La Grande Dea
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I GESTI DELLA DONNA ANTICA
di Valeria Melissa Aliberti*

La Donna Antica ha seni grandi e fianchi larghi; bella e fiera nelle sue forme piene e tonde.
È tutta corpo e non ha tratti definiti il suo viso, perché non è un’individualità ch’ella vuole testimoniare ma la pura, spiraleggiante, accogliente, vibrante energia dell’Eterno Femminino.
E quindi è nuda, nella sua più completa naturalità, libera e spontanea, senza vergogna, senza volgarità.

La Donna Antica dorme da molto tempo, nel cuore della Terra, ma le sue rappresentazioni vivono nell’aria fresca e nella luce del sole, e ci parlano.
Più la ascoltiamo e più, piano piano, le permetteremo di svegliarsi.
Così seguiamo le sue piccole mani che ci guidano nei suoi più intimi misteri, là dove risiede ancora la Magia delle Donne.



       

Poste entrambe sul ventre, cantano al nostro orecchio.
“Guarda, piccola Figlia, Donna di generazioni lontane. Ricorda.
Ecco il luogo dove sei te stessa, il morbido vascello dove si accende la tua fiamma più bella, dove i semi prendono forma, dove tutto si genera e rigenera.
Questo è il luogo da cui ha origine la tua conoscenza, la tua saggezza. È la casa dell’intuito e dell’istinto, tuoi più grandi alleati.
Lì vivi ogni tua emozione.
Lì puoi trovare tutte le sensazioni più belle: armonia, gioia, piacere, bellezza, comunione, commozione, languore.
Non dimenticarti del tuo ventre, dolce bambina. Lì custodisci ciò che nulla può dire.”

Ma talvolta, solitaria, un’unica mano si posa sul ventre e l’altra, alzata al viso, tiene in mano un corno, segnato da tante tacche.
È un invito alla consapevolezza di qualcosa che ognuna di noi conosce nel suo corpo, ma che troppo spesso fa di tutto per dimenticare, desiderando disperatamente di non sanguinare.
Eppure il nostro ritmo è il ritmo della Luna.
Non neghiamo il nostro tempo, non consideriamolo con vergogna, con fastidio, con disgusto.
Il sangue è il nostro sacro legame.
Il sangue ci rende tutte sorelle, figlie di Luna e di Terra.
Ci purifica. Ci rende sempre vergini. Ci permette di tornare integre da ogni nostra lotta. Ci rende sapienti.
Non restiamo sole nel nostro rosso fluire. Prendiamoci per mano, ridiamo, cantiamo e a ogni nuova Luna, insieme, allontaniamo da noi le bugie che ci hanno raccontato sui nostri corpi, sui nostri modi di essere, sul nostro prezioso sangue.
Ad ogni nuovo ciclo onoriamo il sangue che esce dal nostro corpo ed il nostro grande potere.

Restiamo consapevoli del nostro grembo.
La Donna Antica posa costantemente una mano sul ventre, casa dell’Anima. Vicinissima al punto più nascosto.
E con l’altra tocca la sua poderosa coscia.
La Donna Antica è il pilastro delle generazioni, è la Grande Antenata che tutto rende stabile e sicuro.
La Donna Antica non ci abbandonerà mai, perché ci Ama.
Se portiamo la nostra attenzione nel nostro intimo calderone, nutrendo la sua fiamma e chiamandoLa con Amore, Desiderio, Onestà e Dedizione Lei verrà.
E per quanto sarà difficile il nostro Viaggio, Lei ci sosterrà, con le sue gambe forti.
Lei è con noi.
È in noi.
Sempre.

           

Ci guarda coi suoi seni, occhi amorevoli.
Sono grandi come colline, o piccoli e sodi come frutta matura ed entrambe le sue mani li reggono, sussurrando per noi antiche nenie.

“Giovane Donna, cucciola graziosa, non dare per scontato il tuo corpo.
Io sono in te, ma non è solo per le tue forme morbide che puoi essere parte della mia essenza.
Solo svegliandoti a te stessa puoi nutrire il mondo, come io lo nutro.
Puoi attaccarti al mio seno, e succhiare tutto il mio nettare.
Ce n’è in abbondanza, per tutte le mie figlie e per tutti i miei figli. A tutti io dono, ma nessuno mi possiede. La proprietà è illusione.
Guarda le mie mani, posate sui miei seni, e ricorda tutti i miei doni, che possono essere tutti i tuoi doni.
Ritorna alla Natura. Sii spontanea, libera, gioiosa.
Ritorna alle mie Armonie, mio tenero germoglio.
Diventa tu stessa Dono.
Nutriti. E a tua volta, nutri la vita.”

Ma la vita non è mai sola, la morte è la sua compagna fedele.
E la Donna Antica ci rammenta di non aver paura.
La Donna Antica è Signora del Grande Ciclo, è Tutto. Nascita, crescita, vita, morte, rigenerazione.
Ed il suo corpo diviene rigido.


