Le tecniche
Le vie di accesso alle vite passate sono diverse e altrettanto varie sono
le tecniche che possono essere usate per conoscerle.
Ognuno di noi è diverso dagli altri e non c’è una
tecnica ‘universale’ che vada bene per tutte le persone e
per ogni circostanza, anche se ogni tecnica ha le sue caratteristiche
e alcune sono più adattabili di altre.
E’ importante distinguere tra:
le vie di accesso ‘indirette’
Sono quelle in cui le informazioni sulle nostre vite precedenti ci giungono
attraverso un’altra persona.
Due esempi fra gli altri sono l’astrologia karmica e l’incontro
con un medium.
Le notizie sulle nostre vite precedenti sono in questi caso spesso molto
precise e per lo più (anche se con i medium c’è sempre
da essere molto accorti) dirette e profonde. Quanto emerge è il
più delle volte un punto vitale per il consultante.
Il limite principale di questi approcci è la mancanza di una partecipazione
attiva, emotiva e corporea, di chi ascolta. Spesso le informazioni si
fermano a livello mentale; non trattandosi di ‘ricordi’, permane
il dubbio sulla loro affidabilità e questo toglie parte del potere
di trasformazione che tali informazioni possono avere per chi è
alla ricerca di un cambiamento nella sua vita attuale.
Le vie di accesso ‘dirette’
Permettono ai ricordi di emergere in modo 'vivo' e di essere integrati
nel presente. Sono vie di accesso adatte a che sta percorrendo un cammino
evolutivo, di trasformazione di sè
e a chi è di fronte ad un cambiamento. Fra queste rientrano tecniche
fra loro diverse, molte delle quali sono usate nelle scuole di meditazione
e/o nei percorsi terapeutici. Abbiamo, tra le altre:
il lavoro con le memorie spontanee
la meditazione guidata
l’ipnosi regressiva
lo psicodramma
le vie creative, come il disegno con la mano sinistra
Naturalmente nella scelta delle tecniche verso cui orientarsi, va tenuto
conto dell'esistenza di diversi approcci
alla reincarnazione.
Il lavoro con le memorie spontanee
Un ricordo spontaneo, in qualunque
forma esso si presenti, è come qualcuno che bussa alla nostra porta:
segnala il momento in cui siamo pronti per confrontarci con un passato
ancora aperto.
Questo è il motivo per cui è sempre interessante approfondire
per comprendere cosa quel ricordo ci sta portando.
Un modo è lavorare con quelle tecniche, come quelle gestaltiche,
che mirano ad amplificare quanto contenuto nel frammento del ricordo,
sia esso un’immagine, una sensazione, un sentore o altro. Tramite
l’amplificazione è come se il frammento di ricordo si ‘allargasse’
e alla nostra coscienza possono ora emergere altri materiali, per comporre
il quadro completo. Tali tecniche presuppongono una persona esperta che
guidi il lavoro con chi desidera ricordare.
Un frammento di ricordo può inoltre essere ulteriormente esplorato
in meditazione, con l’ipnosi, lo psicodramma e tramite le vie di
creatività.
Se il ricordo emerge nei sogni, possono essere usate le tecniche che mirano
al dirigere i sogni, sia tramite specifiche visualizzazioni prima di adddormentarsi
che tramite l’uso di cristalli.
La meditazione guidata
Consiste in un ‘viaggio’ di immaginazione guidato, secondo
un percorso che prevede in primo luogo un rilassamento corporeo profondo
e in seguito la possibiltà di accedere a memorie profonde.
La meditazione o immaginazione guidata è da millenni stata usata
dalle vie di sviluppo spirituale ed è stata più recentemente
esplorata anche nel corso delle ricerche scientifiche sul nostro funzionamento
cerebrale. Essa è un metodo estremamente naturale.
Noi sfruttiamo ordinariamente solo una piccola parte delle nostre facoltà
mentali e solo piccle aree del nostro cervello si attivano in quello che
chiamiamo pensare. La meditazione guidata permette di risalire alle nostre
vite passate sfruttando le risorse che emergono naturalmente quando, tramite
semplici tecniche introspettive, si stimola un utilizzo più completo
delle nostre facoltà mentali.
Nata dunque dalla sintesi di tecniche di meditazione orientali con le
più recenti scoperte della neuro-scienza sulle onde cerbrali, la
meditazione guidata si distingue nettamente dai metodi basati sull'ipnosi
regressiva in quanto chi la pratica rimane completamente sveglio, cosciente
e consapevole per tutta la durata della meditazione e non ha bisogno di
far filtrare da nessuno il resoconto di ciò che emerge, perché
è lui stesso a percepire direttamente il contenuto delle sue vite
passate come pure a co-dirigere lo svolgimento della seduta.
L’intera meditazione si svolge solitamente in uno stato di profondo
rilassamento o trance leggera, simile a quella in cui ci troviamo
quando siamo completamente presi da un ricordo o da una sensazione, quando
tutto in noi è concentrato nell’ascolto interno e quanto
ci circonda si attutisce e scivola in secondo piano fino a scomparire
quasi. Come accade in altri tipi di meditazione, la regressione alle vite
passate è un processo per ricevere risposte in una condizione di
rilassamento.
E’ possibile per chi sta ricordando le proprie vite passate memorizzare
il percorso della meditazione guidata e portare avanti il lavoro riprendendolo
a casa. In questo modo si approfondisce la propria capacità di
rilassamento – rilassarsi è qualcosa che si può apprendere
- e si rende più completo e profondo il lavoro che viene fatto
negli incontri guidati.
