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Vegetarianesimo, una scelta ecologica


Il mondo sta cambiando!
Lo dicono i libri, i giornali, gli uomini di scienza, lo dicono anche i pianeti, sta cambiando così in fretta che è difficile stare al passo con tali e grandi cambiamenti… ma per fortuna sta accadendo.
La visione antropocentrica, che pone l’uomo (e neanche tutti!) e i suoi interessi al centro di tutte le scelte, sta lasciando sempre più spazio ad una visione bio-centrica dove è la vita stessa, dunque l’intero eco-sistema, a trovarsi al centro dell’interesse.
In tutto il mondo e anche in Italia, assistiamo al costante e piacevole lievitare di un nuovo tipo di coscienza collettiva e ambientalista, un nuovo senso etico che si sta diffondendo lentamente ma implacabilmente, ed è destinato a soppiantare l’eco-cidio cui siamo talmente abituati che molti non ci fanno neanche più caso, supportato anche da certe tradizioni che definirei medievali, ancora molto radicate ahimè (la caccia, la pesca, le corride, la vivisezione, per non parlare dell’agnello pasquale e tutte le tradizioni gastronomiche dove vengono sacrificati un mucchio di cuccioli da latte in nome di non si sa bene cosa) .

Eppure l’uomo sta cambiando, è già cambiato (alcuni hanno bisogno di ripetere la classe, come in ogni scuola), e l’umanità intera sta per raggiungere un nuovo livello di consapevolezza, che inevitabilmente comporta scelte diverse, un diverso stile di vita, e naturalmente anche un nuovo modo di alimentarsi.
Avere un nuovo stile di vita comporta nuovi comportamenti, nuovi pensieri, nuove letture e frequentazioni, nuovo modo di considerare gli altri e molto altro ancora.
Non abbiamo certo la pretesa di affrontare un argomento tanto vasto e importante in un articolo, ma ci accontenteremo di parlare di alimentazione consapevole, tentando di offrirvi qualche spunto di lettura, nella speranza che questo possa aprire nuovi spazi di condivisione e reciproco aiuto.

Infatti, essere vegetariani oggi, al di là dei ben documentati benefici sulla salute, significa anche contribuire in prima persona allo sviluppo di una maggiore sensibilità nei confronti dei più alti valori di rispetto per la vita, di etica e di giustizia verso i più deboli, e verso tutti gli esseri senzienti (compresi gli animali) che come noi sperimentano emozioni (piacere e dolore, sofferenza e gioia).


Noi siamo quel che mangiamo

Lo diceva il filosofo Feuerbach, noi possiamo solo trovarci d’accordo.
Il cibo non è la sola cosa che ci nutre, questo è certo, tuttavia rappresenta una fetta importante e per chi sostiene di amare gli animali e la natura direi anche che è un fatto di coerenza.
Come citato poco sopra, essere vegetariani non significa solo rifiutarsi di mangiare gli animali, si tratta di molto di più: è una scelta di natura bio-centrica, che pone la vita al centro.
Quindi lasciamo per un attimo da parte anche il nostro amore verso gli animali, e osserviamo cosa comporta per la nostra amata madre Terra, il consumo della carne:

- Effetto serra: è scientificamente dimostrato che i maggiori responsabili dell’effetto serra nell’atmosfera sono i bovini, i quali producono 1/5 del gas, più di quanto ne produca l’intero comparto mondiale dei trasporti (auto, moto, camion, navi, treni ed aerei).

- Inquinamento: le coltivazioni per mangimi destinati agli allevamenti intensivi inquinano le falde acquifere a causa dell’uso indiscriminato di fertilizzanti chimici, e ovviamente con le deiezioni animali.

- Risorse idriche: i bovini bevono, bevono tantissimo. Sapevate che rinunciando ad un kg. di carne si risparmia tanta acqua quanta ne consuma un individuo per farsi la doccia un anno intero??

- Disboscamento: i bovini mangiano cereali e per produrre questi cereali è necessario disboscare, disboscare e disboscare ancora.
Ma la beffa è che a causa dell’agricoltura intensiva i terreni dopo pochi anni (circa 5) diventano improduttivi ed è necessario disbocare altre regioni, e così se ne va la foresta amazzonica e insieme a lei anche l’ultimo polmone della terra.
Per non parlare dell’ecosistema, l’equilibrio del clima, i popoli indigeni con il loro diritto a rimanere dove sono nati.

