Karma, dharma e reincarnazione
Nella concezione orientale, cui noi associamo
l’idea di reincarnazione – anche se si tratta di un’idea
che era molto diffusa anche nella cultura occidentale, in quella greca,
ad esempio – l’anima si muove di vita in vita secondo le ‘leggi’
del karma e del dharma. Molti hanno sentito spesso parlare del karma,
molti meno del dharma, che pure è altretttanto importante.
Il karma
Il karma è il concetto più noto associato alla reincarnazione;
rappresenta l’equivalente esistenziale della legge di causa-effetto:
ad ogni azione corrisponde una reazione.
Il karma è il complesso di qualità, difficoltà, talenti
e blocchi ereditati dalla nostra lunga storia con i quali veniamo al mondo.
Alla nascita – o al concepimento – non siamo secondo questa
idea come una tabula rasa, una tavolozza bianca tutta da scrivere, ma
esseri con carattere, gusti e personalità per molti versi già
definite ( e qualsiasi madre può confermare come ogni neonato mostri
già una sua natura, diversa da quella degli altri).
Il mondo orientale divide il karma in due aspetti, o polarità:
il karma ‘positivo’, dato da quelle qualità,
abilità e talenti che abbiamo costruito nella nostra storia passata.
Come una sorta di ‘crediti’ acquisiti, aspetti di noi e/o
situazioni che ci accadono e che incontriamo con una sensazione di benessere.
Cose che ci vengono facilmente e senza fatica.
Il karma ‘negativo’, ciò che nella nostra
storia è rimasto incompiuto; situazioni rimaste aperte, temi importanti
nei quali siamo ancora immersi, tensioni atttive dentro di noi o con gli
altri. Una specie di ‘debiti’, momenti e situazioni che inevitabilmente
ci capitano e che hanno per noi un impatto doloroso. Blocchi, problemi
e sfide che incontriamo.Per lo più corrsipondono ai nostri bisogni
fondamentali che non sono stati ancora soddisfatti, alle’ferite’
del sé o ego per guarire le quali una strada spesso inevitabile
è quella di attraversare le nostre emozioni negative e il dolore
ad esse asssociate.
Il dharma
Il dharma è il ‘dovere’ che ci siamo scelti per questa
vita. E’ quella forma di esistenza unica che solo noi siamo in grado
di realizzare, la nostra unicità come si manifesta in un fare nel
mondo: il nostro lavoro, la figura dei nostri affetti – se siamo
sposati, se abbiamo figli – come diamo vita alle nostre passioni,
come ci rapportiamo al mondo è come scambiamo con esso. Si dice
nella Bhagavad-Gita che è più importante compiere
il nostro dharma, quale esso sia, nel modo con cui ci riesce di farlo,
che assumere il dharma di un altro, per quanto eccellenti possiamo essere
nel compierlo.
Raramente il dharma è la cosa che ci viene facile fare, perché
per lo più in ciò che ci viene facile fare non c’è
impegno, evoluzione e vita che sono caratteristiche essenziali del dharma
più autentico.
Il dharma è vicino all’idea che Hilmann ci propone del daimon,
un termine greco che rappresente il principio che guida la ghianda, il
seme del nostro destino a divenire lo sviluppo, la grande quercia della
nostra storia personale.
Lavorando sulle vite passate, ci rendiamo conto come talenti ereditati
e ostacoli interiori (il karma nei suoi due aspetti) da altre vite si
mescolino per dare forma ad un nuovo percorso, la nostra attuale esistenza
con quanto vi è da sviluppare oggi (dharma).
Karma e dharma sono due degli aspetti
per cui il passato è nel presente...
© Testo di Anna Pirera per https://www.ilcerchiodellaluna.it
inserito nel sito nell'agosto 2007
Immagini: nodo lunare sud (karma) e nodo lunare nord (dharma) delle karma
Cards, mazzo di carte sincronico, Ed Il Punto d'Incontro
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