Dentro e fuori il labirinto
Il minotauro
II Minotauro, massa bruta che Dante immaginò con testa d'uomo e
corpo di toro, è a guardia del cerchio dei violenti che hanno danneggiato
il prossimo.
Il Minotauro nacque da un'unione animale.
Fu relegato.
Per celarlo fu ideato il labirinto.
Giace nel centro,Cosa è un labirinto
Nel linguaggio comune il termine "labirinto'' ha sostanzialmente
tre significati:
• intrico di stanze o di vie in cui è difficile orientarsi
e facile perdersi;
• una situazione complicata che non si sa come superare;
• il percorso con precise caratteristiche, sia esso di pietre o
di piante o una figura grafica, che questo nome connota.
Che poi con tal nome si indichino giochi specifici, trincee particolari,
sistemi di gallerie e altro ancora, non cambia molto e poco aggiunge al
senso che normalmente si dà alla parola che in ogni caso mantiene
tre semplici e chiari significati.
Concretamente il labirinto è un percorso complicato o comunque
difficile che conduce da un ingresso ad un centro. E anche questo, in
realtà, sembra piuttosto banale.
E' possibile che una cosa così da millenni ci insegua o, peggio
ancora, venga da noi inseguita?
A volte un solo gesto, a prima vista insignificante, dà l’avvio
a una incredibile serie di eventi a catena... quel gesto, in realtà,
insignificante non era.
A volte anche una figura è così.
Intanto, a guardarla bene il labirinto l’ingresso ce l’ha...
ma l’uscita? E il centro perché? E gli ambagi a che servono?
Siamo già in pieno intrigo.
A spiegare c'è il mito. Tutto è chiaro. E' una storia. Ma...
raccomandava Plutarco "Quando sentite le favole che si narrano sugli
dei, del loro vagare, dell'essere dilaniati e di altre sventure, non dovreste
credere che alcuna di queste cose sia avvenuta o sia stata effettuata
nel modo riferito. I popoli hanno stabilito e impiegato dei simboli, alcuni
oscuri, altri più intellegibili, nell'intento di avviare la comprensione
dei concetti divini."
La comprensione... non è sempre facile. Quella del labirinto, poi,
di per sé stessa e alla luce del suo percorso nei secoli, è
davvero complessa.
Le possibili interpretazioni del suo significato sono molteplici sia per
il segno in sé, sia per la congerie di tradizioni alle quali ha
dato origine nel tempo, sia per i tanti simboli ai quali è collegato.
Certo, possiamo goderci il giardino di siepi così com'è
e trovarlo curioso, intrigante ed esteticamente piacevole; o limitarci
ad ammirare gli antichi percorsi di pietra; o divertirci con la penna
a seguire un percorso. Ma se non ci basta, bisogna tornare al passato.
Il labirinto è un segno
Labirinto graffito, rinvenuto in una Domus de Jana di Luzzanas (Sardegna).
Forse il più antico conosciuto: datazione possibile 2.500 a.C.
II labirinto - come si è visto - era strettamente connesso ai riti
funebri. Danze labirintiche furono eseguire attorno al rogo di Settimio
Severo e alla tomba di Giulia Drusilla, e a volte il suo segno è
impresso su lapidi.
Virgilio racconta che un labirinto era disegnato sulla porta dell’Antro
della Sibilla Cumana, all’ingresso dell’Ade. Il labirinto
rappresenta la via del mondo degli inferi.
In India, numerosi disegni tantrici testimoniano un uso antico, ma ancora
vivo in cui il labirinto viene usato per facilitare il parto.
Questo culto rituale si basa sulla corrispondenza della conformazione
femminile con la forma labirintica e quindi sulla necessità di
insegnare al bambino come oltrepassare i sette scomparti nelle viscere
materne e arrivare all’uscita. Tale funzione legata alla nascita
è diffusa anche in Arizona e nel Nuovo Messico.
Il percorso dall’ingresso al centro è dunque un viaggio verso
la morte.
Quello inverso è invece un viaggio verso la vita.
Il labirinto, come mostrano i culti più antichi, è in realtà
la raffigurazione grafica del ciclo vitale; è immagine del mondo
soprannaturale e infero ove sono celati misteri e verità superiori.
Un mondo verso il quale necessariamente ci s'incammina.
Il labirinto è un pellegrinaggio
Labirinto di Sneiton
I labirinti incisi sui pavimenti delle cattedrali erano ad un tempo le
sigle delle confraternite iniziatiche dei costruttori e il sostituto dei
pellegrinaggi in Terra Santa. E' per questo che talvolta si trova al loro
centro l'architetto stesso (colui che era arrivato al centro) o il Tempio
di Gerusalemme (simbolo del centro).
Il labirinto è un viaggio verso il sacro
"Nella preistoria la caverna, molte volte assimilata a un labirinto
o trasformata ritualmente in un labirinto, era contemporaneamente il teatro
delle iniziazioni e il luogo in cui si seppellivano i morti. A sua volta
il labirinto era equiparato al corpo della Terra Madre. Penetrare in un
labirinto - o in una caverna - equivaleva ad un ritorno mistico alla Madre."
(Mircea Eliade, L'épreuve du labyrinthe, Paris, 1978)
Il labirinto è un viaggio verso il centro
"Un labirinto è la difesa a volte magica di un centro, di
una ricchezza, di un significato. Penetrare in esso può essere
un rituale iniziatico, come si vede grazie al mito di Teseo. Questo simbolismo
costituisce il modello di qualsiasi esistenza la quale, attraverso una
quantità di prove avanza verso il proprio centro, verso se stessa."
(Mircea Eliade, L'épreuve du labyrinthe, Paris, 1978)
II labirinto conduce all'interno di se stessi, verso i recessi in cui
si nasconde la parte più misteriosa dell'uomo. E' un viaggio tortuoso,
disorientante e ingannevole che porta davanti a uno specchio impietoso.
E' qui che si decide il ritorno. La trasformazione dell'io che si opera
nel centro del labirinto e che si afferma alla fine del viaggio di ritorno
che dal buio riporta alla luce, contrassegna "la vittoria dello spirituale
sul materiale e nello stesso tempo dell'eterno sul caduco, dell'intelligenza
sull'istinto, del sapere sulla conoscenza cieca".
Dentro il labirinto si attua una discesa ad inferos - dall'ingresso al
centro - ed una rinascita/uscita .
Entrarvi può fare paura, ma è facile. Tutti possono farlo.
Diffìcile è tornare fuori. A Teseo il filo non servì
per addentrarsi, ma per recuperare l'uscita.
Il labirinto è un percorso che offre a chiunque un ingresso, ma
permette un'uscita a qualcuno soltanto.
Teseo ci riuscì con il filo di Arianna, Dedalo con le ali. Molti
furono quelli che nel labirinto morirono.
Il labirinto è in realtà una terribile trappola. Per questo
veniva usato come segno protettivo. Per attirare e catturare il nemico,
visibile o invisibile che fosse.
Questo viaggio misterioso entro un percorso segreto, inesorabilmente preordinato,
è tuttavia ineluttabile e per superarlo non resta che tornare a
ciò che il mito racconta.
Tutto ebbe inizio da un'unione col Dio, la non comprensione del sacro
responso, la mancata promessa fatta al divino...
Interamente tratto dal libro Dentro e fuori il labirinto. La
grande saga del labirinto fra pietre, arte e giardini
di Francesca Romana Lepore, Idea Libri
di cui consigliamo caldamente un’attenta lettura.
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