- Spreco di risorse: quattro quinti della terra coltivata in tutto il pianeta sono usati per produrre foraggi per gli animali e solo un quinto per il consumo umano di cereali, frutta e verdura. Si calcola che in media occorrano dieci chili di grano e cereali vari per produrre mezzo chilo di carne, carne che viene consumata da meno di un quinto dell’umanità, mentre il resto del mondo muore di fame, disidratazione e povertà. Scusate ma non facciamo prima a mangiarci direttamente quei cereali, avanzandone abbastanza da nutrire tutto il cosiddetto terzo mondo?
Se questa breve sintesi non ti convince, ti invito a leggere questi approfondimenti scientifici (1)

Per questi motivi smettere di mangiare carne (o ridurla sensibilmente) è un contributo grande ed efficace per non rendersi complici di tutte queste storture e ingiustizie a tutti i livelli.


... Per non parlare della questione etica

Molte persone provano orrore per l'abitudine di altri popoli di mangiare cani, gatti, delfini o balene, ma questi animali non soffrono di più degli animali consumati normalmente in Europa.
Allo stesso modo, altri popoli provano orrore per la nostra abitudine di mangiare conigli o cavalli, considerati animali d'affezione.
Questo ci insegna che, dunque, la differenza sta solo nell'abitudine, non nella morale.
Un maiale non è diverso da un cane, un gatto non è diverso da un coniglio, in quanto alla capacità di provare sentimenti, emozioni, paura, gioia, affetto. Gli animali sono tutti uguali.

Eppure il modo in cui vengono trattati gli animali negli allevamenti è così terribile che se le stesse azioni fossero commesse su cani e gatti, per la legge italiana il colpevole finirebbe nei guai.

Ma attenzione: non è colpa "dell'allevatore cattivo", ma di chi gli dà i soldi quanto fa la spesa al banco macelleria...

In 80 anni di vita ogni italiano usa come "cibo" circa 1400 animali.

Smettere di causare tutta questa morte e sofferenza è possibile.
Queste immagini potranno aiutarti a vedere in faccia la realtà per quella che è, purtroppo:

Visita la Mostra fotografica su allevamenti e macelli.



C’è poi la questione della salute individuale

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Anche su questo tema ci sono un’infinità di valide letture (per esempio l’ultimo successo editoriale “the china study”, che consiglio di leggere!) insomma ormai è arcinoto che una dieta a base vegetale ben bilanciata è perfettamente in grado di soddisfare pienamente le esigenze nutrizionali dell’organismo in ogni fase del ciclo vitale, a partire dall’infanzia.
Concorrono a supportare questa tesi soprattutto scienziati, per esempio l’astronoma Margherita Hack, che nel suo libro “perché sono vegetariana?" spiega come questo sia l’unico modo per salvare il mondo*

Le statistiche parlano del vegetarianesimo come l’alimentazione del futuro e prevedono che nel 2050 la maggioranza della popolazione sarà vegetariana, soprattutto perché è l’unica possibilità che possa suggerire il buon senso!

Il pianeta non è più in grado di sostenere il consumo di carne attuale, e neppure gli individui lo sono,.. perché diventare vegetariani è anche e soprattutto una scelta di salute.

Il cibo che mangiamo è alla base di molte delle malattie contemporanee, quindi se pensiamo che per esempio in italia l’80 % dei bilanci regionali riguarda la voce sanità, comprendiamo quante risorse economiche si potrebbero risparmiare semplicemente adottando un’alimentazione più sana, al punto da abbassare il tasso di malattia della popolazione.
I media, finanziati dalle multinazionali, ci hanno bombardato di messaggi che sono profondamente falsi e che hanno generato grossi equivoci.
Testi basati su ricerche scientifiche dimostrano che sono da sfatare quasi tutti i miti sulle proteine nobili della carne, lo zucchero che fa bene al cervello, il vino che fa buon sangue, il sale che serve a mantenere buona la pressione sanguigna, il latte come alimento più completo, i formaggi e gli yogurt ricchi di calcio che aiutano a prevenire l’osteoporosi.
Non è vero! Vi basti pensare ad esempio che siamo gli unici mammiferi che assumono latte (di altri mammiferi) dopo lo svezzamento.

Ci continuano a bombardare di falsi miti che bisogna avere non tanto il coraggio, quanto il dovere di chiarire.

Anche a questo proposito è utile leggere gli approfondimenti scientifici, che aiutano a sfatare ogni dubbio sulle controindicazioni della carne (2) e dei latticini (3).

*Come si salva il mondo? Diventando vegetariani.
La Hack, vegetariana dalla nascita, sottolinea come molti grandi scienziati della storia, da Leonardo da Vinci a Darwin a Einstein, fossero vegetariani, e sfata alcuni dei pregiudizi su questa dieta: "In seconda elementare facevamo il tempo pieno - dice - e quando tiravo fuori il mio pasto a base d'insalata, uovo e formaggio, c'era la preoccupazione delle maestre per la mancanza di carne: come avrei fatto a crescere bene, forte e sana? Eppure sono arrivata a 89 anni in condizioni discrete di salute. A più di 80 anni, oltre alle domenicali partite di palla a volo con amici cinquantenni, ho girato in bicicletta buona parte del Friuli-Venezia Giulia, oltre a lunghe nuotate tutte le mattine d'estate. Tutto questo a dimostrazione che la mancanza di carne e pesce non ha certo indebolito il mio fisico".

