La Grande Dea
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La Dea Neolitica a Malta
Nella civiltà maltese il culto dellla Dea origina la produzione di alcune fra le più belle figure del neolitoco, nonché un'architettura sacra unica: le figure della Dea si ripetono, con iconografia simile, nelle piccole sculture e nelle grandi, come nella forma esterna e nella struttura interna dei templi*.
Quasi 3.000 anni (dal 5.000 al 2.500 a.C.) di ininterrotta attività religiosa, perlopiù senza importanti influenze da parte di altre culture, ci hanno lasciato numerosissime testimonianze della Dea che appare nelle sue principali forme.
In particolare sembra chiaro che a Malta fossero due le principali valenze della Dea, probabilmente oggetto di culto in templi e luoghi sacri separati: la Dea della Vita, a presiedere, fra l'altro, ai riti concernenti il parto, e la Dea della Morte e della rigenerazione, venerata soprattutto nell'ipogeo di Hal Saflieni e negli altri luoghi di sepoltura
.
Appartengono al mondo della Dea della Vita molti reperti, fra cui diverse sculture simili alle veneri paleolitiche, dalle forme abbondanti, seni in evidenza, vulva segnata e ventre gravido, come anche un paio di figure in atto di partorire .
Alla Dea della Morte e Rigenerazione vengono attribuiti invece la maggior parte dei reperti, che sono stati in effetti ritrovati in contesti funebri. L'aspetto rigenerativo è fortemente evocato, tra l'altro, dalle decorazioni perlopiù spiraliformi, in ocra rossa e nera, che coprono le pareti delle sale dell'ipogeo.



La Dea dormiente
 

Una delle 'donne obese'

  Corporatura forte, gambe e braccia tornite, che spesso evocano il simbolo dell'uovo, caratterizzano la maggior parte delle sculture maltesi, tanto che quelle appartenenti al periodo più tardo sono state indicate dagli studiosi come le 'donne obese'.
Altra caratteristica comune alla maggior parte di esse è l'assenza di seni, che probabilmente le collega all'iconografia delle dee della morte e ne conferma un ruolo nei rituali di sepoltura.



Fa eccezione la famosa 'Dea dormiente', con seni scolpiti (di cui sono state ritrovate due 'varianti, in figura più sotto), ritrovata nel contesto funebre dell'ipogeo. La sua figura ci racconta della funzione sacra del sonno della sacerdotessa che incuba il sogno profetico e ci ricorda il passaggio attraverso il sonno nel buio che appartiene alle cerimonie iniziatiche di moltissime tradizioni.
Assopirsi nel ventre della Dea per rigenerarsi, per rinascere a nuova vita...

Un simbolo che connette buona parte dei reperti della cultura maltese è l'uovo, che si ritrova ovunque: nelle figure scolpite, specie nelle gambe e braccia, nelle sale dell'ipogeo di Hal Saflieni, che hanno la forma ovoidale e nelle nicchie a uovo che si susseguono per vari livelli, nei decori e infine nelle forme esterne dei templi, che disegnano figure femminili tramite forme ovali che ne tracciano in modo stupefacente le sagome.
Uovo- utero dunque, luogo di nascita, di accoglienza dei morti e di rigenerazione.

La dea dormiente

Dea sdraiata, Malta, Neolitico


 

 

         
La famosa Dea Sdraiata, Ipogeo di Hal Saflieni, Malta,
3.300-2.500 a.C.


  Altra statuina di Dea sdraiata, sempre dall'ipogeo di Malta  

 

 


Templi e forme

Ipogeo di Malta
 

         

Veduta dall'alto dell'ingresso all'ipogeo.
La costruzione riproduce la tipica figura di Dea dalla forme abbondanti, specie nella zona del ventre e delle anche.


 

Una Dea seduta trovata negli scavi del cerchio di pietre di Xaghra, sempre nell'area maltese, 4.100-2.500 a.C.


  Venere di Malta, in argilla coperta di ocra rossa, Hagar Quim, 3.500-2.500 a.C. Di stile diverso dalle 'donne grasse' somiglia alle veneri paleolitiche e presenta seni in evidenza.


 

 

         

Una delle dee sedute dell'ipogeo

  Veduta dall'alto del complesso dell'ipogeo, con in evidenza le due parti, che ricordano le dee doppie madre-figlia. La coppia di templi aveva probabilmente la funzione di scandire le due principali funzioni sacre: morte e rigenerazione per i templi ad occidente e nascita e primavera per i templi a oriente.


 
Ipogeo di Malta
 

         

Un interno dell'ipogeo, con le sue architetture circolari e spiraliformi.

 

Una Dea seduta che mostra la vulva.

 

  La famosa dea doppia, rappresenta una coppia di dee sedute e con ogni probabilità si riferisce alle figure madre-figlia, simbolo dell'alternarsi delle stagioni e delle fasi della vita.

Dee Madri, Malta, Neolitico


 

 

         
Altre statuette raffiguranti la Dea, sempre del periodo della 'donna grassa' di Malta, in posizione seduta, le gambe accavallate o di lato, le braccia conserte.
  Nostra signora di Taxien: all'ingresso del tempio, un gigantesco frammento di statua in roccia calcarea, alto più di 1 metro (la scultura intera doveva quindi misurare 2 metri e mezzo o tre). E' ricorrente in questa figura, come in altre maltesi, il simbolo dell'uovo, sia nella forma delle gambe che nellle decoorazioni della base.
 

 

 

* per immagini create seguendo questa suggestione, vedi : https://www.artificisambrosia.it/arnia/index.php?itemid=86


testi di riferimento:

M. Gimbutas, Le Dee viventi, Medusa
L. Perkovich, Oscure madri splendenti, Venexia
AAVV, La Dea, Electa

Immagini:
alcune delle immagini della pagina provengono da: https://www.donneconoscenzastorica.it/testi/creta/malta.htm

 

 

 

 





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