Gaia, la Madre Terra
Onorare, amare e rispettare la Madre Terra

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ZEMYNA
Di Marja Gimbutas (da "Le dee viventi")



Zemyna, dea della terra lituana, il cui nome viene da zeme, terra, personifica la Madre Terra, umida, fertile, nera (il colore della terra fertile) e potente.
Somiglia a Gaia-Demetra, a Semele, Ops Consive e la slava Mat'Syra Zemlja, Madre Terra umida.
Tra le sue controparti ci sono i guardiani della natura selvaggia (maschi e femmine), divinità maschili che muoiono e risorgono e l'omuncolo sotteraneo: i Kaukai. Queste bizzarre, arcaiche creature sono la manifestazione della vita stessa della terra, collocata tra la morte e la nascita.

Le funzioni di Zemyna riguardano la fertilità e la moltiplicazione. Crea la vita da sè medesima, compiendo il miracolo del rinnovamento. Questo atto è parte della comprensionecon che il susseguirsi stagionale di risveglio, crescita, rigoglio e morte è un fenomeno interdipendente nei confronti di uomini, animali e piante.

La venerazione di questa dea è durata fino a questo secolo.
Da fonti del sediciesimo secolo, pare che nel corso di feste autunnali presiedute da una sacerdotessa venisse offerto a Zemyna un maialino nero da latte (come accadeva per Demetra in Grecia). Le offerte per lei sono della massima importanza: un errore nella scansione delle oblazioni - pane, birra e animali o uccelli neri - provoca terribili conseguenze.
Le offere di pane a Zemyna proseguirono fino agli inizi del ventesimo secolo. Una pagnotta o un pezzo di pane veniva lasciato su un campo di segale, grano o orzo, alla prima aratura di primavera per garantire un anno fertile, oppure alla fine del raccolto, per assicurare l'abbondanza per l'anno successivo.
Al termine del raccolto, i mietitori dovevano trovare il pane per girarci intorno per tre volte. Dopodiché potevano mangiarne un pezzo e seppellire il resto.

La madre terra era venerata sulle cime delle montagne coronate con grandi pietre. La pietra della cima rappresenta l'omphalos*, l'ombelico, un punto in cui si concentra il potere della terra. La madre terra era venerata in modo simile in molte culture antiche europee.

La terra è giustizia, è anche coscienza sociale.
La madre terra presta ascolto ai richiami, risolve i problemi e punisce tuttio coloro che la ingannano o le mancano di rispetto. Non tollera i ladri, i bugiardi, gli imbroglioni o le persone vanitose e orgogliose. Nelle leggende e nelle fiabe i pecccatori vengono divorati dalla terra, insieme alle loro case e castelli: la terra si chiude su di loro e sul posto cresce una montagna o spunta un lago. Per secoli i contadini hanno risolto le dispute legali relative alla proprietà dei terreni chiamando in causa la terra. Se un giuramento veniva pronunciate tenendo una zolla di terra sulla testa o inghiottendone una parte, lo si considerava vincolante e incontestabile.

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*“Le colline sacre sono state oggetto di culto fino al XX secolo. La Madre Terra era celebrata sulla sommità dei monti coronata con grandi pietre. Queste pratiche sono testimoniate nella Creta minoica e moderna a sud, nelle isole britanniche a ovest, e nell’area baltica orientale, in vari periodi storici. Per esempio, la collina sacra Rambynas sul Nemunas, nella Lituania occidentale, è nominata fin dal XIV secolo. Ancora nel XIX secolo le coppie di sposi vi facevano offerte per chiedere fertilità in famiglia e nei campi. Secondo una fonte del XVI secolo, le donne che vanno a Rambynas a chiedere fertilità devono essere molto pulite.
Le pietre della Madre Terra dotate del potere di concedere la fertilità alle donne sterili hanno una superficie levigata. In Germania e nei paesi scandinavi una pietra piatta con le superfici levigate è chiamata Brautstein, o pietra della sposa.
Le giovani spose vi sedevano sopra o vi si strusciavano per avere fertilità. La glissade, “scivolata” in francese, praticata segretamente in Francia nel XVIII e XIX secolo, richiedeva il contatto delle parti posteriori con la pietra.
Le pietre inclinate si prestano meglio a questo scopo. La continua ripetizione della cerimonia da parte di numerose generazioni ne ha levigato le superfici.
Strofinare l’ombelico nudo o lo stomaco contro un menhir e in particolare contro una sporgenza, una protuberanza rotonda o un’irregolarità della pietra, assicurava matrimonio, fecondità e un parto felice. Una protuberanza rotonda e perfino un’irregolarità su un menhir erano considerate il punto in cui l’energia divina era concentrata: in altre parole, un omphalos. L’usanza è ampiamente documentata in Europa e nel Vicino Oriente, e ovunque è definita “antica”.
Grosse pietre con le superfici piatte dedicate a Ops Consiua, Dea romana della Fertilità della Terra, erano tenute in buche scavate nella terra (sub terra) coperte con la paglia. Venivano scoperte solo una volta l’anno alla festa del raccolto. Circa 1500 anni dopo, la stessa tradizione si registra nell’Europa settentrionale. In Lituania, gli annali dei gesuiti del 1600 descrivono grosse pietre piatte interrate e coperte di paglia; erano chiamate Deives, “Dee”. La pietra dunque è la Dea in persona.
Il folclore europeo ha ricordi di colline magiche che si aprono se si bussa. Una bella signora conduce l’eroe del racconto alla collina e bussa tre volte o conosce una formula magica per aprirla; la collina si apre e dentro siede una Regina in pieno splendore. E' la Dea preistorica della Fertilità della Terra, la Regina che possiede i segreti della vita delle piante

Tratto da:
Le Dee Viventi, Marija Gimbutas, ed Medusa.1999
Il linguaggio della Dea, Marija Gimbutas

 

 





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