La Grande Dea |
Chi
ha inventato la Triplice Dea? Le tre Dee, o i tre volti della Dea, vengono descritti
come la Dea Fanciulla, la Vergine*; La Dea Madre; l'Anziana o la Strega.
Alla luna crescente sarebbe stata associata la Dea Fanciulla, alla luna piena la Dea Madre e alla luna calante la Dea Anziana. Sulla quarta fase della luna, la luna nera, le descrizioni appaiono differire: essa viene associata da qualcuno alla morte come momento della vita della donna - e di ogni essere vivente -, da qualcun altro alla Dea Distruttrice Oscura, da altri ancora al principio fecondatore maschile, incarnato dal Dio, spesso nella forma di toro. Dalla scissione dei tre volti le culture patriarcali
monoteiste avrebbero isolato il volto della Dea come Dea Madre, bianca
e luminosa, pura e celeste, assurto con la Madonna a icona del femminile
luminoso, mentre gli altri volti del divino femminile venivano progressivamente
esclusi e relegati nel mondo sotterraneo e demoniaco. Una caratteristica peraltro evidente della
grande Dea come si sviluppa nel neolitico in corrispondenza con il ciclo
della vegetazione, caratteristica comune alle grandi dee Inanna, Ishtar,
Astarte, Iside, Cibele e in seguito Demetra è quella che ne segna
con nettezza la differenza con il Dio. La Dea è sempre senza età,
immutabile, non cambia nè tantomeno muore, è al di là
del tempo e del mutamento, amante e madre al contempo. Terra fertile e
feconda, sempre sè stessa e sempre fonte di ciò che vi cresce.
Il Dio, al contrario, vegetazione nasce e muore, è giovane e anziano,
re Cervo e re Quercia dellle seguenti tradizioni, e gira lungo la ruota
dell'anno segnandone il ciclo con la sua stessa vita. E sappiamo bene
come il Dio che muore cristiano affondi le sue origini proprio in quest'ambito.
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