Luna di Giugno
o Luna di Miele, anche detta Luna Rosa, Luna dei Cavalli, Luna del
Sole, Luna di Litha, Luna Fragola
La luna allegra, luna delle fragole
La luna di Giugno è una luna allegra, espansiva, aperta ai cambiamenti,
come vuole il simbolismo del segno dei Gemelli,
il più giovanile e spontaneo di tutto lo zodiaco.
Hermes-Mercurio, il fanciullo dio
alato governatore del segno, ci invita a muoverci, a fare nuove conoscenze,
a stare all’aperto il più possibile, a viaggiare e a dare
più spazio a quella spensieratezza e spontanea giocosità
che possono rendere la vita tanto più piacevole e leggera.
Il tutto in sintonia con la stagione e con i ritmi della natura, che in
questa fase dell’anno è all’apice della sua fase espansiva:
le ore di luce continuano a crescere, regalandoci giornate lunghissime
in cui godere del dolce tepore della tarda primavera.
L’aria è corposa, calda e profuma di fiori, mentre le farfalle
dalle ali variopinte volteggiano tra i petali…. e così anche
i nostri pensieri si fanno leggeri, a tratti mutevoli e fantasiosi, e
già volano ai luoghi delle nostre vacanze.
In campagna l'erba nei prati è già alta, i cereali sono
vicini alla maturazione, mentre i giardini ancora in fiore danno già
frutti pronti per essere raccolti.
E' una fase di cambiamento che precede il cambio di stagione, per questo
gemelli è un segno mobile, riflesso di un tempo in cui tutto è
in evoluzione, nella natura come dentro di noi.
Infatti il 21 giugno, solstizio d’estate,
ci lasciamo alle spalle la primavera per accogliere una nuova, calda Estate.
Celebriamo Litha, festa di mezz'estate (per il calendario celtico che
fa iniziare la stagione con Beltane), festa del Sole per tutte le tradizioni,
che hanno da sempre attribuito a questo giorno una particolare valenza,
anche magica.
Questo è il momento in cui la luce solare, all'apice delle sua
fase crescente, dà luogo al giorno più lungo dell'anno,
e la notte più breve.. prima di invertire la tendenza.
Un ruolo particolare giocano le erbe. Sin dai tempi antichi si usava infatti
nella notte di san Giovanni raccogliere piante aromatiche da bruciare
sui falò solstiziali.
E' credenza che moltissime piante raccolte in quest'epoca abbiano poteri
quasi miracolosi, e le nove erbe solstiziali che si usava bruciare sui
falò solstiziali sono: Ruta, Verbena, Vischio, Lavanda, Timo, Finocchio,
Piantaggine, Artemisia e l’erba di San Giovanni per eccellenza,
cioè l’Iperico.
Quest'erba del buonumore di color giallo-sole, cui si attribuisce il potere
di antidepressivo naturale, ha sempre goduto di grandissima considerazione.
Si riteneva infatti che, se raccolta a mezzogiorno del solstizio d'estate,
fosse capace di guarire molte malattie, mentre le sue radici raccolte
a mezzanotte avevano una valenza protettiva. Hypericon dal greco significa
infatti proteggere e per questa ragione è bene appenderne un ramo
alla porta di ingresso.
Litha in quanto trionfo della luce è una festa solare, ma poichè
coincide con il passaggio dell'astro dorato nel segno del Cancro, è
anche una festa lunare.
Fuoco ed acqua si utilizzano per onorare il Dio e la Dea in questo magico
momento in cui si passano lo scettro, poichè dal solstizio d'estate
in avanti la luce inizia a decrescere mentre la notte diventa impercettibilmente
già più lunga.
L'acqua solstiziale per eccellenza è la rugiada, o "guazza
di San Giovanni", cui si attribuiscono doni miracolosi, come far
ricrescere i capelli, ringiovanire la pelle o propiziare la fertilità.