Diventa magro e bianco, come uno scheletro senza più carne calda e pulsante a ricoprirlo.
Le sue braccia sono intrecciate saldamente e nascondono il suo ventre, ma non il suo triangolo pubico, grande ed accogliente.
“Non temere, piccola Donna.
Con la morte ritorni come seme nel mio grembo.
Tutto si crea e tutto si distrugge, non aver paura di ciò che è naturale.
Non c’è fine nelle mie “leggi”, bensì tanti, infiniti, nuovi inizi.
Solo un fluido e costante ritorno.
Scrollati di dosso la paura che ti hanno inculcato.
Guardami nella mia immobilità.
Parla del mio aspetto da avvoltoio, da sciacallo.
Conoscimi senza timore piccola mia.
Ritorna.”


Per un momento la Donna Antica si distoglie dal suo corpo ed alza le braccia, mostrandoci bene i palmi delle sue mani, che tanti misteri ci hanno rivelato.
Mani, piccoli ventri caldi che creano nuove forme.
Mani che guariscono.
Mani che accudiscono.
Mani che si prendono cura.
Mani che raccolgono le erbe.
Mani che trasmettono la Sua dolcissima Magia.
Mani che proteggono la Magia da chi vorrebbe distruggerla e da chi, troppo povero d’Anima d’Amore, potrebbe distorcerla per i suoi miseri, piccoli, egocentrici scopi.


E quando le sue mani tornano a posarsi sul corpo è per mostrarci questo tenero, dolce, terribile, luogo di Magia.
Le sue mani aprono la sua vagina, che diventa immensa.
“Guarda la tua porta sacra.
Il tuo altare mistico.
È da quel varco che sei arrivata nel mondo, dal corpo di un’altra Donna.
E da quel varco verranno alla luce i tuoi figli, se ne vorrai. E se non ne vorrai, o non ne avrai, sarà pur sempre da lì che potrai sprigionare tutti i tuoi femminei effluvi.
Questo è il luogo divino in cui tu, in quanto Donna conosci l’Uomo. Ed è il luogo in cui l’Uomo arriva a conoscere la Donna. È una Conoscenza nella verità, qualsiasi essa possa essere.
In questa umida grotta chiaroscura i Due si uniscono, diventano Uno, l’estasi sale e la bellezza si compie.
La tua vagina accoglie, protegge, trasforma, rivela.
È il calderone della magia più naturale.
È l’origine del mio essere e del tuo dolce, languido potenziale bipolare.
Immerigiti in lei e tocca me stessa dentro te stessa.”





Dorme la Donna Antica, la Grande Antenata, nel cuore della Terra.
E sogna.
E nonostante i tempi odierni siano molto difficili Lei è tranquilla.
Sono rimasti i suoi gesti, a parlare per Lei. I suoi gesti sono la sua voce.
Nulla è mai perduto.
Le donne avranno sempre una possibilità. L’umanità avrà sempre una possibilità.
Dorme, e sogna, e dal cuore della Terra ci guida.
I suoi gesti come la luna piena nel cielo scuro della notte.
Dorme, la Grande Antenata, nel cuore della Terra.
E sogna sogni di luce. Donne centrate, consapevoli, libere.
E ci è vicina. E ci guida. Sempre.
E grazie a Lei possiamo risvegliarci.
Grazie a lei la stiamo risvegliando dentro noi stesse.
Con infinita grazia e profondo Amore.





* Testo originale di Valeria Melissa Aliberti, pubblicato su www.ilcerchiodellaluna.it nel gennaio 2012.
E' vietata la riproduzione senza il consenso dell'autrice
.




 
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Immagini, dall'alto:

Venere di Willendorf, 24.000 aC
Venere di Moravany, Venere di Parabita, Venere Bulgara, Venere di Kostenki (1), Venere di Kostenki (2), Venere di Kostenki (3) 25.0000/15.000 aC
Venere di Laussel 23.000 aC
Inanna, Venere Babilonese (1), Venere Babilonese (2), Venere Halaf (1), Venere Halaf (2), Ishtar, 3.000/1.000 aC
Venere Cicladi, 2.000/1.000 aC
Baubo greco-romana, 100AaC/100dC
Venere dormiente di Malta, 3.000 aC


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Fonti di ispirazione:
"Il linguaggio della Dea", Marija Gimbutas, edizione Venexia
"Le Dee Viventi", Marija Gimbutas, edizione Medusa
"The goddesses and gods of old europe", Marija Gimbutas, Thames and Hudson
"I miti della donna giardino", Uberto Pestalozza, edizione Medusa
"Religione Mediterranea", Uberto Pestalozza, Reprint 1971 Cisalpino - Goliardica Milano
"When God was a woman", merlin Stone, harcourt
"La voce dell'antica madre", Ada d'Aries, edizioni della terra di mezzo
"Delle antiche danze femminili", Irina Naceo, edizioni della terra di mezzo












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