Ma se proprio non riesci ancora a farne a meno…



Testo e ricerca di Manuela Caregnato inserito nel sito www.ilcerchiodellaluna.it, nel febbraio 2012

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Note:

(1) Per approfondimenti: Panel "Denutrizione e malnutrizione nel mondo" a cura del Centro Internazionale di Ecologia della Nutrizione (NEIC).
Gli sprechi di vegetali, terreno, energia, acqua, pesano soprattutto sui paesi più poveri, e "rubano" le loro risorse.
Il Brasile conta 16 milioni di persone malnutrite. Ed esporta 16 milioni di tonnellate di soia per mangimi animali - 1000 kg di soia l'anno per ogni individuo malnutrito! (Fonte: Database FAO 2001)
In Messico, milioni di persone soffrono di denutrizione cronica. Nel 1960, il bestiame consumava il 5% dei cereali prodotti. Nel 2003, il 45%. Allo stesso modo, per l'Egitto si è passati dal 3% a 31%, per la Cina dall'8% al 28%. Quindi si usano i terreni, anziché per coltivare cibo per le persone, per coltivare mangimi per animali, con il conseguente spreco descritto sopra. (Fonte: Unimondo)
In organizzazioni come l'OMS e la FAO aumenta sempre di più la preoccupazione per l'impatto dell'allevamento industriale sull'utilizzo delle terre coltivabili e conseguentemente sulla possibilità o meno di nutrire il mondo in modo efficiente.
Esse affermano: "L'aumento del consumo di prodotti animali in paesi come il Brasile e la Cina (anche se tali consumi sono ancora ben al di sotto dei livelli del Nord America e della maggior parte degli altri paesi industrializzati) ha anche considerevoli ripercussioni ambientali. Il numero di persone nutrite in un anno per ettaro varia da 22 per le patate, a 19 per il riso fino a solo 1 e 2 persone rispettivamente per il manzo e l'agnello. Allo stesso modo, la richiesta d'acqua diventerà probabilmente uno dei maggiori problemi di questo secolo. Anche in questo caso, i prodotti animali usano una quantità molto maggiore di questa risorsa rispetto ai vegetali."
[WHO/FAO, Diet, nutrition, and the prevention of chronic disease. Report of the Joint WHO/FAO expert consultation, 26 aprile 2002]L'economista Frances Moore Lappè, ha calcolato che in un anno, nei soli Stati Uniti, sono stati prodotti 145 milioni di tonnellate di cereali e soia. Da questi 145 milioni di tonnellate di cibo sono stati ricavati solo 21 miloni di tonnellate di carne, latte, uova. Facendo la differenza, si ottengono 124 milioni di tonnellate di cibo sprecato: questo cibo, avrebbe assicurato un pasto completo al giorno a tutti gli abitanti della Terra! Con il solo spreco degli USA. (Fonte: Frances Moore Lappè, "Diet for a small planet", New York, Ballantine Books, 1982, pp.69-71)
tratto dal sito www.veganhome.it

(2) Secondo l'Annuario statistico italiano 2007 dell'Istat, le maggiori cause di morte in Italia sono le malattie cardiache e i tumori. Solo questi due fattori sono la causa di quasi tre quarti delle morti che avvengono in Italia ogni anno (il 71,2%, per le precisione).
Eppure, sono anche i fattori più facilmente prevenibili con uno stile di vita corretto, la cui componente principale è una corretta alimentazione. Per quanto riguarda le malattie cardiache, esse sono spesso addirittura curabili, non solo prevenibili.
L'alimentazione ottimale per prevenire queste malattie (ma anche molte altre) è quella a base vegetale. Le linee guida del World Cancer Institute (l'Istituto Mondiale per gli studi sul Cancro) raccomandano testualmente di "prediligere diete basate su alimenti vegetali e comprendenti un'ampia varietà di verdura, frutta, legumi e carboidrati poco raffinati e, se si consuma carne rossa, di non consumarne più di 80 g al giorno".
Da notare il "se": il cibo su cui basare la nostra alimentazione è quello vegetale, il consumo di carne è "facoltativo", ma se c'è non deve superare un certo limite. Questo limite MASSIMO è fissato a 80 g al giorno, il che significa 30 kg l'anno. In realtà in Italia si consumano pro capite 92 kg di carne l'anno (62 di carne rossa, 30 di altre carni), quindi oltre il triplo del limite massimo consigliato!
È chiaro dunque che una modifica delle abitudini alimentari verso una drastica diminuzione del consumo di alimenti animali e un drastico aumento di cereali, legumi, verdura e frutta è l'unica strada che può salvarci dalle "malattie del benessere".
Lo stesso si verifica, in misura ancora maggiore, per le malattie cardiovascolari, che possono anche essere curate attraverso l'alimentazione. Negli USA vi è più di un esempio di progetti di successo basati su questo, che salvano la vita a moltissime persone.
Per approfondimenti: "Abbiamo dei vantaggi per la salute?" dal sito VegFacile.

