La Grande Dea |
Il Bucranio
Attributo della Grande Dea neolitica
europea era il bucranio, ovvero le corna - ed eventualmente il
cranio - del toro, simbolo di generazione per la sua somiglianza con la forma
degli organi riproduttivi femmminile, utero e ovaie, significato diametralmente
opposto a quello che ad esso venne attribuito nelle culture indoeuropee, dove
appartiene alla sfera maschile - al Dio del Tuono.
Da questa seconda tradizione il toro, un tempo simbolo della Dea, è
passato a simboleggiare anche la potenza generativa del maschile per giungere
- ai tempi nostri - a rappresentare esclusivamente l'aspetto maschile.
Corna di bisonte erano spesso rappresentate come falci di luna e il bisonte
era un animale centrale nelle raffigurazioni sacre fin dal paleolitico in
associazione con il culto della Dea (come accade ad es. a Laussel, nelle raffigurazioni
interne alla grotta).
Le corna di toro appartengono alla Dea come Generatrice e Rigeneratrice, generalmente
associate a simboli di energia e forza vitale come spirali e serpenti. Il
toro, come mistica fonte di vita, viene visto spesso come una manifestazione
terrena delle cosmogoniche acque primordiali.
Come è evidente dalla figura, la forma dell'utero è assai simile al bucranio | ||
Dea Gravida
su sgabello, Bulgaria, netà del V millennio a.C.. |
Serbia, Venere di Boginj, 5.000 a.C. circa, detta anche Dea dai capelli rossi | Romania, cultura Hamangia, 5.000 a. C. circa | Altra 'venere' dalla postura simile a quella di Bojini. | Serbia, cultura di Starcevo, 5.400 a. C. circa |
______________________ La Dea Generatrice di Vita Gran parte della sacralità della
Dea Generatrice continuerà a Dal
Neolitico della Dea Generatrice ci giungono le Qui a fianco, due figurine trovarte a Catal
Huyuk, Turchia,
La
Dea Generatrice, origine del mistero, potenza della vita, ci si presenta
spesso anche nel neolitioco come già era stato nel paleolitoico
come Dea dai glutei abbondanti, assisa o in piedi, promessa di abbondanza.
I glutei, come doppie uova, rafforzano con il potere del due la fertilità della Dea.
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