Simboli, Archetipi ed Energie
Comprendere e usare le energie archetipiche


IL CERCHIO



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“Avete osservato che tutto ciò che un indiano fa è in un circolo, e questo perché il potere del mondo sempre lavora in circoli, e tutto cerca di essere rotondo. Nei tempi andati, quando eravamo un popolo forte e felice, tutto il nostro potere ci veniva dal cerchio sacro della nazione e finchè quel cerchio non fu spezzato, il popolo fiorì. L’albero fiorente era il centro vivente del cerchio, e il circolo dei quattro quadranti lo nutriva.L’est dava pace e luce, il sud dava calore, l’ovest la pioggia, il nordo con il suo vento freddo e potente dava forza e resistenza. Tutto ciò che il potere del mondo fa, lo fa in un circolo. Il cielo è rotondo, e ho sentito dire che la terra è rotonda come una palla, e così sono anche le stelle. Il vento quando è potente soffia in turbini. Gli uccelli fanno i loro nidi circolari, perché la loro religione è la stessa nostra. Il sole sorge e tramonta sempre in circolo. La luna fa lo stesso e tutte due sono rotondi. Perfino le stagioni sono un grande circolo nel loro mutamento, e sempre ritornano al punto di prima. La vita dell’uomo è un circolo, dall’infanzia all’infanzia, e lo stesso accade con ogni cosa dove un potere si muove. Le nostre tende erano rotonde, come i nidi degli uccelli, e inoltre erano sempre disposte in circolo, il cerchio della nazione, un nido di molti nidi dove Wakan Tanka (il grande spirito) voleva che noi covassimo i nostri piccoli.” Alce Nero

Il cerchio è un simbolo "UNIVERSALE" dalle origini antichissime.
Simbolo di Sole e Luna, della Terra, del Femminile e di molte altre cose, il cerchio rappresenta la perfezione, la compiutezza, l’unione, “ciò che non ha rottura nè cesura”.
La forma primordiale non è tanto il cerchio quanto la sfera, rappresentazione dell'Uovo del Mondo, dove il cerchio è la coppa o la proiezione della sfera.
Esso rappresenta lo stato della sostanza primordiale, impalpabile e trasparente, uniforme ed indifferenziata. Infatti essendo sprovvisto di angoli e di spigoli simboleggia l’armonia, che grazie all’assenza di opposizioni (come l’alto e il basso) traduce l’indifferenziato in un’uguaglianza di principi.
Emblema tradizionale di ciò che non ha inizio né fine, né direzione né orientamento, esso è formato da una linea unica le cui estremità si ricongiungono per annullarsi l’una nell’altra.
Tutti i punti che formano il cerchio sono equidistanti dal suo centro, di cui essi sono lo sviluppo, la manifestazione.
Il punto e il cerchio hanno delle proprietà simboliche comuni: perfezione, omogeneità, assenza di distinzione o di divisione.

Il cerchio è altresì la rappresentazione figurativa dei cicli celesti - soprattutto delle rivoluzioni planetarie - e del ciclo annuale raffigurato dallo Zodiaco. Tutti simboli dei pianeti partono da un cerchio o mezzo cerchio.
Il movimento circolare è infatti perfetto, immutabile, senza inizio né fine, né variazione; questo fa si che esso possa rappresentare il tempo, il quale, a sua volta, può essere definito come una successione continua e invariabile di istanti tutti identici gli uni agli altri, da cui deriva il concetto di ciclicità.
Per questa sua associazione con il cielo, il cerchio è anche simbolo dello spirito e dell’immaterialità dell’anima, dell’invisibile e trascendente.
Ma più direttamente, il cerchio simbolizza il cielo cosmico soprattutto nei suoi rapporti con la terra. In questo contesto, il cerchio rappresenta l'attività del cielo, il suo inserimento dinamico nel cosmo, la sua causalità, la sua esemplarità e il suo ruolo provvidenziale, in questo modo si ricollega ai simboli della divinità china sulla creazione, di cui produce, regola e ordina la vita.
Se il cerchio rappresenta il cielo e ciò che è divino, il quadrato la Terra e l’uomo. Il compito proverbiale di “far la quadratura del cerchio”, cioè di trasformare un cerchio in un quadrato della stessa superficie, sintetizza gli sforzi dell’uomo per mutare la sua sostanza in quella della divinità.
Secondo la filosofia platonica e neoplatonica il cerchio è la forma più perfetta (il leggendario tempio di Apollo degli Iperborei viene descritto come circolare e la città dell’”isola di Atlandide” viene descritta da Platone come un sistema di anelli concentrici di terra e d’acqua).