E’ sconsigliabile e pericoloso invece cercare di lavorare completamente
da soli memorizzando o incidendo su cassetta i testi che si trovano in
molti libri sulle vite precedenti.
L’ipnosi regressiva
E’ la tecnica comunemente usata dalla più parte dei terapeuti
delle vite passate e si basa sull’induzione di una trance
profonda nella quale la consapevolezza recede fino talvolta a rendere
necessaria la registrazione della sessione perché il paziente non
ricorda, una volta emerso dalla trance ipnotica, quanto è
successo.
Per quanto l’ipnosi sia stata usata in larga misura nella prima
metà del secolo dai terapeuti pionieri del lavoro con le vite passate,
tende ora ad essere progressivamente abbandonata per diverse ragioni.
E’ ormai noto che il fatto che ricordi emergano sotto ipnosi non
è una garanzia della loro veridicità, tanto è vero
che l’ipnosi è stata scartata come prova giudiziaria in quanto
inaffidabile.
Inoltre, con il passare del tempo, molti operatori si sono resi conto
che non è necessaria una trance profonda per aprire il
contatto con le vite precedenti e che ciò può acccadere
con facilità sia in stati intermedi di trance che, come
in meditazione guidata, in stati di trance leggera.
La stessa ipnosi, come tecnica, è notevolmente cambiata nelle moderne
forme di terapia ipnotica derivate dal lavoro di Milton Erikson e sviluppate
dalla PNL, forme nelle quali l’idea di trance come opposta
allo stato consapevole si è trasformata nel concetto di un continuum
mobile in cui il paziente si sposta, entra ed esce continuamente passando
dallo stato pienamente sveglio e consapevole alla trance e viceversa
più volte nell’arco di poco tempo.
Lo psicodramma
Lo psicodramma, nato per opera dello psichiatra J.L. Moreno negli anni
'20, è un metodo d’approccio psicologico che consente alla
persona di esprimere, attraverso la messa in atto sulla scena, le diverse
dimensioni della sua vita e di stabilire dei collegamenti costruttivi
fra di esse.
Può essere diretto da una persona formata con con un cliente o,
più frequentemente, con un gruppo.
Lo psicodramma si adatta all’esplorazione dei ricordi di vite precedenti,
siano essi spontanei o frutto di un precedente lavoro in meditazione e
ne permette approfondimento, comprensione profonda e integrazione con
il presente.
Esso facilita, grazie alla rappresentazione scenica, lo stabilirsi di
un intreccio più armonico tra le diverse istanze, presenti e passate,
e porta alla riscoperta ed alla valorizzazione della propria spontaneità
e creatività.
Sul palcoscenico chi è protagonista è attivamente impegnato
a conoscersi ed a sviluppare le sue risorse: ascolta le diverse parti
del suo mondo interno e relazionale, i suoi dubbi, le sue domande, i suoi
talenti, i suoi blocchi, i sui desideri, i suoi bisogni… Così
facendo avviamo un dialogo interno che ci conduce a cogliere possibili
soluzioni ai conflitti intrapsichici e/o di relazione con gli altri e
col mondo esterno. In questo procedere si trovano stimoli e conferme nella
partecipazione e nell’appoggio sia dello psicodrammatista che dell’eventuale
gruppo.
Con lo psicodramma siamo messi in condizione di (ri)sperimentare delle
situazioni piuttosto che di raccontarle. La messa in scena permette di
avviare, in un contesto protetto e rassicurante, un dialogo percepibile,
attivo e costruttivo fra i diversi aspetti di noi. Possiamo giungere così
ad un più alto livello di coscienza di sé e di fiducia,
e possiamo accedere a modi maggiormente spontanei e creativi nel relazionaci
a oi stessi e agli altri.
Lo psicodramma può con estrema naturalezza essere utilizzato nella
messa in scena delle nostre vite passate, così come della presente
vita. Le vite precedenti offrono inoltre una scena già "teatrale"
in partenza, essendo ambientate in altre epoche e in altri luoghi; il
lavoro viene facilitato dalla parziale disidentificazione dei protagonisti
della vita passata, che sentiamo essere noi e contemporaneamente non i
noi attuali.
Il disegno con la mano non-dominante e altre tecniche creative.
E’ possibile utilizzare gli strumenti creativi, ad esempio il disegno
o la modellazione dell’argilla, in modo che l’attività
creativa diventi una forma di meditazione e di contatto con le parti di
noi solitamente lontane dalla coscienza. Tale contatto può essere
anche nella direzione di una scoperta di temi delle nostre vite passate.
Dal punto di vista pratico, si tratta in genere di bypassare la consapevolezza
ordinaria operando ad esempio ad occhi chiusi e con la mano non dominante.
Tali tecniche sono molto adatte quando incontriamo dei blocchi nell’esplorazione
di una vita precedente, con le persone che hanno difficoltà nel
lavoro in meditazione guidata o per aprire nuove prospettive su un tema.
Potete trovare un esempio di tali tecniche, il disegno con la mano non
dominante e il lavoro di accesso alle informazioni in esso contenute,
nel bel testo di Bettye Binder “Scopri le tue vite precedenti”
(vedi bibliografia).
Tutte le tecniche 'dirette', ad eccezione dell'ipnosi regressiva, vengono
da me usate nel lavoro con le vite passate...
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© Testo di Anna Pirera per https://www.ilcerchiodellaluna.it
inserito nel sito nell'agosto 2007
Immagine dalla cover del libro di Judy Halll, Deja Who?
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