Cos’è il Focusing Il Focusing nasce dalle ricerche condotte da Eugene Gendlin sull'efficacia delle diverse forme di terapia condotte negli Stati Uniti negli anni sessanta. Dopo aver analizzato migliaia di casi e decine di indirizzi terapeutici diversi, egli giunse alla sorprendente conclusione che l'elemento essenziale da cui dipendeva il buon esito di una terapia risiedeva nel cliente .- e non nel terapeuta o tantomeno nella teoria - e che tale elemento fosse una particolare 'abilità' di molti clienti ad entrare in un contatto con il proprio mondo interiore, con il proprio vissuto. La possibilità di cambiare, scoprì Gendlin, dipendeva proprio dal dialogare interiore con quello che chiamò 'felt sense' - sensazione vissuta o vissuto sensibile - e dal fatto che questo dilaogare dava luogo ad un 'felt shift', un cambiamento secco, improvviso, della sensazione interiore, del proprio sentire rispetto a un problema, a un vissuto. Stabilito che tale 'abilità' è in realtà una naturale qualità umana che è possibile ri-apprendere e coltivare, Gendlin creò una tecnica atta a favorire lo sviluppo di questa qualità, tecnica che chiamò focusing. Ann Wiser e Barbara Mc Gavin hanno ulteriormente sviluppato il lavoro di Gendlin, approfondendo nel focusing le tecniche per risvegliare la nostra capacità di 'stare con' ogni aspetto del nostro essere, ogni nostra parte interiore, invece di 'essere ciò'. L'idea da cui parte il focusing, in pieno accordo con la Gestalt, è che non sia necessario 'fare' qualcosa perché si attui un cambiamento. L'energia vitale in ognuno di noi sa già in che direzione muoversi in modo implicito. Anche un albero sa già di che cosa ha bisogno per essere un albero, così come una rosa sa già come fiorire. La vera guida nel cambiamento, nella trasformazione, è quella 'sensazione interiore di giustezza' che riconosce la direzione 'giusta' delle nostre energie. Noi siamo per lo più immersi nella cultura del fare-sistemare, non ci fidiamo della saggezza del nostro corpo-essere e pensiamo di dover 'fare' qualcosa, mentre il più delle volte la chiave del cambiamento è nell'ascolto, nel lasciar-essere i nostri vissuti, nel lasciar loro lo spazio per raccontarsi per quello che sono. |
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