Il cerchio nei riti:



Il cerchio rappresenta simbolicamente il corso quotidiano del sole, la successione delle stagioni, la ruota del tempo, e quindi l'ordine naturale dell'universo. Per questo motivo fu associato all’idea di prosperità, crescita e protezione, sia fisiche che spirituali.
Quindi formare un cerchio per i riti o per danzare significava in moltissime culture imitare il corso del sole al fine di ottenere risultati benefici; allo stesso modo si portava il fuoco girando in senso orario attorno alle case, ai campi di grano, al bestiame o anche alle persone, attorno alle partorienti, presso le fonti curative, le pietre sacre, per ottenere influssi benefici; quando si forma un cerchio per danzare, dandosi le mani, la sinistra riceve energia dai ballerini e la destra dà , passa tale energia agli altri;
il cerchio ha almeno due funzioni:
1. Proteggere dalle influenze negative esterne ;
2. Mantenere all'interno ed accrescere le energie positive del gruppo, evitandone la dispersione.
Il cerchio, come cerchio magico o sfera, è un tempio ben definito, pur non essendo uno spazio fisico.
Il cerchio magico ha origini antiche. Alcune sue forme erano utilizzate nell'antica magia babilonese. Anche i maghi cerimoniali del medioevo e del rinascimento le utilizzavano. I cerchi magici venivano usati dai maghi nelle cerimonie per proteggersi dalle forze evocate. Nel mondo celtico, il cerchio ha una funzione e un valore magico. Il cerchio simbolizza dunque un limite magico invalicabile. Per i popoli nomadi il Santuario per la divinità era concepito circolare, come la loro tenda. Per delimitare il Santuario essi fissavano un bastone nel terreno e concepivano il bastone come asse del mondo ed ogni punto della superficie terrestre era concepito corrispondente a tale asse. Con un filo legato al bastone ruotando formavano il cerchio, trasfigurazione del cielo e del cosmo.
Il circolo è la forma più antica della danza in gruppo.
Circondare un oggetto significa prenderne possesso, ridurlo in proprio potere (cerchio magico); la forza, la corrente di energia, da quelli che stanno in circolo passa alla persona che è circondata o viceversa.
La danza intorno a un albero rigoglioso ha il potere di trasmetterne la fertilità a tutta la natura.
Come la capanna di forma rotonda si struttura intorno al focolare o a un palo centrale, così anche la danza in circolo spesso si svolge intorno a un fuoco, a un palo o a una buca scavata nel terreno. Infatti, la configurazione e la diffusione della danza circolare e della capanna rotonda vanno essenzialmente di pari passo.
Fin dall'antichità, alla figura del cerchio è sempre stato attribuito un significato magico - rituale.
Lo spazio circoscritto dai danzatori è uno spazio diverso da quello circostante, privilegiato e in qualche modo sacro. Il danzatore che viene a trovarsi all'interno del cerchio gode anch'egli di questi privilegi ed è protetto da ciò che avviene all'esterno.
Il simbolo del cerchio in ambito naturale non si limita alle culture superiori, ma simboleggia, come abbiamo visto presso diverse tribù indiane, i gesti cosmici del Grande Spirito; assumono poi forme circolari l’orbita lunare e, dal punto di vista dell’osservatore terrestre, l’orbita del Sole e il movimento delle stelle, nonché lo sviluppo naturale. Perciò circolare è la base delle tende e gli accampamenti sono disposti a cerchio.
Sempre in cerchio ci si siede. Le danze di girotondo possono essere considerate “cerchi danzanti”.

il cerchio nelle tradizioni:



Nel Buddismo Zen il cerchio significa illuminazione, perfezione dell’uomo in sintonia con il principio originario.
Nel simbolo cinese yin-yang la dualità è inscritta nel cerchio (T’ai-chi, l’Io originario).
Il passaggio dal quadrato al cerchio, ad esempio nel mandala, rappresenta il passaggio dalla cristallizzazione spaziale al nirvana, all'indeterminazione del principio, passaggio dalla Terra al Cielo, secondo la terminologia cinese.
Anche C. G. Jung si è espresso ampliamente sul simbolo del cerchio: “ Il simbolo del cerchio, si manifesti nel culto solare dei primitivi o nelle religioni moderne, nei miti o nei sogni, nei motivi mandala dei monaci tibetani, nei piani astronomici, indica sempre l’aspetto essenziale della vita, la sua complessiva e definitiva globalità.”
Gli egiziani credevano che molto tempo prima della loro civiltà gli dei avessero stabilito il sistema dell'ordine cosmico e l'avessero trasferito sulla loro terra. Una razza di dei aveva governato l'Egitto per molti millenni prima di affidarlo alla loro linea mortale, eppure divina dei faraoni.
Qualcuno ora ipotizza che a ricordo di questo furono costruite le tre piramidi di Giza la cui disposizione e dimensione corrispondono alle stelle della cintura di Orione ( Al Nitak, Al Nilam, Al Mintaka); ovvero le costruirono sulla terra come una immagine di ciò che esisteva nel cielo.
Platone considerava il quadrato e il cerchio come assolutamente belli in sé; secondo il grande pensatore il quattro si riferisce alla materializzazione delle idee e il tre all'idea stessa: il secondo esprime le essenze e il primo i fenomeni, l'uno lo spirito e l'altro la materia.
Fin dalla più remota antichità, il cerchio è servito a indicare la totalità e la perfezione e a inglobare il tempo per misurarlo meglio; Nella Bassa Mesopotania lo zero è il numero perfetto, che esprime il tutto, e dunque l'universo; il cerchio diviso in gradi, rappresenta il tempo; i Babilonesi l'hanno utilizzato per misurarlo, l'hanno suddiviso in 360° e scomposto in sei segmenti di 60°, il suo nome (shar) indicava l'universo, il cosmo.
La speculazione religiosa babilonese ne ha ricavato in seguito il concetto di tempo infinito, ciclico e universale che si è trasmesso nell'antichità ad esempio nell'epoca greca attraverso l'immagine del serpente che si morde coda (v. UROBOROS). Il sole e l'oro, immagini del sole, sono indicate con un cerchio. Nell'antichità il piano circolare è associato al culto del fuoco , degli eroi e della divinità. Il cerchio esprime l'eterno soffio della divinità, che agisce continuamente e in tutti i sensi. Il tondo possiede un senso universale rappresentato dal globo e la sfericità, sia dell'universo che della testa dell'uomo, é indizio di perfezione. Platone rappresenta la psiche con una sfera e già presso i Babilonesi troviamo questo complesso cielo-terra espresso dal cerchio e dal quadrato : il quadrato inscrive un limite il cerchio esprime l'illimitato.
Jung ha mostrato che il simbolo del cerchio , è un'immagine archetipica della totalità della psiche, il simbolo del Sè, mentre il quadrato è il simbolo della materia terrena, del corpo e della realtà.
Nel mondo celtico , il cerchio ha una funzione e un valore magico. Cuchulainn incide un'iscrizione in lettere ogamiche su un cerchio di legno (fatto con un ramo ricurvo) per fermare l'esercito irlandese che invade l'Ulster. Il cerchio viene fissato a un pilastro e ingiunge, a chiunque legga l'iscrizione, di non oltrepassarlo senza accettare un singolar tenzone. Il cerchio simbolizza dunque un limite magico invalicabile. Il cerchio ha applicazioni religiose immediate: il grande idolo d'lrlanda, secondo i testi agiografici, è circondato da altre dodici pietre di minore grandezza disposte in cerchio.
I templi circolari gallo-romani sono inscritti in un quadrato e rappresentano le interrelazioni fra il cielo e la terra.
Vercingetorige, al momento della resa, descrisse a cavallo un gran cerchio intorno a Cesare, il simbolismo del cerchio é duplice, magico e celeste.
In un disegno di arte Vichinga della Norvegia si vede l'immagine pura dell'uomo spiritualizzato senza essere disincarnato.
Il cubo centrale, con i suoi quadrati le sue scacchiere, le sue squadre e i suoi punti, dà un'idea di questo mondo materiale e creato, limitato e inscritto nel tempo e nello spazio. L'ovale della testa, le curve delle arcate sopraccigliari, i salienti delle labbra e la mandorla degli occhi rappresentano il non-creato, la concentrazione , lo spirituale. La sovrapposizione dei due volumi indica le relazioni fra il cielo e la terra, fra il trascendente, e l'immanente, relazioni che tendono verso un'unione nell'uomo. Possiamo vedere in questo caso: l'immagine dinamica di una dialettica fra il celeste trascendente a cui l'uomo aspira naturalmente e il terrestre in cui si trova attualmente.(de Champeaux G.,Sterckx S., Introduction au monde des symboles,Parigi 1966)