Non era raro che molte giovani donne si bagnassero nude nei prati con
la magica rugiada la notte di San Giovanni.
E’ questo un buon tempo anche per le divinazioni e le magie domestiche,
i piccoli e grandi riti protettivi legati all'elemento fuoco e all’energia
del sole.
Per entrare in sintonia profonda con le energie del mese di Giugno, e
con le tinte che ad esse darà il cielo in questo 2013, il Cerchio
della Luna vi propone una meditazione guidata, tappa
del percorso che, di mese in mese,
ci mette in contatto con il cammino evolutivo dello zodiaco, che traccia
un sentiero di crescita spirituale in ognuno di noi in armonia con la
spirale evolutiva della vita.
Corrispondenze della luna di giugno
Spiriti di Natura: silfidi, zeffiretti
Piante: scutellaria, olmaria, verbena, tanaceto, gramigna officinale,
prezzemolo, muschio
Colori: arancione, verde dorato
Fiori: lavanda, orchidea, millefoglie
Profumi: mughetto, lavanda
Pietre: topazio, agata, alessandrite, fluorite
Alberi: quercia
Animali: scimmia, farfalla, rana, rospo, pavone
Divinità: Aine of Knockaine, Iside,
Neith, Uomo della Foresta, Cerridwen, Bendis, Ishtar
Testo di Manuela
Caregnato per https://www.ilcerchiodellaluna.it inserito nel sito nel
maggio 2013
©www.ilcerchiodellaluna.it 2013
Le fasi lunari di giugno 2024
Luna Nuova - 6 giugno alle 14:37 in Gemelli
Primo Quarto - 14 giugno
Solstizio d'estate - 20 giugno
Luna Piena - 22 giugno alle 03:07 in Capricorno
Ultimo Quarto - 28 giugno
La Luna di Giugno in Giardino
di Mimmo Tringale
La luna del solstizio d'estate (20 giugno), insieme alle due lunazioni
degli equinozi e a quella del solstizio d'inverno è una delle quattro
più importanti dell'anno. In questo periodo l'influsso della luna
si manifesta in maniera particolarmente dirompente sulla circolazione
della linfa, scotendo definitivamente il mondo vegetale dal tepore primaverile.
Soprattutto nel periodo che va dalla luna nuova al primo quarto, l'attrazione
esercitata dal nostro satellite sulle piante è talmente intensa
da far trasudare di linfa i tronchi e gli steli di numerosi vegetali.
D'altra parte, in questo periodo si raccoglie la resina migliore dal pino,
la sughera costituisce lo strato di scorza più spesso, le spighe
dei cereali inturgidiscono a vista d'occhio e le rose accelerano la loro
fioritura, per poi appassire per prime. L'influsso lunare rimane stabile
per quasi tutto il mese, ma è soprattutto nei quattro giorni che
seguono la luna piena, che risultano particolarmente favorite gli interventi
in giardino e nell'orto.
Semine (luna crescente) Seminare in piena terra: Alyssum,
Acanthus mollis, Althea rosea, Aster, campanula, Coreopsis, digitale,
garofano dei poeti, Gypsophila, mais ornamentale, nontiscordardimé,
Schizanthus, violaciocche.
Trapianti (luna crescente) Mettere a dimora: gerani,
trapiantare le erbacee annuali perenni a fioritura autunnale, subito dopo
la fioritura diradare e trapiantare le piante rizomatose.
Cimature e Potature (luna calante) Cimare i crisantemi
e i rampicanti, potare alberi e arbusti sfioriti, tra cui le rose non
rifiorenti.
Lavori (luna calante) Estirpare e poi riporre in magazzino
i bulbi già fioriti, zappettare le aiuole fiorite per eliminare
le infestanti, pacciamare il sottochioma di alberi e arbusti per ridurre
l'evaporazione dell'acqua e frenare lo sviluppo delle infestanti.
