La Grande Dea |
La Civetta
La Dea uccello prende le sembianze della
civetta, annunciatrice di morte, ambigua. E' uno dei volti più diffusi
della Dea nel neolitico, che accomuna culture diverse nel tempo e nello spazio.
Alla civetta, geroglifico della morte presso gli egizi, sono attribuiti da
sempre la seggezza e il potere di vedere oltre, nella notte, caratteristiche
oracolari e forza di difesa contro il male.
Occhi spalancati nel buio, ali spesso aperte, è il più delle volte associata a simboli di movimento, a labirinti di segni, con valenza rigeneratrice.
Si incontra e fonde con la vulva della Dea
in innumerevoli figure, fra cui le splendide dee margiane qui in filigrana.
La civetta accompagnerà nel tempo alcune delle più significative
dee oscure, da Atena-Gorgone alle numerose dee e streghe dalle caratteristiche
aviarie delle culture europee: la Morrigan, Regana, Baba Yaga, Lamia, Ana
e Anat.
Dea della
morte rigida, occhi rotondi che richiamano la Dea civetta. Baradi, 4.300
a.C. |
Dea della morte nel suo volto più astratto, Sardegna, alabastro, 4.000 a.C. circa. | Figura ritrivata in ambito funerario a Vicofertile, 5.500 a.C. | Nudi rigidi nella
versione più corpulenta, braccia aderenti al corpo, viso con
maschera, Sardegna, provenienza funeraria, 4.500 a.C. circa. |
Vasi canopi a figura di Civetta, cultura Baden, Ungheria, 3.000 a.C.
_______________________________ La Dea della Morte
|
A
Dx |
||||
|
|
|