Nel mondo islamico
Nella tradizione islamica, la forma circolare è considerata come la più perfetta di tutte ed è per questo che i poeti dicono che il cerchio formato dalla bocca è la forma più bella in quanto è completamente rotonda.
Raccolto in se stesso, senza inizio ne fine, compiuto e perfetto, il cerchio è il segno dell'assoluto.
La danza circolare dei dervisci mawlaiyya (mevlevi), detti dervisci giranti, è ispirata a questo simbolismo cosmico: imitano il giro dei pianeti intorno al sole, il vortice di tutto ciò che si muove ma anche la ricerca di Dio, rappresentato dal sole. Il loro fondatore, il massimo poeta del Sufismo, ha celebrato questa circumambulazione dell'anima "ho girato, scrive, con i nove padri (i pianeti) in ogni cielo. Per anni ho girato insieme alle stelle"
Il neo-platonismo paragona Dio ad un cerchio, il cui centro è dappertutto e questo tema lo si trova anche nel Sufismo soprattutto nel Mathavi di Jalal Al-Din Rumi, nel Roseto dei Segreti di Mahmud Shabastarid. Rumì contrappone la circonferenza materiale del mondo fenomenico al Cerchio dell'Essere assoluto, affermando inoltre che, se si aprisse un granello di polvere vi troveremmo un sole e dei pianeti che girano intorno.
Anche il Trono di Dio è rappresentato con una base circolare: è l'orizzonte supremo, Khatt al-istima, di cui Maometto ha fatto il giro nel Mi'raj in due gettate d'arco. L'estasi maomettana è consistita dunque nel fare il giro dell'inaccessibilità di Dio.

Nel mondo cristiano
Nell'iconografia cristiana, il motivo del cerchio rappresenta l'eternità; tre cerchi saldati evocano la Trinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Il Santo Sepolcro di Gerusalemme voleva evocare la grande volta dell'universo che l'uomo rappresenta con la sua calotta cranica. Onorio d'Autun riprende questa duplice divisione parlando di chiesa a croce e di chiesa tonda, usando tanto la terminologia usuale che il senso simbolico implicito.
Se la chiesa nel suo insieme ha la forma di una croce latina, come avviene il più delle volte, conviene notare che tale croce può essere ottenuta sviluppando un cubo le cui facce siano stese sul piano di base; la faccia di base, che rimane nella posizione iniziale, corrisponde alla parte centrale sopra cui s'innalza la cupola.
Secondo il Burckhardt per i Padri della Chiesa l'edificio sacro rappresenta innanzitutto il Cristo, come divinità manifestata sulla terra; al medesimo tempo rappresenta l'Universo costituito da sostanze visibili ed invisibili, infine l'uomo e le sue diverse parti.
La chiesa non è più il punto di partenza dell'evoluzione spirituale, ma ne rappresenta il punto finale supremo.
La chiesa romanica presenta l'immagine dell'uomo ma offre prima di tutto il simbolo del1'uomo perfetto, cioè di Gesù Cristo, il cui nome in ebraico significa anche uomo. Il Verbo, facendosi uomo, assume proporzioni umane, con l'lncarnazione unisce la propria divinità all'umanità, collega il cielo alla terra e mette nel cerchio una forma di quadrato che corrisponde alla forma dell'uomo o - meglio ancora- iscrive il quadrato nel cerchio della divinità, rafforzando così ( poiché il quadrato è simbolo di potenza) il suo significato, come si riscontra, per esempio, nella visione di Daniele, delle quattro bestie e dei quattro regni ( Daniele VII, 1-28 ).
Con la Redenzione, Cristo fa esplodere il quadrato e lo spezza, perché è un re spodestato, e del quadrato non resta altro che la croce: in questo modo, Cristo pone la propria natura umana in seno alla natura divina e l'uomo quadrato, tramite l'Incarnazione, si inserisce egli stesso nel cerchio. In altri termini, l'umanità è collegata alla divinità, come il tempo all'eternità, il visibile all'invisibile e il terrestre al celeste.