Articolo tratto da: https://www.lifegate.it/ambiente/articolo.php?id_articolo=538
Le Erbe di Giugno in cucina
a cura di Betty
Forner
Giugno è il sesto mese dell'anno secondo il calendario gregoriano
ed il nome deriva dalla dea Giunone.
Numerose sono le erbe che si possono trovare in natura in questo rigoglioso
periodo dell'anno.
Tra esse, rosmarino, lavanda e iperico sono particolarmente adatte per i
loro benefici effetti.
L'IPERICO
È una pianta glabra, con fusto eretto percorso da due strisce longitudinali
in rilievo ben riconoscibile anche quando non è in fioritura perché
ha le foglioline che in controluce appaiono bucherellate, in realtà
sono piccole vescichette oleose da cui il nome perforatum. Le foglie sono
opposte oblunghe, i fiori giallo oro macchiettati di nero ai margini hanno
5 petali delicati sono riuniti in pannocchie che raggiungono la fioritura
massima verso il 24 giugno (ricorrenza di San Giovanni) da cui il nome
popolare.
L'Iperico è conosciuto anche come "erba di san Giovanni",
ovviamente il "mistero" di questo nome può essere chiarito
soltanto facendo ricorso a varie leggende, le quali tuttavia concordano
sul fatto che Giovanni sia da identificare con il Battista e non con l'apostolo.
Nella Bibbia si afferma che Giovanni si nutriva di locuste e di miele
selvatico. Il termine greco per locusta (akron), però, non indica
tanto l'insetto quanto la cima delle piante su cui la locusta si posa;
é vero che di solito, nella Bibbia, akron indica l'insetto, tuttavia,
quando la leggenda si sofferma a descrivere le preferenze culinarie del
Battista, utilizza lo stesso termine sia per l'insetto sia per la pianta.
Il Solstizio d’Estate rappresenta il tempo dell’abbondanza,
del calore, dei colori, dei profumi, dei frutti e della fertilità
e come tale è una festa della Terra e dell’elemento divino
femminile. Alla nascita del Sole bambino durante il Solstizio d’Inverno
segue la fecondazione della Madre Terra nei riti di Primavera, che sono
la premessa dell’abbondanza estiva.
A tutto questo gli antichi associavano anche il potere di guarigione.
Infatti il Solstizio d’Estate era considerato il momento migliore
per la raccolta delle erbe. Nella tradizione, le erbe venivano conservate
per l’inverno e utilizzate nella cura di svariate malattie. Una
parte, veniva bruciata subito nei fuochi solstiziali. L’erba solstiziale
sacra per eccellenza è l’Iperico. Si credeva che raccolto
a mezzo giorno, come ancora si dovrebbe fare, era in grado di curare numerose
malattie, mentre le radici, raccolte a mezzanotte tenevano lontano gli
spiriti maligni. Per questo motivo, era abitudine appendere l’iperico
sulla porta delle abitazioni. Hypericon, nel greco antico significa appunto
“proteggere” o “sconfiggere un’apparizione”.
In alcune Regioni d’Italia, ancora oggi durante il Solstizio d’Estate
la gente si reca nelle campagne e sui monti per raccogliere le erbe selvatiche,
un eco di un tempo passato. Un rituale di cui si è completamente
perso il significato, ma che riporta gli uomini per un attimo a rivivere
gli antichi rapporti che avevano con la Natura.
L'Iperico per uso esterno è utile per trattare la pelle arrossata
da pannolini nei bambini, per ustioni, eritemi solari, piaghe da decubito
non infette. Per uso interno è indicato per stati depressivi lievi
e moderati, disturbi dell'umore, condizioni di ansia, nervosismo ed ipereccitabilità
nervosa.
