Gaia, la Madre Terra |
Si avvicina il tempo delle vacanze e giustamente
ci meritiamo un’estate spensierata e leggera, in cui lasciarci indietro
ogni problema e preoccupazione, per dedicarci allo svago ed anche al divertimento.
Tutto questo è molto sano ed assolutamente fisiologico, ma persino
nella piacevole atmosfera delle vacanze, si può scegliere di portare
la nostra consapevolezza. “Ce n’è abbastanza
per le necessità di tutti, ma non per l’avidità di
ciascuno” Questa è una grande verità,
ce ne sarebbe abbastanza per tutti, se ci si limitasse appunto alle necessità,
ma bombardati dalla pubblicità, che ci spinge a comperare anche
ciò che è inutile per poi buttarlo via, siamo intrappolati
in un sistema che non dà tregua e non riusciamo più a distinguere
che cosa è necessario veramente per la nostra vita quotidiana,
e cosa non lo è. Inoltre ai danni provocati dagli “scarti” dell’Occidente, vanno aggiunti quelli derivanti dallo sfruttamento dissennato delle foreste, dei terreni e dei mari nei paesi più poveri. Ma cosa si può fare? Si può scegliere, nel nostro piccolo, di invertire la rotta, di fare solo acquisti consapevoli, di aderire ad un “criterio” che sempre più sta diffondendosi tra gli ecologisti e tra tutti coloro che semplicemente amano il pianeta Terra e desiderano che anche i loro figli e nipoti possano un domani apprezzarne la meraviglia. Si tratta di portare nella propria vita e nelle
proprie abitudini il concetto di decrescita. Fare scelte esistenziali nell'ottica della decrescita
significa quindi ridurre la quantità delle merci nella propria
vita. La prima è la strada della sobrietà.
La seconda è la strada dell'autoproduzione e degli scambi non mercantili,
basati sul dono e la reciprocità. Per attuarla deve cambiare il modo di produrre
e dove produrre. Ma soprattutto occorre una scelta di responsabilità
da parte di ognuno. E così un cellulare non basta più,
ce ne vogliono almeno due, tre, uno per ogni scheda, per non parlare del
computer, ma quello che non ci dicono è che computer e telefoni
cellulari non vengono riciclati, se non in minima parte, il che significa
ingombrare grandi estensioni di terreno e soprattutto lasciar penetrare
nel sottosuolo metalli fortemente inquinanti. La sobrietà comporta una riduzione della
crescita del Pil attraverso una riduzione del consumo di merci, ma non
consente una emancipazione dalla dipendenza assoluta nei loro confronti.
L'autoproduzione di beni e servizi può
essere potenziata da scambi non mercantili fondati sul dono e sulla reciprocità,
che oltre a essere fattori di decrescita economica contribuiscono anche
a rafforzare i legami sociali. Il dono e la reciprocità non devono
essere confusi con i regali acquistati e donati in un numero di circostanze
fittizie crescenti, create appositamente per potenziare il consumismo,
né possono essere semplicemente ridotti al baratto (scambio di
prodotti senza l'intermediazione del denaro), ma consistono essenzialmente
in uno scambio gratuito di tempo, di professionalità, di conoscenze,
di disponibilità umana. In pratica la decrescita economica e produttiva
è un passaggio obbligato nella costruzione di una nuova cultura
capace di superare i terribili problemi che il sistema economico industriale
pone all’umanità e a tutte le speci viventi. Tratto e riadattato da un articolo di Maurizio
Pallante Inserito
nel sito www.ilcerchiodellaluna.it
nel giugno 2007
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