In Estremo oriente e India
Il cerchio e il quadrato sono per eccellenza in Cina la manifestazione tangibile del cielo e della terra, ed insieme con l'uomo sono gli elementi che fanno parte della concezione dei tre poteri; il cielo che ricopre e produce, la terra che sorregge ed alimenta, l'uomo dotato della facoltà di pensare e provvisto di una volontà cosciente.
Fu-Shi fu il primo mitico sovrano cinese, a lui vengono attribuite l'invenzione della scrittura, della musica e dello strumento con cui Yu il grande misurò il mondo; Nu-Kua era considerata la divinità creatrice del genere umano, fu sposa di Fu-Shi col quale viene spesso raffigurata uniti dalle loro code di drago intrecciate. L'attributo di Fu-Shi è il compasso simbolo celeste e quindi yang o maschile, mentre la squadra simbolo terrestre e quindi yin o femminile appartiene a Nu-Kua, ma quando sono insieme è la dea che tiene in mano il compasso mentre l'imperatore la squadra.
Lieh tzù, tra il 570 a.C. e il 490 a.C. filosofo cinese presunto fondatore del taoismo, racconta che quando il cielo azzurro fu completato, i quattro punti cardinali fissati al loro posto, le acque straripanti che inondavano il paese di Ki bloccate, gli animali malefici morti, il popolo pacifico poté sopravvivere ed Nu-Kua riusci a puntellare il paese quadrato e ad abbracciare il cielo rotondo ... allora tutto fu tranquillo, tutto divenne perfettamente calmo.
La figura del cerchio simbolizza anche i diversi significati della parola: un primo cerchio ne simbolizza il significato letterale, un secondo cerchio il significato allegorico e un terzo cerchio quello mistico.
Il Tawhid, scienza della testimonianza che Dio è Uno, è rappresentato da Al Hallaj con una figura composta da tre cerchi concentrici: il primo cerchio comprende le azioni (di Dio), il secondo e il terzo le loro tracce, e conseguenze sono i due cerchi concentrici del creato . Il punto centrale simbolizza il Tawhid, la scienza, ma si tratta, in fondo, di una scienza della non-scienza di un sapere di non sapere.
Secondo i testi dei filosofi e dei teologi, il cerchio può simbolizzare la divinità considerata non soltanto nella sua immutabilità ma anche nella sua bontà diffusa come origine, sussistenza e consumazione di tutte le cose; secondo la tradizione cristiana, come l'alfa e l'omega.
Lo Pseudo Dionigi l'Areopagita è riuscito a descrivere, in termini filosofici, e mistici, i rapporti intercorrenti tra l'essere creato e la sua causa, grazie al simbolismo del centro e dei cerchi concentrici: allontanandosi dall'unità centrale tutto si divide e si moltiplica. Invece al centro del cerchio tutti i raggi coesistono in un'unica unità e un solo punto contiene in sé tutte le linee rette unitariamente unificate le une in rapporto alle altre e tutte insieme in rapporto al principio unico dal quale tutte derivano. Nel centro la loro unità è Perfetta; allontanandosene un poco cominciano a distinguersi e più se né separano più se né distinguono. In breve nella misura in cui sono più vicine al centro la loro unione reciproca, è più intima e nella misura in cui sono più distanti aumentala la differenza tra di esse.
Nel buddismo Zen troviamo spesso disegni di cerchi concentrici, che rappresentano l'ultima tappa del perfezionamento interiore, l'acquisizione dell'armonia dello spirito.
I cerchi concentrici rappresentano gradi di essere, le gerarchie create e costituiscono la manifestazione universale dell'Essere unico e non-manifestato, in tutto questo, il cerchio è considerato nella sua totalità indivisa. .