L'uso dell Iperico come antidepressivo ha suscitato notevole interesse
anche da parte della medicina ufficiale, sia per l'indubbia efficacia,
clinicamente dimostrata, sia per l'elevata sicurezza d'uso del fitocomplesso
rispetto ai trattamenti farmacologici. In Germania l'Iperico è
ufficialmente approvato per il trattamento dell'ansia e della depressione.
TISANA ALL'IPERICO
50 Grammi di sommità d'iperico
15 Grammi di fiori di tiglio
15 Grammi di fiori di biancospino
10 Grammi di verbena officinale
10 Grammi di foglie di melissa
Portare l'acqua in ebollizione, mettere un cucchiaino di miscela e continuare
a bollire per un minuto. Spegnere e lasciare in infusione per 15 minuti.
Filtrare e bere dopo cena o prima di andare a letto.
IL ROSMARINO
Il Rosmarino è un arbusto sempreverde appartenente alla
famiglia delle Labiatae; i fusti sono legnosi, con portamento prostrato
ascendente e può superare i due metri di altezza e si espande facilmente
in larghezza. Le foglie sono piccole, lineari, opposte, di colore verde
scuro e quasi argenteo sulla parte superiore. Sessili e coriacee, persistono
durante l'inverno; i fiori sono irregolari, disposti in verticilli terminali
a forma di spiga; hanno colore blu pallido e raramente biancastro. L'odore
è intenso d'incenso e canfora ed il sapore é aromatico con
proprietà astringente.
Il termine Rosmarinus deriverebbe da "ros" = rugiada e "marinus"
= marino, in riferimento al fatto che queste piante vivono in prossimità
del mare. Il significato è stato mantenuto in numerose lingue:
in spagnolo è chiamato "romero", in francese "romarin",
in inglese "rosemary" ed in tedesco "rosmarin".
I Romani fecero del rosmarino il simbolo dell'amore e della morte, Orazio
infatti diceva: " Se vuoi guadagnarti la stima dei morti, porta loro
corone di rosmarino e di mirto". Nell'antica Grecia veniva bruciato
al posto dell'incenso per fare sacrifici agli dei. Gli egiziani lo utilizzavano
per curare i vizi di stomaco, le congestioni epatiche ed il vomito. Nei
Capitolati di Carlo Magno la specie è presente nell'elenco delle
piante che non devono mancare mai negli orti del regno.
Secondo una leggenda i fiori del rosmarino una volta erano bianchi e divennero
azzurri quando la Madonna, durante la sua fuga in Egitto, lasciò
cadere il suo mantello su una pianta di Rosmarino.
Gli furono conferite anche virtù magiche: nel medioevo veniva usato
per scacciare spiriti maligni e streghe durante le pratiche esorcistiche
e per secoli venne usato come fumigante per disinfettare le stanze dei
malati.
Il Rosmarino é una delle piante simbolo del solstizio d'estate,
e nel linguaggio dei fiori il messaggio di questa pianticella sempre verde
esprime, "sono felice quando ti vedo", inoltre sembra che portare
sul cuore un ramoscello fiorito doni una grande felicità interiore.
Il decotto di rosmarino serviva per la pulizia delle cucine, lavelli,
vasche da bagno; rametti di rosmarino venivano posti nei cassetti della
biancheria, negli armadi per profumare e tenere lontane le tarme.
Il Rosmarino ha proprietà di antisettico, antispasmodico, colagogo,
diuretico, stimolante stomachico, tonico, vulnerario, rilassante, aumenta
la memoria, aromatizzante, aperitivo, digestivo, balsamico.
Molto comune nella cucina mediterranea, come è avvenuto per molte
erbe è entrato nella cucina attraverso la via della medicina, serve
ad aromatizzare arrosti, patate, castagnaccio, verdure saltate in padella,
pane,focacce, marinate, cacciagione.
Questa é un'antica ricetta in cui veniva usato il Rosmarino.
