciano i giuramenti e nel cui nome i tribunali
giudicano.
L’altare a Lei dedicato occupa il posto centrale in ogni villagio
Ibo. È al suo albero sacro che il popolo offre sacrifici al momento
della semina, della raccolta dei primi frutti e della mietitura.
MA-EMMA , MAA-EMA
La Madre-Terra degli Estoni era una delle grandi divinità di
quel popolo baltico, riverita ovunque un vecchio albero si ergesse da
solo in una palude, o dove un mucchio di pietre segnasse le fondamenta
di una casa da tempo rasa al suolo dal fuoco.
Poiché essa controllava tutte le creature della terra, gli esseri
umani dipendevano da lei per il cibo; per ringraziarla di quanto essa
aveva elargito loro, essi le offrivano le primizie di prodotti come
il latte, il burro, la lana.
Uno dei giorni più adatti per celebrare le feste in suo onore
era quello di mezza estate, quando si accendevano per ricordare la sua
fecondità, dei fuochi, intorno a cui si radunavano mandrie di
animali, in modo che il fumo sacrificale potesse proteggerli per tutto
l’anno. Fiori ed erba, portati da bambini in mezzo al fumo, venivano
fatti mangiare agli animali. La serata terminava quand ola donna più
eminente del villaggio guidava tre processioni intorno al fuoco, poi
metteva per terra del cibo ringraziando ma-Emma con queste parole: "madre,
tu hai dato a me, ora io do a te. Accetta da me quello che io ho accettato
da te".
MAMAPACHA, AMARA, PACHAMAMA
Gli Incas vedevano la terra come una dea-drago che viveva sotto le montagne;
di tanto in tanto essa si scuoteva e in tutto il mondo si verificavano
dei terremoti. Mamapacha era anche la Dea dell’agricoltura; si
dovevano celebrare riti in suo onore giornalmente per garantire che
la quantità di cibo disponibile fosse sufficiente. Durante la
semina e il raccolto, le donne lavoravano nei campi per parlare a bassa
voce con Mamapacha, versando ogni tanto sulla sua superficie del cibo
fatto con il grano come offerta di ringraziamento.
PERCHTA, BERCHTA, PERCHT
Un’antica Dea Madre sopravvissuta nella moderna Germania, Svizzera
e Austria sotto il nome di donna cervo.
Essa ha fama di render fertili i campi e favorire la nascita di vitelli
forti.
Si dice che la si può talvolta vedere mentre aleggia sui campi
per nutrirli, con il suo mantello bianco che assomiglia a una nebbiolina
diffusa.
Naturalmente c’è anche la faccia negativa della medaglia:
la Dea non sopporta la pigrizia, ispeziona con cura conocchie e arcolai,
cercando i pezzetti di lana sciupati; se ne trova, graffia la tessitrice
colpevole oppure ancor peggio, le apre la pancia e la imbottisce con
gli avanzi di lana.
Essa stessa, tuttavia, ha un aspetto piuttosto trasandato, con i lunghi
capelli scarmigliati e le vesti logore. La sua faccia è rugosa
come una mela ma i suoi occhi sono belli; il periodo dell’anno
che preferisce è quello dei dodici giorni di Natale, che culminano
nel giorno di Perchta, quando tutti mangiano le torte di farina e latte
in suo onore lasciandone qualche fetta per lei; essa verrà segretamente
a gustarle ma se qualcuno cercherà di spiarla o di sorprenderla
mentre mangia si troverà cieco per tutto l’anno.
TACOMA, DAH-KO-BEED, TACOBUD,
TAKKOBAD, TAKOBID, TEHOMA
La grande Dea terra dei monti Cascade (Nord
America) era incarnata nella vetta nevosa del monte Rainier. Presso
i Salish, i Nisqualli, i Puyallup, gli Yakima e altri popoli di quell’aera,
Tacoma era la protettrice delle acque del paese che apportavano il nutrimento
sotto forma di salmone che risaliva la corrente per andare a deporre
le uova.
Su di lei fiorivano le leggende che solitamente la collegavano alle
altre montagne delle Cascade e dell’Olimpo.
Una di queste leggende narra che essa in origine era un’enorme
donna che aveva un marito in comune con altre due mogli. L’uomo,
stufo delle loro continue liti le collocò una distante dall’altra:
due su un versante del Puget Sound e Tacoma sul versante opposto dove
non mancava lo spazio per la sua grande massa. Tutto ciò non
le impedì comunqe di seguitare a lanciare improperi alle sue
co-mogli.
Secondo un’altra versione, il marito e una delle altre due non
la lasciavano riposare un momento, finchè un giorno lei si stancò,
si mise a sedere e rimase irremovibile continuando tuttavia a odiare
l’altra moglie contro la cui testa gettò dei carboni ardenti:
sarebbe questa la ragione per cui oggi il monte Constance è calvo.
Un altro racconto ancora dice che Tacoma, anche in questo caso una montagna,
quando era una giovane montagna-donna, sposò un principe della
montagna.
Ma non avendo ancora al momento del matrimonio ultimata la sua crescita,
dopo poco aveva superato il marito in grandezza. Così per dar
spazio al marito e al suo popolo, essa attraversò il Puget Sound,
portandosi via i frutti selvatici e il salmone.
Tacoma crebbe talmente da diventare una montagna-mostro, perché
mangiava qualsiasi cosa ponesse piede sulle sue pendici; divorava voracemente
gli animali come le persone umane. Infine il grande dio Changer la trasformò
in una volpe e sfidò Tacoma a ingoiarlo, dopo essersi magicamente
attaccato a un’altra montagna. Quando Tacoma tentò di ingoiare
il dio, ingurgitò un’enorme quantità di pietre e
di acqua ma non riuscì a smuovere Changer.
Fece un altro tentativo e .. scoppiò: il suo sangue bollente
correva giù, lungo le sue pendici.
Il suo cadavere è rimasto lì, ricoperto di neve, un corpo
di donna pietrificato.
TAILLTE
Nell’antica irlanda si diceva che la
Dea dell’agosto fosse madre della luce, incarnata nel dio Lug.
Una delle grandi dee-terra del luogo, Taillte, viveva sulla magica collina
di tara, da cui diresse il taglio di un’immensa foresta, il bosco
di Cuan. Occorse un mese per creare il piano di Oenach Taillten, dove
Taillte costruì poi il suo palazzo; esso è indicato ancora
oggi sulle mappe dell’Irlanda come Teltown, vicino a Kells. In
suo onore veniva celebrata ogni anno una festa, che durava tutto il
mese di agosto. Questa usanza durò per generazioni e generazioni
e sussisteva ancora nel medioevo: i riti religiosi erano accompagnati
da fiere ed esibizioni sportive. Infine l’usanza si estinse, ma
venne ripristinata all’inizio del nostro secolo, in un tentativo
di far rivivere la cultura irlandese sotto il nome di Giochi Taillteani,
una sorta di Olimpiadi locali.
Fonti: "il dizionazio delle Dee e delle Eroine" di Patricia
Monoghan