Amuleti:


In quanto forma avvolgente, quasi un circuito chiuso, il cerchio è un simbolo di protezione e per questo è spesso usato, in magia, come cordone di difesa intorno alle città, ai templi e alle tombe, per impedire ai nemici, alle anime vaganti e ai demoni di penetrarvi; anche i lottatori tracciavano un cerchio intorno al loro corpo prima di iniziare a combattere.
Il cerchio protettore prende, per l'individuo, la forma dell'anello, del braccialetto, della collana, della cintura o della corona.
L'anello-talismano, l'anello-amuleto o il cerchio magico-pentacolo che portiamo al dito, sono stati usati in tutta l'antichità e da tutti i popoli; si ricollegano infatti alla protezione immediata dell'operatore nei punti più sensibili: le dita della mano, strumenti naturali di emissione e di ricezione del fluido magico, e dunque molto vulnerabili.
Questi cerchi non erano soltanto acconciature, ma anche stabilizzatori per mantenere la coesione fra l'anima e il corpo. Questo simbolismo spiega probabilmente perché i guerrieri antichi portavano un così gran numero di braccialetti, forse ne ricevevano da tutte le persone che si auguravano di rivederli tornare in buono stato, con l'anima debitamente legata al corpo.
Questo stesso valore del simbolo spiega perché anelli e braccialetti vengono tolti o proibiti a coloro la cui anima deve uscire dal corpo, per esempio i defunti, o innalzarsi verso la divinità, per esempio i mistici, anche se in questo ultimo caso può essere presente anche un altro aspetto simbolico, in quanto l'anello indica , fra l'altro , una dedizione e un dono del se volontario e irrevocabile (per questo motivo alcuni religiosi portano la fede).
In ogni caso, quando più valori simbolici si trovano in conflitto, privilegiarne uno significa aumentarne l'importanza ma non per questo cessa di esistere e di esercitare la sua influenza o il valore posti in secondo piano.


Ruota e Tempo



Il quadrato è la figura di base dello spazio, mentre il cerchio, particolarmente la spirale, è il simbolo del tempo: la ruota gira; l'eternità è rappresentata dal cerchio che, dopo aver scandito l'arco dell'anno, ha misurato il tempo, poi l'eternità e infine ha significato l'infinito.
Dal cerchio e dall'idea del tempo è nata la rappresentazione della ruota, che ne deriva e che suggerisce l'immagine del cielo corrispondente all'idea di un periodo di tempo (etimologicamente, l'ebraico collega la torre, che è circolare, alla radice girare, e la generazione umana alla radice muoversi in tondo) . Il simbolismo del cerchio comprende il simbolismo dell'eternità o dei perpetui ricominciamenti. Anche presso gli lndiani dell'America del Nord, il cerchio è il simbolo del tempo, perché il tempo diurno , il tempo notturno e le fasi della luna sono cerchi posti sopra il mondo, e il tempo dell'anno è un cerchio intorno al bordo del mondo (Racconto di Capo Spada Sciamano Dakota).
La volta vorticosa dei cieli e la Ruota del cielo sono espressioni correnti nella letteratura persiana e implicano l'idea di destino.Omar Khayyam scrive: poiché la Ruota del cielo non ha mai girato secondo il volere di un saggio, cosa importa contare sette o otto cieli?
Nel Rig Veda si parla di tre ruote: i brahmani sono in grado di vedere le prime due, quelle del sole che probabilmente rappresentano il mondo terreno e quello celeste.
La terza, che è accessibile solo a quanti hanno penetrato le verità più profonde, è forse il simbolo della sorgente di ogni cosa, dell'ordine cosmico stesso.



Fonti:
www.associazioneghita.it
www.eco-spirituality.org
www.newearth.it
Immagini tratte dalla rete



 



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