VINO AROMATICO AL ROSMARINO
1 Litro di Vino Rosso
25 Grammi di Foglie essiccate di Rosmarino
25 Grammi di Foglie essiccate di Salvia
15 Grammi di Miele
Versate in un recipiente il vino rosso, aggiungendo le foglie essiccate
di rosmarino, le foglie essiccate di salvia e il miele. Scaldate il tutto
a bagnomaria per 20 minuti, poi lasciate riposare fino al completo raffreddamento.
Filtrate, versate in una bottiglia e prendetene un bicchierino a ogni pasto.
LA LAVANDA
Pianta con una base legnosa bruna e senza foglie da cui si sviluppano
numerosi fusti erbacei, alti fino a 70 centimetri, a sezione quadrangolare
e grigio-pubescenti. Le foglie sono opposte, lanceolato-lineari gradatamente
ristrette in un apice acuto, con il margine ripiegato e rivolto verso
la superficie inferiore; ambedue le superfici sono biancotomentose, l'inferiore
anche ghiandolosa; nei giovani germogli le foglie talvolta sono piane,
verdastre e scarsamente pelose.
L'infiorescenza è posta al termine del fusto che nella sua parte
superiore manca di foglie; talvolta si hanno infiorescenze laterali inserite
all'ascella delle ultime foglie. I fiori sono riuniti in verticilli che
nel loro insieme formano una specie di spiga; essi hanno un calice tubulare,
tomentoso e di colore bluastro, terminato da cinque denti piccoli e ottusi;
la corolla è tubulare e termina alla fauce in due labbra: quello
superiore è bilobato, l'inferiore è diviso in tre lobi
sottili.
Il frutto è dato da quattro acheni allungati, di colore bruno e
lucenti, posti alla base del calice persistente.
La Lavanda è conosciuta fin dai tempi più antichi per le
sue proprietà antisettiche, vasodilatatorie, antinevralgiche, per
i dolori muscolari ed è considerata un blando sedativo.
Nell'antichità la lavanda era usata non solo per il suo profumo
e per l'igiene personale ma anche come disinfettante: nel Medioevo e fino
al 1700 si cospargevano e si strofinavano i pavimenti utilizzando la lavanda
come disinfettante.
La spiga di lavanda è considerata un amuleto contro le disgrazie
ed i demoni e si dice che sia anche un talismano per portare prosperità
e fecondità. La lavanda è l'essenza astrale del segno zodiacale
dell'Ariete.
In aromaterapia, viene utilizzata come antidepressivo, tranquillizzante
ed equilibrante.
Qualche goccia di olio essenziale, aggiunta nell'acqua del bagno, aiuta
a rilassare.
Per uso cosmetico, se utilizzata nell'ultimo risciacquo, quando si lavano
i capelli, oltre che dare un profumo delizioso, aiuta a combattere i capelli
grassi.
I fiori di lavanda, contrariamente a tante altre specie, conservano a
lungo il loro aroma anche se secchi é infatti consuetudine mettere
dei sacchetti di tela nei cassetti per profumare la biancheria.
GELATO ALLA LAVANDA
1/2 Litro di panna fresca,
100 Grammi di miele fluido,
una manciata di fiori di lavanda
3 uova
In una casseruola mescolate con una frusta miele, panna e uova, quindi
raddensare al fuoco, Unite i fiori di lavanda e passate il gelato nella
gelatiera o, se non l'avete, versatelo in una vaschetta per il ghiaccio
e mettete in freezer. Dopo circa un'ora e mezzo estraete e rimescolate riponendo
poi in frigorifero. Ripetete l'operazione almeno un'altra volta prima di
lasciare raffreddare completamente il gelato.
Fonti:
https://it.wikipedia.org
https://www.leserre.it
https://ricette.goup123.com
https://www.fungoceva.it
https://www.erboristeriadulcamara.com
www.lerboristeria.com
https://www.dottorperuginibilli.it/www.billi5_000049.htm
https://figlieluna.altervista.org/tisane.htm
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