(3) Latte e latticini nella dieta: i danni (Ad ogni specie il suo latte)
Gli esseri umani sono gli unici animali che consumano il latte di altre specie, e lo fanno anche dopo lo svezzamento. Tre quarti degli adulti, nel mondo, sono intolleranti al lattosio, cioè sono privi dell'enzima (lattasi) necessario ad agire sullo zucchero che si trova nel latte (lattosio); questo impedisce loro di digerire adeguatamente il latte e conduce a malattie del sistema digerente più o meno serie. Il profilo nutrizionale del latte è simile a quello della carne. Entrambi i cibi contengono un quantitativo simile di proteine e grassi saturi. Come la carne, il latte è completamente privo di fibra e delle centinaia di sostanze fitochimiche contenute nei cibi vegetali, che si sono rivelate fattori di protezione contro le malattie degenerative come la malattia coronarica e il cancro. [Goodland2001] La produzione di carne e quella di latte sono strettamente collegate; l'una può essere considerata il sottoprodotto dell'altra. Gli effetti sulla salute di un aumentato consumo di latte e latticini sono simili a quelli provocati da un aumento del consumo di altri prodotti animali, come la carne e lo strutto. Anche se i latticini a basso contenuto di grassi possono sembrare più salutari, il grasso rimosso nella loro produzione non viene mai sprecato, ma viene consumato in forma di burro, panna, gelati o nei cibi confezionati, quindi il netto degli effetti positivi sulla salute pubblica è pari a zero. Oggi sono ormai disponibili evidenze scientifiche del fatto che i latticini non portano alcun beneficio che non sia ottenibile in modo migliore da altre fonti, e che il loro consumo pone seri rischi che contribuiscono alla morbidità e alla mortalità . [Goodland2001] Si crede comunemente che il contenuto di calcio del latte di mucca lo renda un cibo essenziale per prevenire il problema della ossa fragili, specie nei bambini. Il problema è che, anche se il latte può essere un modo efficiente per incamerare calcio dal cibo, ha anche molti svantaggi, in particolare un contenuto di grassi saturi molto alto. Come dichiara il prof. Walter Willett, "bere tre bicchieri di latte al giorno equivale a mangiare dodici fette di pancetta oppure un big mac e una porzione di patatine fritte". [Willet2001] Inoltre, la possibilità di mantenere le ossa forti dipende, più che dall'aumentare l'introito di calcio, dal prevenirne le perdite. La perdita di calcio è un processo normale, che avviene attraverso la circolazione sanguigna, l'urina, il sudore e le feci; questo calcio deve poi esser rimpiazzato con nuovo calcio preso dal cibo o dalle ossa. Uno dei più importanti fattori nelle perdita di calcio sono le diete ad alto contenuto proteico, che fanno sì che una maggior quantità di calcio venga persa attraverso le urine. Naturalmente le diete ricche di carne e latticini superano di molto i livelli di proteine raccomandati. [PCRM1999] Inoltre, le proteine derivanti da cibi animali probabilmente causano una perdita di calcio maggiore rispetto a quelle vegetali, e latte e latticini sono molto ricche di proteine animali, quindi, anche se sono ricchi di calcio, il bilancio finale è spesso negativo, il che causa una perdita di calcio nelle ossa, per compensare il calcio perduto. L'alta incidenza di osteoporosi nei paesi in cui il consumo di latticini è alto è un'ulteriore indicazione della sua inefficacia nel contrastare il problema della ossa fragili. Il recente report dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e della FAO sulle evidenze raccolte sul problema osteoporosi, indica che per la maggior parte delle persone sembra non esserci alcuna correlazione tra un aumento dell'introito di calcio e una diminuzione del rischio di fratture ossee. Le raccomandazioni OMS/FAO per l'osteoporosi indicano di mangiare più frutta e verdura piuttosto che affidarsi ai latticini per assicirarsi una buona salute delle ossa. [WHO/FAO2002]
Tratto dal sito www.infolatte.it

 





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