LA
MAGICA NOTTE DELLA BERTHA
Una fiaba per il 6 gennaio, di Valeria Melissa Aliberti*
Sul villaggio era calata la notte e tutti dormivano tranquilli nelle loro
semplici case.
Durante il giorno le donne avevano terminato tutte le loro faccende domestiche
e tutto era lindo e ordinato. Insieme, chiacchierando e sorridendo, avevano
tessuto e filato ed ora i loro arcolai riposavano tranquilli e tutto era
silenzioso.
Anche la piccola Kalìa era nel suo caldo lettino, ma non dormiva.
Quella era una delle notti più magiche dell’anno e lei aspettava
che qualche fruscio le annunciasse l’arrivo di Lei.
Impaziente, si alzò in punta di piedi per non svegliare nessuno.
Si avvolse nel morbido scialle di lana che la sua mamma le aveva cucito
su misura e si diresse verso la sala dove, nel focolare, brillavano ancora
le ultime braci del ceppo invernale.
Fuori la luna brillava, e la galaverna adornava gli alberi facendoli risplendere.
Tutto era bello e come sospeso nel tempo e Kalìa sentiva un Amore
grandissimo riempirle il cuore. Amore per il villaggio e per i suoi abitanti,
per la natura, per gli animali.
Quest’Amore le cresceva nel petto sempre di più e Kalìa
era grata di essere parte del Tutto incantato che stava ammirando.
E all’improvviso eccola apparire davanti ai suoi occhi!
Kalìa cercò di nascondersi un po’, di farsi ancora
più piccina per non farsi vedere.
Com’era bella!
Una vecchina dalle vesti semplici si guardava attorno, controllando tutto
minuziosamente. Il suo naso adunco passò sopra al calderone, per
annusare i profumi della zuppa che era avanzata dalla cena. Le sue mani
studiarono i piatti lavati, i pavimenti puliti e infine accarezzarono
i fusi e gli strumenti da cucito. Un sorriso soddisfatto si dipinse sulla
sua bocca che lasciò intravedere denti lunghi ed appuntiti. Un
alone di luce la ricopriva, latteo e splendente come la neve.
Kalìa la guardava piena di meraviglia e gioia. L’aveva aspettata
tanto, e finalmente era arrivata.
Come se avesse sentito il suono delle sue emozioni la vecchina si voltò
verso di lei e fissò il suo sguardo nel suo.
I suoi occhi erano intensi e molto dolci, ma Kalìa avvertiva che
avrebbero potuto essere altrettanto duri se qualcuno avesse osato indispettirla,
e non era certo il suo caso!
- Buongiorno giovane donna
disse la vecchina
- Sono la bianca dama Bertha, signora degli animali e Madre Inverno. Il
mio tempo ormai è passato ma prima di ritirarmi per lasciar spazio
alla primavera ho viaggiato di casa in casa a lasciare i semi dell’abbondanza
che cresceranno nella nuova stagione.
Kalìa, che dalla felicità non riusciva più a parlare,
corse tra le braccia della nonnina, abbracciandola stretta.
- Vieni piccolina. Tua madre mi ha onorata con intento puro e con amore,
e anche tu lo hai fatto
disse la Dea toccando con il suo dito grinzoso la punta del nasino di
Kalìa
- sistemiamo insieme i doni che ho per lei.
Così Kalìa prese la mano calda della Bertha e insieme a
lei fece il giro della casa. E la Bertha lasciò sull’arcolaio
molti gomitoli di morbida lana, riempì il calderone con altra buona
zuppa, mise sul tavolo piccole sementi e rifornì di cibo anche
le mangiatoie degli animali nella stalla.
- Piccola Kalìa, ora devo andare
e così dicendo la bianca dama Bertha baciò la fronte della
bimba. Quel bacio si impresse in lei come una luminosa stellina blu piena
di gioia, luce e fortuna
- continua a credere in me con la stessa gioia e la stessa meraviglia,
Kalìa. Ogni volta che le neve cadrà dal cielo sappi che
io sono con te e quando si scioglierà per la sciare spazio ai bianchi
crochi anche allora io sarò con te. Tornerò l’anno
prossimo, e quello dopo ancora, e ogni anno nelle 12 notti solstiziali
io sarò sulla terra. Buona notte dolce Kalìa, non perdere
mai l’incanto del tuo cuore.
E la buona Bertha se ne andò, volando nel cielo con la sua scopa
di saggina per visitare un’altra casa in cui portare i suoi doni
e far felice il cuore di tante altre giovani donne.
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* Testo
originale di Valeria Melissa Aliberti, pubblicato su www.ilcerchiodellaluna.it
nel gennaio 2012.
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